Amami

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Emanuele :
Non esisteva istante al mondo in cui mi sentivo più completo di quando eravamo insieme.
Di quando lui era parte di me, dentro di me.

Non esisteva nessuno, ne mura, ne casa; solo due corpi.
Il mio e il suo.
I nostri sguardi liquefatti, giallo e azzurro in un miscuglio sensazionale.
E poi il silenzio, spezzato solo dai sospiri, ancora pacati, che presto avrebbero riempito quella casa.

Diego:
Ansimavo, dentro di lui stavo bene come in nessun altro posto.
Era riservato a me, Emanuele . Era solo mio e chiunque lo desiderava avrebbe solo potuto sognarlo.
Ma non era così per me, io potevo averlo, il mio ragazzo, la mia metà.

Davvero bello come il sole di una giornata estiva, mi scaldava il cuore, ma anche tutto il resto.

"𝘎𝘶𝘢𝘳𝘥𝘢𝘮𝘪.."

Emanuele :
Come un'imposizione per niente obbligata, come un suono familiare, come il richiamo di qualcosa, semplicemente i miei occhi si alzarono nei suoi per guardarlo e scrutarlo.
Umidi, dilatati, ero su di un altro pianeta, oscillavo sul suo corpo come se le onde mi spingessero sugli scogli, era un movimento cosi naturale da togliermi il fiato.

Lo guardai, le labbra dischiuse, le narici aperte a sentire il suo odore, il profumo della sua pelle calda ad accompagnare la mia.
Gli accarezzai il collo e tirai piano la collana che lo adornava mentre con il pollice gli sfioravo la bocca, esponendogli il labbro carnoso.

Diego:
"𝘚𝘦𝘪 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰."

Soffiai nel suo orecchio, in un sussurro dolce che accompagnava le spinte di tutt'altro genere. Animate, veloci, intense.
Da capogiro.

I capelli di Emanuele erano ricaduti sulla fronte, quei ciuffetti scuri leggermente più lunghi sulla frangia che mi premurai di spostare indietro. Glieli pettinai con le dita, sentendo il bisogno impellente di continuare a farlo mio quanto più potevo.

Emanuele :
Le sue parole mi arrivavano ovattate, molli quasi, come se non appartenessero veramente a me. Eppure erano li, sospese, fra le nostre bocche e gli ansimi che mi si ripercuotevano dentro, spinta dopo spinta.
Mi mancava il fiato, ma ero cosi pieno di lui che avrei preferito una morte per asfissia piuttosto che essere svuotato del suo corpo.

Mugolai, mi lamentai piano e gemetti piu forte quando lo sentii scalfirmi dentro come un piccone alla ricerca della sua gemma preziosa, Diego sapeva essere rude ma con dolcezza, una caratteristica solo sua che mi faceva impazzire.

Andai incontro a quei movimenti appiccicandomi al suo corpo per cercare un bacio spassionato da quelle labbra dolci come il miele.

"𝘈𝘮𝘢𝘮𝘪-"

Amami proprio come stai facendo adesso, premurandoti di spostarmi i capelli dalla fronte, guardandomi come se fossi l'unico per te.
Semplicemente 𝘈𝘮𝘢𝘮𝘪.

Diego:
Amarlo era la cosa che sapevo fare meglio. Nessun forse, nessun ma o però, era un semplice dato di fatto.
Amarlo.
Tanto, con tutto il cuore, con ogni parte del corpo, anima e mente.

Spostai la mano sulla sua erezione, tra i nostri corpi, per stimolarlo come lui, le sue carni strette, stimolavano me.

"𝘚𝘪̀"

Risposi quindi, dopo del tempo, senza risparmiarmi.
Sospiri, spinte, tatto...

"Ema—"

La lingua si intersecava alla sua proprio mentre un fremito scosse il mio ventre. Formicolò all'improvviso e io non mi opposi. Non più, volevo l'orgasmo e così, lo ottenni riversandomi in lui e accompagnandomi ad un gemito roco, che si diffuse.

Emanuele :
Fu tutto così naturale che quasi non me ne accorsi, semplicemente andai incontro quella sensazione e mi ci riversai con lui, per lui, insieme.
Era cosi bello quando raggiungevamo quel punto in alto della scala, come quando ci tenevamo per mano e stringevamo le nocche l'un l'altra senza lasciarle mai.
Ecco, io in quel momento sapevo di essere amato, lo sapevo e non riuscivo a spiegarmi come.

Bastava la sua presenza, i suoi umori dentro di me, bastava così poco.

Sospirai lasciandomi scivolare sul suo petto liscio, baciando un punto sopra il piccolo sole e la luna tatuati.
𝑰𝒐 𝒆 𝒕𝒆 𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆.
𝑪𝒊 𝒉𝒂𝒊 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒂𝒗𝒖𝒕𝒊 𝒔𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆.
𝑬𝒓𝒂 𝒅𝒆𝒔𝒕𝒊𝒏𝒐.

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