Bicchieri di troppo

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Amo dare i baci sul collo e saperlo fare; farlo bene intendo dire, è come dare inizio a tutto.

Ho assaggiato le sue labbra dopo un suo eccessivo sorso alla bottiglia di Rum.

Io non bevo, ho smesso.

Si capiva dai suoi movimenti che non sapeva ballare e, da quel suo sorso di troppo, che non aveva mai baciato.
Era goffo, mal vestito, era bellissimo.

L'osservai per tutta la sera in quel angolo della stanza, senza aspettative e con un bicchiere analcolico in mano.

Mi guardava ogni tanto, distoglieva lo sguardo non appena incrociava il mio e si sentii terribilmente osservato.
Nel suo essere ragazzino, però, gli piaceva.

Si avvicinò al bancone del bar per tre volte, prima di riuscire a lasciarsi andare con me e, per tre volte, bevve lo stesso alcolico.

Al quasi quarto giro, m'avvicinai e gli dissi: “Smettila, non hai nessuna necessità di bere di più, sei bellissimo così” furono quelle le mie prime parole.

Non sapevo nemmeno come si chiamasse, ma sapevo l'effetto sbagliato dell'alcol di troppo.

“Ehi..” disse, come incantato.

Gli sorrisi, non m'aspettavo una risposta del genere, non dopo ciò che le avevo appena detto.

Gli sfiorai la spalla nuda, scivolando con un dito fino alla sua mano e le chiesi gentilmente di non prendere altro alcol.

Annuì e rimase fermo, sempre incantato.

“Come ti chiami?” gli chiesi e andò nel panico, come durante un'interrogazione a scuola.

“Dai vieni!” gli dissi sorridendole e senza obbiezioni, gli presi la mano, l'incastonai con la mia e lo portai via da quella stanza.

“Perchè bevi così tanto?” gli chiesi.
Non m'importa quello che fanno le persone, sono liberi di fare ciò che vogliono,ma lui sembrava diverso, più semplice.

“Bevo perchè lo si fa per divertirsi” rispose lui.

“E tu... ti stai divertendo?” chiesi.

“io, sono al quarto giro e...”

“Non è questo che t'ho chiesto” conclusi.

Si sentì in imbarazzo, forse aveva capito cosa volevo intendere e cercò di mettersi a posto, partendo dal vestito.

“Posso farti un'altra domanda?” gli chiesi.

“Dimmi..” aggiunse lui.

“Prima ti stavo guardando ballare, e ho notato una cos..”

“Ho la camicia rotta ” si preoccupò.
“No, no... ho notato che sei bellissimo”
Arrossì ed ebbi la conferma che non erano i molti che gli avevano detto quelle parole.

“Grazie..”

“Ma la mia domanda è: posso sapere perchè sei qui?” finì.
Si sentì subito fuori luogo, abbassò la testa, incrociò le gambe e con la mano opposta, si grattò un braccio.

“Ehi.. sei bellissimo e non era un'offesa la mia” obbiettai io, non appena notai i suoi gesti.

“Vattene” disse, senza movimenti.

“No, ciò che voglio di..”

“VATTENE!” urlò lui.

Era davvero bello, anche nel suo essere arrabbiato.

Gli presi la mano per una seconda volta e non mi mandò via, dopotutto gli avevo appena detto che era bellissimo.

“Posso sapere...” mi guardò, impaurito che io le potessi ripetere la medesima domanda “...perchè sei qui e non.. e non fra le braccia di qualcuno?” chiesi.

Tirò su la testa, gli occhi erano lucidi il giusto, aveva smesso di grattarsi e con un filo di voce disse: “Cosa?”
Gli sorrisi un'ultima volta, poi, m'avvicinai al collo e glielo baciai.

I baci sul collo possono significare tante cose: la voglia di fare, l'amore da dare, il darli solo perchè lo si è visti fare in un porno.

Io amo i baci sul collo e ognuno ha un suo perchè, lui era bello e aveva il suo perchè.

Ora, se ci ripenso, ci rido ancora sopra.

Perchè quel ragazzo sta dormendo proprio ora sul mio letto, da ormai tre anni e quei suoi gesti inesperti del ballo e quei bicchieri di rum  di troppo, m'hanno portato ad essere l'uomo più felice sulla Terra.

One Short •  [ Dieghele ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora