Non ci conosciamo più, ma so che posso essere migliore” gli scrissi per messaggio.
“Cosa vorresti dirmi con questo?” rispose lui.
“Se passo davanti a casa tua fra dieci minuti, scendi un minuto solo. È urgente e poi ti spiego” risposi.
“Muoviti che devo uscire” controbatté.
Lo avevo sognato quella notte; ero fuori dal cancello di casa sua e ricordo, mentre l'aspettavo, che il suo gatto mi fissava dalla finestra.
Ci fissammo, come in una gara all'ultimo sguardo, lui muoveva solo la coda mentre io non battevo nemmeno ciglio.
La porta d'entrata si aprì e il mio sguardo venne catturato prima dalle sue mani, poi dal suo pantalone della tuta e dalla sua felpa.
“Ciao..” mi disse avvicinandosi e riempiendo quel silenzio imbarazzante.
“Ehi..” controbattei io al suo saluto.
“Cosa volevi dirmi?” chiese.“Ti stavo pensando e avevo la necessità di darti questa” portai in avanti la mano che nascondevo dalla mia schiena e mostrai la rosa rossa che avevo comprato per lui.
Guardai il suo sguardo e mi disse qualcosa con un sorriso, ma quel qualcosa venne coperto da un rumore fastidioso.
Chiesi di ripetere, ma il rumore fastidioso era sempre più intenso, capii poco dopo che era la sveglia che stava suonando.
Lui sparì d'un tratto, i miei occhi si aprirono e videro una stanza buia, illuminata solo dallo schermo del telefono.
Era un sogno e non sapevo cosa aveva detto, ma dovevo saperlo.
La mattina la passai a chiedermi cosa potesse significare tutto ciò, mi tormentai anche tutto il pomeriggio, finchè mi dissi: “Cos'ho da perdere? Facciamolo!”
Poco dopo quel banale pensiero, gli scrissi: “Non ci conosciamo più, ma so che posso essere migliore”
Mi stavo riferendo a tutti gli errori fatti, da parte di entrambi, ma che ora, dopo quel sogno, mi avevano confermato di chi avevo bisogno nelle mie giornate.
L'ho sempre voluto, solo che ci siamo conosciuti in momenti sbagliati, con la differenza che io lo voglio ancora per me.
Appena mi rispose di muovermi, accesi la macchina, andai dal fioraio più vicino e comprai una rosa rossa.
Pagata, tornai in macchina e mi guardai allo specchio, ero davvero felice.Stavo per scoprire cosa significasse il mio sogno.
Forse doveva succedere proprio così: dovevo sognarlo, regalargli una rosa e poi svegliarmi, per poi tormentarmi tutto il giorno e infine esaudirlo.
Perchè dovevo scoprirlo per davvero e non tramite un stupido pensiero notturno.
Sapevo già cosa fare appena lo avrei visto fuori dalla porta d'entrata di casa sua: dirle che è bellissimo, anche se in pigiama o in tuta.
Dirgli che l'avevo sognato e che avevo bisogno di fare questo gesto per noi, porgendogli nel mentre la rosa davanti.
Sorridevo come uno scemo mentre mi dirigevo verso casa sua.
Arrivai rispetto a quei miei dieci minuti promessi con un piccolissimo ritardo di sette minuti; in fioreria c'era coda.
“Sono qui fuori” gli scrissi.
Ricevette il messaggio e prima che di rispondermi passarono altri tre minuti.
Probabilmente si stava vestendo seriamente e non come nel mio sogno, ma io continuavo a pensare, fissando il cellulare: “Non m'interessa proprio niente di come tu sia vestito, io ho voglia di te, esattamente come tu sei”
Mi rispose subito dopo quel mio pensiero.“Scusami, ma sono appena andato via.. Dimmi tutto per messaggio.”
Rimasi lì. Fermo.Mi sedetti sul marciapiede fuori da casa sua come uno sciocco con una rosa rossa in mano.
“Non ci siamo mai conosciuti” dissi a voce bassa, bagnando la rosa con una lacrima nascosta.
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One Short • [ Dieghele ]
FanfictionNon ho molto da dire sono solo one short buona lettura