10. Sul campo di battaglia

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A poche ore dalla notizia Arden, Darden, e dopo molte insistenze anche Nat, si diressero sul fronte sud assieme ad una squadriglia pronti a fermare l'avanzata dei nemici. Il piccolo Omega era sulla schiena del secondo in comando, una mano per tenersi alla pelliccia del grosso lupo e una sulla pancia accarezzando i cuccioli che quel giorno erano particolarmente agitati. Il piccolo branco si muoveva velocemente, facendo brevi soste solo per riposare un po' le zampe e bere. In queste brevi soste, il capobranco aiutava il minore a scendere dal fratello e gli accarezzava il pancione, tranquillizzando i cuccioli che smettevano subito di calciare.

Arrivarono al fronte al tramonto e sì, Nat ci aveva visto giusto: gli invasori erano proprio lì, accampati a due chilometri di distanza, pronti a marciare nuovamente verso nord quando il sole si fosse levato il mattino seguente.

Costruirono in velocità una tana per l'Omega incinto e idearono una strategia per l'attacco che sarebbe avvenuto quella notte. Avrebbero preso i nemici di sorpresa e avrebbero distrutto il loro accampamento, così da interrompere l'accerchiamento nemico. Avrebbero attaccato tra poche ore, il tempo di definire gli ultimi dettagli. Nat era tra i suoi due Alpha, protetto in quanto Omega, ma presente alla riunione dei guerrieri in quanto stratega.

-Quale sarà la disposizione dei guerrieri? Non possiamo attaccare senza uno schema vincente- fece presente uno dei guerrieri più anziani.

-Potreste attaccarli da sud. Un attacco frontale li farebbe scappare nel bosco poco distante e sarebbe difficile prenderli, se li attaccherete da dietro saranno costretti a scappare nella pianura qui vicino- disse l'Omega facendo irrigidire il capobranco.

-Non esiste, verrebbero nella tua direzione! E se ti trovassero? Se ti prendessero come ostaggio o peggio uccidessero te o i cuccioli?! No! NO! NO! Non se ne parla neanche- inveì furioso.

-Arden ragiona! Quando correranno qui, ne avrete già notevolmente diminuito il numero e non ci metterete molto a finirli, in più la tana che avete costruito si mimetizza facilmente ed è protetta dagli alberi. Le possibilità che mi trovino sono bassissime!- rispose convinto il minore.

-Date ascolto al vostro Omega Alpha Arden. E' la strategia migliore- lo consigliò uno dei guerrieri.
-Però Darden resterà a proteggerti- rispose allora il grande capo, testardo.
Nat scosse la testa: avevano bisogno di ogni guerriero per l'attacco.

-Avrete bisogno di ogni lupo, me la saprò cavare. Rimarrò nella tana al sicuro, ma tu devi promettermi che userai tutti i guerrieri, ok?-
-Ok- disse alla fine il lupo sospirando sconfitto mentre il compagno gli lasciava sulla guancia una carezza piena di affetto e riconoscenza.

La notte calò lenta e inesorabile, la tensione si poteva tagliare con gli artigli e la piccola famiglia era riunita nel rifugio allestito per il lupo gravido. Erano tutti e tre in forma di lupo e si stavano leccando affettuosamente il muso come i più malinconici degli innamorati. Nessuna malizia, lussuria o perversione, solo tanta tenerezza e amore. Nat non lo disse per non scoraggiare i due Alpha, ma aveva il terrore di poterli perdere.

-Ti prego resta nella tana e fai silenzio- lo supplicò il capobranco e l'Omega la vede, la paura che gli possa succedere qualcosa e i sensi di colpa per averlo portato proprio sul campo di guerra.

-Non mi accadrà niente- lo rassicurò sfregandosi contro il suo collo e inspirando l'odore dei suoi compagni.

I due guerrieri uscirono dalla capanna e si unirono al resto delle truppe prendendo a correre per la pianura, silenziosi e letali. A prima vista sarebbero sembrati tanti incubi fatti di tenebre e paura, saliti dagli inferi per punire chi aveva smarrito la strada. I variopinti mantelli erano stati sporcati con fango e foglie, i corpi perfettamente mimetizzati nell'ambiente circostante.

Nat si sporcò il muso nella polvere e si affacciò all'entrata della tana, osservando la scena mentre si accucciava al suolo cercando di non affaticarsi troppo. Ormai mancava circa un mese alla nascita dei suoi cuccioli e questi erano diventati pesanti e grossi, rendendogli difficili quasi qualsiasi spostamento. Circa dieci minuti dopo, dall'accampamento nemico arrivarono ululati strazianti e ringhi feroci: Emakeai* aveva iniziato la sua opera e il piccolo Omega sperò con tutto sè stesso che fosse dalla parte dei suoi Alpha.

*E make ai, termine Hawaiano che significa distruzione, rovina. Qui è il dio della distruzione e della guerra che patteggia per una fazione a sua scelta durante la battaglia.

Si mise in ascolto e attese, percependo il rumore delle zampe dei guerrieri calcare la pianura nel senso opposto e dirigersi nella sua direzione a gran velocità. Il suo respiro si fermò, così il suo cuore e tutto il bosco quando si fece tutto silenzioso di colpo.

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