4. Il corridoio dei ricordi

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Il calore di Nat si era esaurito ormai da due giorni, e L'omega non aveva aperto occhio da allora facendo preoccupare i due Alpha. Tuttavia il medico del branco diceva che stava bene, che semplicemente il calore l'aveva prosciugato di tutte le forze e che presto si sarebbe svegliato, restando, comunque, molto debole per diverso tempo.

A mezzogiorno del terzo giorno, Nat si decise ad aprire gli occhi, mugolando di fastidio quando la luce gli arrivò addosso.

-Arden! Si sta' svegliando!- disse Darden, che in quel momento lo stava abbracciando, facendo avvicinare il fratello.
-Come ti senti, cucciolo?- mormorò il capobranco alzandogli leggermente la testa.
-Affamato e- venne interrotto da uno sbadiglio- assonato- concluse rannicchiandosi contro quel corpo caldo che, finalmente, potè tirare un sospiro di sollievo.

Il piccolo Omega si lasciò accudire e curare per tutto il pomeriggio, mentre i due lupi più grandi gli ronzavano intorno dandogli tutto quello che desiderava. Verso sera il medico, un'Omega di nome Josh, gli venne a fare visita per sapere come stava e assicurarsi che fosse incinto. Il minore non lo era, e ci rimase un po' male, ma Josh gli assicurò che era del tutto normale perchè i primi calori erano irregolari e che quasi mai, si aveva cuccioli in quel periodo della vita.

Nat annuì poco convinto mentre i suoi Alpha lo circondavano con le braccia. Le lacrime agli occhi. Anche loro avrebbero voluto un cucciolo, ma capivano che restare incinto così presto sarebbe stato un pericolo per il loro compagno, ed era l'ultima cosa che volevano. Lo strinsero forte per tutta la notte, mentre l'Omega piagnucolava silenziosamente.

La mattina dopo, Nat era ancora più stanco a causa del pianto incessante e non riuscì neanche ad alzarsi dal giaciglio per mangiare, tanto che Arden si adoperò per imboccarlo. Con la pancia piena e il cuore coccolato dalle attenzioni dei suoi Alpha, l'Omega si addormentò profondamente recuperando le ore di sonno perse.

Lo spazio intorno a lui era completamente nero, eccetto per una piccola lucina bianca in fondo. Si sentiva leggero come una piuma e in lui nacque la certezza di essere in un sogno. Si diresse veloce nell'unico punto luminoso e presto si ritrovò in una specie di corridoio dove tantissime "finestre" mostravano scene diverse.

Sì perse ad osservarne qualcuna, curioso di vedere cosa mostravano ma tutto quello che vedeva erano macchie di colore sfocate che si muovevano su uno sfondo ancor più sfocato. Camminò ancora per qualche metro quando una specie di muro invisibile gli sbarrò la strada.

-È inutile che cerchi una via alternativa, solo io posso muovermi a mio piacimento nel mondo di sogni e ricordi- disse una voce femminile alle sue spalle. Era dolce e calma, quasi fosse quella di una madre che si rivolgeva al cucciolo più piccolo della cucciolata.
Nat si girò e vide una donna dai lunghi capelli bianchi camminare verso di lui.
-Selene...- mormorò sconcertato, per poi, subito, abbassare la testa in segno di rispetto.

Selene, la dea luna, aveva i capelli argentei lunghi fino alla vita e arricciati in morbidi boccoli. La pelle diafana che sembrava quasi velluto e, nonostante la statura minuta, aveva le forme di una donna gravida, con una bella pancia rotonda che svettava da sotto il vestito bianco. Al collo aveva una raffinata collana in pietra lunare mentre sulle spalle aveva una spolverata di polvere lunare che riluceva, bianca, sotto la luce.

-Non c'è bisogno che ti inchini, piccolo Nat- rispose ella dolcemente- quello che vedi è il tunnel dei ricordi. Quelli che hai visto sono tuoi ricordi remoti nel tempo, scene e situazioni che per vari motivi hai dimenticato. Più il tempo passa, più si offuscano e diventa difficile per la tua mente ricordarli. Le prime immagini risalgono ai tuoi primi giorni di vita, e, ormai, sono completamente offuscate ed è impossibile vederle. Oltre il muro ci sono i tuoi sogni sia ad occhi aperti che comuni e non ti è concesso andarci perché vedresti i tuoi sogni futuri.- spiegò la donna sedendosi su una panchina in marmo bianco che comparve all'improvviso a destra.

-P... Perché sono qui?- chiese l'Omega avvicinandosi piano alla dea.
-Sei qui perché è necessario che qualcuno ti avverta del pericolo imminente: stanno arrivando degli invasori da nord. Sono potenti e numerosi e il tuo branco verrà travolto se i tuoi Alpha non chiedono aiuto ai branchi da loro sottomessi- disse la donna accarezzandosi il pancione.
-Ma Arden e Darden hanno tolto gli Omega non legati a tutti i branchi sconfitti, non c'è modo che si uniscano a noi per difenderci!- esclama terrorizzato Nat.
La dea, però, gli rivolge un sorriso dolce:- Quello che dici è vero, ma è proprio grazie a questo che molti lupi hanno trovato i loro soulmate; e non può essere ignorato-.

-Ora devi andare, il sole è già sorto da qualche ora, e ricordati che gli dei saranno con voi nella battaglia- dice Selena prima che Nat venga risucchiato dal suo stesso sogno e si risvegli tra le braccia dei suoi Alpha preoccupati.
-Cucciolo quanto ci hai fatto preoccupare! Ti chiamavamo ma non ti svegliavi e allora abbiamo provato a morderti ma ancora non rispondevi ed eravamo così preoccupati che ti fosse accaduto qualcosa nel sonno...- Darden venne bloccato dalla bocca di Nat che si poggiò leggera sulla sua acquietandolo.
-Ci hai spaventati a morte- concluse il capobranco ricevendo poco dopo il medesimo bacio.
-Ho sognato la dea luna- disse debolmente Nat osservando la reazione dei due lupi.
-Cosa ti ha detto?- chiese Arden.

L'Omega prese un grande respiro:- Stanno per attaccarci, e sono tanti, pericolosi, vengono da nord. Mi ha detto che ci spazzeranno via se non ci alleiamo con i branchi sottomessi al nostro-.
-Impossibile, quasi tutti i branchi nutrono astio verso di noi perché abbiamo preso gli Omega liberi, non c'è speranza che stringano un'alleanza con noi- disse Arden sconsolato.
-S... Selena ha detto che ci aiuteranno perché molti dei lupi hanno trovato il loro compagno grazie a voi- rispose flebilmente, preoccupato quanto loro.

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