Un'altra giornata sul treno, nulla di nuovo. Ormai mi ero abituata al mio carattere, eppure speravo che qualcuno volesse stare con me, ma non era così. Appena combinavo un guaio la mia famiglia adottiva mi buttava fuori casa. La gente per strada mi criticava, i "cari genitori" mi insultavano, le ragazze a scuola non mi rivolgevano parola. Mi ricorderò tutti i loro giudizi, ma uno non me lo scorderò mai: "Forse è per questo che la tua vera madre non ti ha mai voluta. Ha fatto bene ad abbandonarti un mese dopo la tua nascita, dovevi essere proprio insopportabile come ora." Non ho avuto più un amico dopo quella frase, qualcuno con cui confidarmi, qualcuno con cui passare le giornate a divertirmi. La gente pensa che mi diverta solo facendo la "puttana", ma quello che non sanno è che, anche se ho 17 anni, non ho mai avuto la possibilità di avere un vero ragazzo. Adesso sto andando da una nuova famiglia, mancano all'incirca una decina di minuti e li passerò ad ascoltare "No Love" dei Simple Plain. Samantha, la signora dell'istituto nonché l'unica persona che mi ha "supportato" e mi sta sopportando tutt'ora, ha detto che gli Stano sono persone simpatiche. Che buffo, questo aggettivo lo attribuisce a tutte le famiglie con cui sono stata, ma si è sempre sbagliata; sarà forse l'unico attributo che conosce? Ormai non ci spero più.
Sono passati 13 minuti esatti dall'ultimo controllo dell'orario, quando vedo che il treno si sta avvicinando alla stazione. <<Finalmente sono arrivata, non mi sento più il culo>> dico a bassavoce, prendo le due valigie, il borsone e scendo beatamente dal treno. Non sapevo dove andare, quindi mi fermai sulla prima panchina sperando di avere, da un momento o l'altro, un colpo di genio che mi permetta di riconoscere la nuova parentela. La panchina più vicina era già occupata da un ragazzo, ma non ci feci tanto caso e mi misi seduta vicino a lui.
<< Ehy scusa, sto aspettando una persona.>> disse il ragazzo appena si accorse di me.
<< E chi?>> adoravo non farmi i cazzi miei. Visto che poi, se mi facessi i miei, non saprei a cosa pensare.
<< La mia futura "sorella">> disse con un sorriso un po' incerto.
<< Come si chiama?>> dissi ancora più incuriosita.
<< Se non sbaglio, Cassandra.>> e con un gesto della mano si toccò la nuca e scrollò i suoi lunghi capelli. Non ho mai visto un ragazzo con i capelli lunghi fino a lì, si vedeva dai suoi abbigliamenti che amava il rock.
<< Ma sei Yuri Stano?>>
<< Sì, come fai a conoscermi?>>
<< Perché sono io Cassandra.>>
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------SPERO CHE COME INIZIO VI SIA PIACIUTO, SE E' UN SI' SPOLLICIATE (?)
E AL PROSSIMO CAPITOLO GENTEH. <3
STAI LEGGENDO
Insegnami a respirare. || MyDreams & Crookids.||
FanfictionE' una giornata come tante, una vita come tante, una ragazza come tante. Eppure, Cassandra si sente sottosopra. Con amici fuori dal comune, con i genitori assenti, con lo studio sempre in calo. Cassandra spera in una vita migliore.