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Quando arrivammo davanti al bar scesi dal taxi e aspettai Aaron che pagasse il tassista per poi raggiungermi.
Quando mi raggiunse sul marciapiede mi guardò in silenzio per pochi minuti.
Mi sembrava imbarazzato.
Poi finalmente si decise a parlare.
-Allora...entriamo?-mi chiese
Io annuì semplicemente senza guadarlo in faccia,ero ancora imbarazzata.

Ero quel tipo di ragazza timida e riservata che però quando incominciava a sentirsi a suo agio lasciava la parte timida e prelevava quella che non aveva paura di dimostrarsi chi era e che quando diceva qualche frase o parola dietro di essa c'era sempre dietro un doppio senso.

Ma questo Aaron non lo sapeva, e siccome non volevo che pensasse che stesse sbagliando qualcosa decisi di farmi coraggio e mettere da parte il mio lato timido.
Così mentre ci accomodammo al tavolo indicato dal cameriere decisi di parlare:
-Allora...da quando lavori per questa compagnia?-
Decisi di iniziare con qualcosa di neutro per evitare situazioni spiacevoli e imbarazzanti.
Lui sembrò sorpreso dal fatto che fossi stata io ad iniziare la conversazione.

-Sono quattro anni che lavoro in questa compagnia,ho iniziato quando avevo 19 anni.-
-Oh in pratica hai iniziato alla mia stessa età.-
-Hai 19 anni?Wow sembri più grande.- dice ridacchiando
-mi stai dicendo che sembro più vecchia?- dico assottigliando gli occhi,senza però nascondere il sorriso che ho sulle labbra.
-si,è quello che ho detto -dice ridendo
-come osi?!Brutto mascalzone che non sei altro -dico ridendo anch'io .

-hai anche una ruga qui-dice ironico,continuando a ridere più forte indicandosi un punto sulla sua faccia.
Rido anch'io.Ma prima che potessi rispondere arriva il cameriere che prima ci ha indicato il tavolo.
-Allora signori,siete pronti per ordinare?-dice
-Si,per me un caffè senza zucchero e un cornetto vuoto.-risponde Aaron.
Il cameriere si volta verso di me.
-Per lei?-
-Per me un caffè con zucchero e un cornetto al cioccolato,grazie.-rispondo
-perfetto,ve li porto fra poco -dice il cameriere per poi andarsene.

-Allora... Dove eravamo?-domanda Aaron
-Eravamo arrivati a quando tu stavi indicando le mie ipotetiche rughe -rispondo assottigliando gli occhi.
-ah vero-dice mentre cerca di soffocare una risata.
Alzo gli occhi al cielo.
-Cambiando discorso...hai fratelli o sorelle?-mi domanda
-Si,ho un fratello maggiore,Mike, che ha l'età di trent'anni,è sposato e ha una bambina di 4 anni.Tu?-
-Io ho una sorella minore che ha l'età di 16 anni,si chiama Cloe.Al contrario di me è molto timida sai,ti somiglia molto su questo punto.-mi dice sorridendomi.

-Non sono così timida eh.-
-Ah si?-
Mi bagno le labbra con la lingua,gesto che non si fa sfuggire,per poi annuire.
Prima che potesse dire qualcosa arriva di nuovo il cameriere con la nostra colazione.
-Ecco a voi-dice mentre sistema la colazione di fronte a noi.
-Grazie mille-rispondo.
Aaron si limita ad un cenno.

Mangiamo in silenzio,scambiandoci di tanto in tanto degli sguardi.
Appena finiamo di mangiare Aaron va a pagare alla cassa,nonostante io abbia insistito di pagare la mia parte,per poi uscire.
-Ti è piaciuto-mi domanda appena siamo fuori dal bar.
-Si,era tutto buonissimo.Grazie-dico
-E di cosa?-mi domanda stranito
-Per avermi portato qui e per la colazione.-
-Non c'è bisogno di ringraziarmi,è stato un piacere-sorride.
Gli sorrido,cosa che ho fatto più volte.

Ad un tratto i nostri telefono emettono un "bip",segno che ad entrambi siano arrivati dei messaggi.
Distogliamo lo sguardo l'uno dall'altra e controlliamo i nostri cellulari.
È un messaggio da parte di David.
<Bellezza,alle 14:00 pranzeremo insieme alla squadra nell'unico ristorante italiano che c'è qui,non mancare.PS.sotto ti ho allegato il luogo.Baci David.>
Faccio vedere il messaggio a Aaron.

-Vale a dire che andremo insieme.-
-Nel frattempo che aspettiamo che si faccia l'ora indicata ti va di fare una passeggiata?Qui dietro c'è un parco.-mi chiede
-Si,va bene.Andiamo-
Per tutto il tragitto le nostre dita si sfiorano,provocandomi dei brividi lungo tutta la schiena.
Quando arriviamo al parco,noto che ci sono molti bambini felici che corrono da un lato all'altro e coppie di ogni età sedute sulle panchine.
Ci sediamo in una piccola panchina,che ci costringe ad essere molto vicini.
Non che mi dispiaccia,sia chiaro.

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