26.La passione che uccide

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La passione che uccide, si può passare dal sesso, dall'amore, dall'odio, la passione che c'era non sarebbe mai scomparsa, in nessun modo.

Mi ero cambiata, avevo indossato l'abito rosso, mi sentivo bene, ero felice.
«Amelia chiama Dixon! No aspetta, scusa. Lo vado a chiamare io se vuoi, non c'è bisogno che lo faccia tu», Amber si era addirittura scusata per averlo nominato, «tranquilla lo vado a chiamare io, non c'è problema, figurati, tu scendi io vengo da sola in macchina devo passare da casa», belle le mie scuse per stare un po' con lui.
Mi guardai in torno, anche sapevo che io e lui eravamo gli unici ad essere a scuola, le sue mani fredde sulle mie spalle, un brivido, nelle vene, nella schiena, le sue mani scesero giù.
Le sue mani fredde sui miei fianchi, un secondo brivido, mi prese in braccio, mi trascinó dentro, chiuse la porta, mi appoggiò ad essa.
Il mio collo, le sue labbra, le sue mani congelate, sulle mie cosce, «non te lo aspettavi Amelia, al concerto ci aspetteranno», urlai più volte il suo nome, la porta era diventata un letto, e la cerniera dei suoi pantaloni era abbassata.
Cambiammo posizione, sulla scrivania, con le mani sposto i fogli che c'erano sopra, di nuovo il suo nome urlato più volte uscì dalla mia bocca.
Poi sulla sedia, le sue mani sulla mia vita, che mi accompagnavano con i movimenti, il mio vestito era chiuso, aveva solo la gonna alzata mentre il suo la cerniera.
«Il miglior sesso della mia vita», esclamò scendendo giù per le scale, «lo so, e tu sei perfetto come sempre, lasci che ti tolga il rossetto che hai sulle labbra», gli toccai piano le labbra per levargli il rossetto che gli era rimasto dai baci che gli avevo dato, «muoviti, dai, siamo in ritardo.»
Scesi con lui, salii sulla sua Spider, con quelle tre righe sul cruscotto, e dopo pochi minuti arrivammo al Palace, dove si svolgeva il concerto.
Andai dentro per prima per non dare nell'occhio, e mi mischiai con la folla, incontrando poi Amber.
Lui lo fece poco dopo, con la mano di sua moglie a braccetto, sorridente, come se fosse stato innamorato di lei veramente, sembravano felici, una coppia statica, ma senza figli.
Tra Mozart e Beethoven, mi ero scocciata, io ero lì innamorata di lui, viceversa, e lui non me lo aveva neanche detto, non aveva neanche citato il suo nome, poteva dirmelo, gli avrei detto si, se era per non dare nell'occhio.
«Lo so che fa male Amelia», Amber mi voleva tranquillizzare.
E tra Chopin e Bach, non feci a meno dì trascinarlo in una stanza qualunque, ed esigere delle spiegazioni:
«non ce la faccio più a vederti con lei Matthew, voglio un noi pubblico, voglio che tua firma quelle carte, e che tutti i rapporti che hai con lei finiscano, ti amo più della mia vita Dixon, e non posso vederti con una persona che non ami, mano nella mano, sorridente come se non esistessi. Lo so che è difficile, ma sono più di sette mesi, sette mesi Matthew, sette, che dici che firmerai quelle carte ma non lo fai mai. Lasciala, ti prego, e se non vuoi io ti lascerò andare, me ne farò una ragione.»
«Io...è difficile, lei mi può rovinare, una tassa di divorzio costa più di quattro milioni di dollari»
«ho avuto la mia risposta, grazie», il Palace aveva quei grandi scaloni, che io scesi più velocemente possibile, con quelle decoltè dorate, e quel abito rosso che lui mi aveva regalato, mi correva dietro, «Amelia aspetta», mi diceva, non lo ascoltavo, per me era finita, avevo avuto la risposta che volevo, il divorzio, anche se lui era miliardario, costava troppo, troppo anche per lui.
Ero uscita da quella hall, per finire sul tappeto rosso fuori dal Palace, ero consapevole, ma non volevo fare a piedi quel tratto che dalla Madison portava a casa mia.
Mi tirò per il braccio: «Amelia fermati, non ne posso più, ti amo e voglio stare con te costi quel che costi, 10 milioni, 20 milioni, tu vali di più»
«Dixon, anche per te sono troppi quattro milioni, non devi farlo per me, rimarremo la coppia clandestina che siamo sempre stata»
«no, devo cogliere in fragrante Addison, che mi tradisce, così lei dovrà pagare il doppio della cifra, 8 milioni, e con quei soldi ti porterò a Parigi, a Rio de Janeiro, ovunque purchè sia con te»,
«Non ha senso, perché la cifra dovrebbe aumentare, sei tu che la tradisci, e non è solo sesso il nostro, è amore, ed è ancora più grave»
«Amelia sul mio contratto di matrimonio c'è scritto che se io la tradisco e voglio il divorzio la tassa sarà di 4 milioni, ma se lei mi tradisce in fase di divorzio, la tassa sarà il doppio della cifra, e non c'entra se è amore o solo sesso, tradimento rimane, e se lei lo fa, sono libero, celibe e pronto a sposarti»
«dobbiamo trovare Addison che ti tradisce con qualcuno, magari mentre fanno sesso, sarà ancora più, costoso, magari 10 milioni».
Non avevo fatto caso a cosa aveva detto lui alla fine della frase, lui se fosse stato libero era pronto a sposarmi, sposarmi, voce del verbo sposare, io la moglie e lui mio marito, ma vi immaginate una scena del genere? Avremmo potuto baciarci davanti a tutti, e il mio cognome sarebbe stato Dixon "Amelia Dixon Winchester" suona bene no?
Sarebbe suonato meglio, se appena attraversata la strada, una Tesla rossa non mi fosse venuta "incontro".

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