36. Ancora Parigi, ancora lui

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Avevo perso il bambino ma non ero molto triste, è brutto dirlo, ma sapevo che quel bambino era un errore e che volevo un bambino, ma non per sbaglio...

Era il penultimo giorno, il giorno dopo il 17 giugno e anche l'ultimo giorno di scuola saremmo tornati a New York.
Io e Matthew c'eravamo di nuovo per la 100esima volta rimessi insieme, e ovviamente non mancava il sesso, avevamo deciso che il 20 settembre ci saremmo sposati, senza sapere cosa potesse succedere in estate, e che un bambino, sta volta voluto, sarebbe venuto dopo il matrimonio.
Quella sera del 16 giugno Matthew Nathaniel Dixon era bello, più del solito, aveva lo smoking dato che aveva partecipato ad una conferenza, con chi? Non lo so.
Erano almeno le 23:00 ed dopo una buona cena al Foquette, ritornammo in albergo, «Matthew dove ti vuoi sposare?» «in comune ovviamente» «aiutami a dirlo a mia madre» «non so neanche chi sia tua madre, e devo dirle che sua figlia si sposerà con un insegnante di francese milionario stronzo divorziato e mezzo francese? Anche no» rise e mi prese per mano trascinandomi.
Entrammo al Ritz, egli schiaccio il tasto dell'ascensore, che dopo neanche un minuto arrivó, mi tocco leggermente il collo per poi appoggiarmi allo specchio dell'ascensore, schiacciando l'ultimo piano, il 70, dove avevamo le rispettive stanze.
Mi tirò su il vestito con le balze che indossavo, tirando giù le mutandine che avevo indosso, «Dixon» urlai ripetutamente, «Amelia, vuoi questo bambino?» «si» «e allora facciamolo», dopo poco il bambino forse poteva arrivare, «favoloso», arrivati al 70esimo piano uscimmo dall'ascensore come se nulla fosse successo «Buona Notte Amelia» «Notte Dixon».
Il giorno dopo dividemmo la classe in tre, e il mio gruppo e quello di Matthew lo facemmo andare nella stessa ascensore, scoppiamo a ridere quando ci rendemmo conto che in quell'ascensore esattamente la sera prima avevamo forse si o forse no concepito un bambino.
E nell'orecchio fregandosene degli alunni mi disse «sei mia, solo mia Winchester».

2 ore dopo, 4 ore prima di partire

«Bonjour Marie, ça va?» «Bien, mais Amelia et votre enfant?» «Nous n'avons pas un enfant» «mais avec tout le sexe que tu fais, ce sera bientôt, calme» «Marie!», «Matthew! Non pensavo facessi sesso anche con le vecchie ma a quanto pare! Bhe cara Marie sei proprio una troia, perché stai con un uomo quasi sposato, ma del tronde è quel bastardo di Matthew Dixon e quindi non c'è altro da aspettarsi da questo infame bugiardo. Che se non avessi perso il figlio che aspettavo, quest'uomo non si sarebbe preso cura del bambino ma avrebbe fatto sesso con donne e donne, perché come ci sono io ci sono altre no?» «Amelia» «dimmi pure carissimo» «è la mia matrigna Marie, 3 moglie di mio padre» «o cazzo» «Grazie a Dio non capisce la nostra lingua» «Marie, c'est ça Amelia, ma fiancée» strinsi la mano di Marie, la donna a cui tre minuti prima avevo dato della troia.
«Posso parlarti un attimo Amelia?» «certo», andammo fuori, appena usciti cominció a ridere, «hai fatto bene ad insultarla» «mio padre l'ha sposata 3 giorni fa, e lasciamo stare il lavoro che faceva», me lo disse a bassa voce nell'orecchio, «la stripper?» urlai ridendo, lui mi porto di nuovo dentro, e disse a Marie che dovevamo andare a prendere le valige, ma quello è l'unica cosa che non abbiamo fatto.

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