un piccolo aiuto

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Annabeth odiava essere innamorata.

Era un sentimento che non riusciva a controllare, e questo la infastidiva. Già un'altra volta le era capitato, con Luke, e anche allora faceva davvero fatica a capire i suoi sentimenti.

L'amore la faceva agire d'istinto, cosa che odiava.

Di solito le sue azioni erano sempre premeditate, logiche, ma quando era innamorata le emozioni prendevano sempre il sopravvento.

In particolare Percy aveva stravolto tutto. Il suo modo di pensare, di vedere le cose erano cambiati di punto in bianco, grazie al quel ragazzo moro con quel sorriso da piantagrane.

Non avrebbe saputo descrivere quello che provava quando era con lui, era una sensazione particolare. Aveva già ipotizzato che potesse essere amore, ma le sembrava una cosa così strana, sbagliata.

Insomma, Percy era il suo migliore amico, come poteva innamorarsi di lui? Come poteva innamorarsi di quei capelli neri, di quegli occhi verdi e di quel senso dell'umorismo a metà fra il fastidioso e l'adorabile, con cui aveva condiviso tutto per anni?

Una volta lo aveva sorpreso a guardare una sua foto che lei gli aveva inviato durante le vacanze e ricordava di aver pensato per un attimo che Percy provasse qualcosa per lei.

Si sentiva stupida ad aver pensato una cosa simile, era ovvio che il ragazzo non provava assolutamente nulla.

Passava la maggior parte delle sue giornate stesa sul letto a rimuginare oppure, occasionalmente, osservava Percy che si allenava. Non aveva assolutamente intenzione di dichiararsi, ma passare del tempo con lui era comunque una cosa positiva, anche se da amici.

Facevano lunghe chiaccherate, scherzavano e parlavano tanto.

Lui le raccontava di sua madre e del suo nuovo compagno, delle sue impressioni e di tutto quello che gli capitava per la testa. Annabeth annuiva sorridendo, passandogli di tanto in tanto la mano nei capelli mori.

Lo osservava parlare felice e pensava a quanto sarebbe stato bello se potesse essere sempre così.

Non si aspettava che Percy avesse capito i suoi sentimenti, però dentro di sé in fondo lo sperava, anche se sapeva che era impossibile.

Lui era troppo impegnato a vivere la sua vita, a risolvere i suoi problemi con crono e Luke, per poter anche solo guardare Annabeth in un modo un po'diverso.

Però infondo a lei bastava. "Meglio amici che sconosciuti" si diceva quando veniva colta da un'immensa tristezza che la portava ancora un'altra volta a desiderare di poter definire Percy "il suo ragazzo" e non solo il "suo migliore amico".

Stava pensando a questo anche quel giorno, seduta sul molo del laghetto delle canoe, coi piedi immersi nell'acqua fresca.

Le veniva da piangere e sarebbe voluta scomparire. Si sentiva stupida ancora una volta. Piangere per un ragazzo? Non era una cosa da Annabeth Chase.

Eppure eccola di nuovo lì, ad asciugarsi le lacrime sul bordo della maglietta arancione.

Tirò un sasso nell'acqua, facendolo rimbalzare sulla superfice ed increspandola lievemente.

-Sono ridicola...-

Disse a bassa foce fra sé e sé.

-oh beh, quello un po', lo devo ammettere-

Annabeth spalancò gli occhi sconvolta.

Si voltò lentamente, per trovare dietro di lei una figura dai capelli castani e gli occhi grigi che la scrutavano con una nota di superiorità, anche se non voluta.

-Mamma?...- La ragazza non riusciva a credere ai suoi occhi.

La donna spalancò le braccia, incurvando gli angoli della bocca in un sorriso leggero. Annabeth esitò un attimo, per poi fiondarsi fra le braccia della madre.

-Annabeth, ti devo parlare- disse infine lei, sedendosi sul molo insieme alla ragazza.

-Non sono solita mettermi in contatto coi miei figli e questo lo sai bene, eppure sentivo che era giusto parlarti di quel figlio di Poseidone-

La bionda arrossì fino alla punta delle orecchie, cominciando a balbettare imbarazzata.

-Annabeth è inutile che cerchi di negare, sarò anche tua madre, ma ricordati anche che sono la dea dell'astuzia e dell'intelligenza ok?-

La ragazza annuì ancora rossa dall'imbarazzo.

-Vedi figlia mia, per quanto io possa odiare Poseidone e tutta la sua stirpe, vorrò sempre il meglio per i miei figli. E sento che per te ora il meglio è quel Percy Jackson ok? Fai la tua mossa Annabeth Chase-

Detto questo abbracciò di nuovo la figlia e scomparve in un fascio di luce dorata.

Annabeth era sconvolta, ma allo stesso tempo era raggiante. Sentiva che era il momento di agire, di fare la sua mossa, come le aveva detto la madre. Era quello il momento giusto.

Si asciugò le ultime lacrime, si alzò dal molo e corse verso l'arena. Percy era lì che si allenava con vortice e non c'erano molti ragazzi in giro.

Appena il ragazzo la vide le sorrise, abbassando la spada e chiedendo una pausa dall'allenamento. Si avvicinò alla ragazza allegra.

-Come va?- chiese asciugandosi rivoli di sudore dalla fronte. Annabeth sorrise a sua volta.

-Ti posso parlare Percy?- chiese poi tremando per il nervosismo. Il ragazzo la guardò con uno sguardo leggermente interrogativo per poi scrollare le spalle.

-certo, dimmi- disse senza smettere di sorridere.

-ecco io...- Annabeth si guardò intorno. Gli altri ragazzi si stavano avviando verso la mensa, e c'erano praticamente solo loro in giro. Percy era davanti a lei, bello come sempre. Sapeva quello che era giusto fare.

-vedi Percy, tu sei- non fece in tempo a finire di parlare che si ritrovò le labbra unite a quelle del ragazzo. Affondò le mani nei capelli del moro, sorridendo senza mai smettere di baciarlo.

Quando si separarono Percy sorrise.

-Lo avevo capito Annabeth, ed è lo stesso per me- disse. Annabeth arrossì. 

Quella sera a cena avrebbe fatto un'offerta alquanto generosa alla madre, giusto per ringraziarla di quel piccolo aiuto




SPAZIO AUTRICE

Ciao genteeee

Inanzi tutto mi scuso tantissimo per l'assenza, ma avevo un mega blocco dello scrittore :,)

Come state? Io bene ;)

SONO TROPPO CARINI JDKDLJDKD

E nulla, ve se ama<3

-Le

||𝚊𝚜 𝚕𝚘𝚗𝚐 𝚠𝚎'𝚛𝚎 𝚝𝚘𝚐𝚎𝚝𝚑𝚎𝚛|| 𝑷𝒆𝒓𝒄𝒂𝒃𝒆𝒕𝒉 𝒐𝒏𝒆 𝒔𝒉𝒐𝒕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora