𝐀𝐒𝐇𝐋𝐄𝐘

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Ashley era tesa come una corda di violino quella sera. Continuava a saltellare da un piede all'altro nelle sue converse nere, mentre la sorella maggiore la osservava in silenzio con la testa chiaramente da un'altra parte. Ashley non rimproverò la sorella come avrebbe fatto generalmente perché sapeva che quella situazione era difficile anche per lei: era l'unica in grado di capire il senso di confusione, instabilità e delusione che gravitava in lei.

Così continuava a saltellare sul marciapiede sotto il loft di suo padre a Brooklyn, mentre la felpa che indossava si muoveva con lei pesantemente. I suoi capelli biondo cenere erano raccolti in una coda disordinata perché, lei, al contrario della sorella, non aveva alcun interesse a mostrarsi sempre perfetta. Persino in un momento delicato e stressante come quello, Allison era splendida nel suo vestito corto e largo che indossava con una cintola legata in vita. Persino in quel momento, i suoi capelli erano perfettamente ondulati sulla schiena e il trucco per niente sbavato. Ashley non voleva ammetterlo, ma a volte invidiava il modo di essere composto ed educato di Allison, che era sempre ben vista da tutti. Allison era chiaramente la figlia perfetta e lei si sentiva spesso di troppo.

«Ragazze!» Esclamò una voce ben conosciuta. Dan le raggiunse sul marciapiede con un cipiglio confuso in volto, un ricciolo nero gli sfiorò la fronte. «Che ci fate qui? Entrate!» Le spronò con un sorriso e fece cenno loro di seguirlo dentro casa.

Ashley guardò in cerca di aiuto Allison, la quale annuì e basta. Seguirono entrambe il padre fin dentro il loft. Da quando lui e Serena si erano sposati erano andati a vivere nell'attico che la nonna Lily aveva lasciato loro, ma Dan non aveva mai rinunciato al loft di Brooklyn che usava come studio personale e come nascondiglio dal resto del mondo, in particolare dall'Upper East Side. Più volte aveva detto alle sue figlie che, per chi non era nato in quell'ambiente, poteva essere davvero estenuante starci, così giustificava i suoi piccoli viaggi a Brooklyn in cui restava chiuso nel loft per scrivere, comporre, leggere un libro e riposare.

Ashley si chiese se non ci fosse altro di cui non erano a conoscenza di loro padre. Appena entrate dentro il loft, vennero accolte da un chiacchiericcio fastidioso. Individuarono subito la fonte, ovvero Georgina Sparks e i suoi tre figli: Milo, Luis e Amber. Ashley aveva sentito parlare di Georgina Sparks tramite i racconti di sua zia Blair e tutte le volte che la nominava il suo volto le si contraeva in una smorfia e liquidava ogni domanda con un; «è solo un ricordo del passato». Quando avrebbe voluto in quel momento che sua zia Blair avesse avuto ragione!

Ashley fissava Georgina con diffidenza, paura e quasi orrore nonostante la donna fosse bella, sorridente e ben curata. Aveva lunghi capelli neri che le scendevano in onde leggere dietro le spalle coperte da una maglia aderente che le fasciava perfettamente il busto e metteva in risalto il seno. Gli occhi erano due pietruzze azzurre che si muovevano scattanti sulle due Humphrey, mentre il sorriso che stava rivolgendo loro era uno dei più falsi in assoluto.

«Ragazze!» Esclamò Georgina e si protrasse verso di loro per un abbraccio caloroso. Dan alzò gli occhi al cielo, non parve sorpreso del suo comportamento ed Ashley provò ancora una volta una sensazione di malessere fisico. «Sono Georgina, avrete sentito parlare di me.» Come non potevano? Era diventata una manager famosa dopo aver lavorato per un breve periodo con il loro padre.

«Sì, conosciamo la tua reputazione.» Disse Ashley con voce quasi sprezzante. Allison si voltò verso di lei come a conferma che fosse stata davvero sua sorella minore a parlare.

Dan intervene prima che la situazione potesse degenerare e temeva proprio che potesse succedere. «Questi sono i miei due figli.» Prese per le spalle Georgina e la scansò in modo che le due bionde guardassero quelli che a breve sarebbero diventati i loro nuovi fratelli.

𝐍𝐄𝐖 𝐆𝐎𝐒𝐒𝐈𝐏 𝐆𝐈𝐑𝐋 𝐈𝐈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora