Park Jimin e Ōkami erano come due entità distinte e separate che, però, coesistevano in un solo corpo come il bene e il male nel pianeta Terra, come l'angelo buono da una parte e il diavolo cattivo dall'altra.
Jimin era quella parte di Ōkami che più tendeva a nascondere perché considerata debole, eccessivamente dolce e affettuosa con le persone sbagliate, ingannabile e succube degli altri. Era quella parte di sé stesso che in passato lo aveva portato in errore tante volte, a cadere in determinati tunnel da cui era uscito boccheggiando, completamente senza respiro, distrutto e poi dalle macerie rimesso in piedi.
Ōkami, al contrario, era la sua zona comfort, quella parte di Jimin che non gli recava alcuna sofferenza perché forte, libera, amante dell'estrema velocità, indipendente e in un certo senso apatica.
Apatico perché nel corso della sua esistenza provare emozioni e sentimenti vari era stata la sua più grande condanna e a causa di ciò adesso tentava in tutti i modi di reprimerle, di chiuderle a chiave in un cassetto all'interno di quel sé, a detta sua, troppo complicato e incomprensibile.
Le uniche emozioni che accettava e che viveva con serenità erano quelle scaturite dall'andare in moto, solo in quell'arco di tempo: l'euforia, l'adrenalina, la paura e il coraggio che si mischiavano in un tutt'uno creando un'esplosione di vitalità e profonda armonia, creando un motivo in più per proseguire con quella vita colma di sbagli e conseguenze che tuttavia scontava.
«Prestami il tuo cellulare, Jiwoon.» borbottò verso colei che abitava insieme a lui.
Un altro lato del suo carattere – che lui detestava – era l'enorme curiosità verso ciò che ancora non conosceva, verso ciò che attirava la sua attenzione come una calamita. A volte soffocava anche questa, altre volte, invece, perdeva semplicemente il controllo e si lasciava trasportare, navigando in acqua non sane, in quel mondo dove nessuno dovrebbe mettere piede.
Quella stessa curiosità che era sorta in lui quando i suoi vecchi e cari amici erano riusciti a convincerlo ad aspirare la droga dalle narici, tramite quelle solite e dannate frasi: «Una volta e basta.», «Non ti succederà nulla.», «Vedi che sarà uno sballo.»
All'epoca Jimin non era cosciente del suo limite e nel momento in cui si ritrovò a un passo dal superarlo, le prime cose che i suoi occhi stanchi e doloranti videro al mattino seguente furono le pareti tristi e nauseabonde di una camera d'ospedale e subito dopo il suo corpo sdraiato su un lettino, con un orribile camice addosso sotto lo sguardo attento e pieno di disprezzo di coloro che lo avevano concepito, i suoi genitori.Quel figlio per i due adulti era stato una vera e propria sciagura.
Non ne combinava una giusta.
«Perché mai dovrei prestartelo?» domandò la bruna non molto contenta di quella richiesta.
Park Jiwoon, la tatuatrice più in voga nel quartiere dove risiedevano, era sua cugina, anche se la maggior parte delle volte era più di una semplice parente stretta e coinquilina. La ragazza alta dalla chioma fluente e corvina, con tatuaggi e piercings sparsi intorno al corpo, era allo stesso tempo una cugina, una sorella maggiore e perfino una migliore amica alla quale Jimin poteva confidare qualsiasi cosa perché Woonie – il soprannome che lui le aveva dato quando erano ancora due bambini– non lo avrebbe mai giudicato.
Il loro rapporto era solido quasi invidiabile agli sguardi altrui, ma come in tutti i rapporti, anche nel loro avvenivano spesso e volentieri discussioni, fraintendimenti e tante, tante parolacce. Erano entrambi degli ossi duri. Ma in mezzo alle loro liti, difetti e problemi di natura personale c'era un bene che andava al di là di ogni barriera e conflitto.
«Devo cercare una persona sui social e tu sei l'unica in questa casa che ancora li usa.» rispose, fissando gli occhi seri e confusi della ragazza. Anche se in quella determinata occasione avrebbe sviato lo sguardo con molto piacere, ma sapeva perfettamente quanto Jiwoon odiasse non essere guardata dritta negli occhi quando le si dava a parlare.
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𝑩𝒐𝒓𝒏 𝑻𝒐 𝑾𝒊𝒏 | 국민
FanfictionDove Jimin è il nuovo corridore dei raduni del sabato sera e Jungkook è colui che con la sua amata moto vince ogni gara. ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ // ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏꜱᴇꜱꜱᴜᴀʟᴇ ꜱᴇ ɴᴏɴ ᴛɪ ᴘɪᴀᴄᴇ Qᴜᴇꜱᴛᴀ ꜱʜɪᴘ, ɴᴏɴ ʟᴇɢɢᴇʀᴇ!