Era già venuta giù la sera quando Jimin aprì gli occhi e trovò Jeongguk che dormiva ancora al suo fianco. Il fatto che non se ne fosse andato gli riempiva il cuore di contentezza e soprattutto di calore. E quel letto in cui riposava ogni notte non sembrava più così immenso.
Non sembrava più così vuoto e solitario.
Era disteso a pancia sotto con il viso schiacciato contro il cuscino e i capelli interamente scompigliati. Attraverso le luce del lume sul comodino, Jimin si perse ad ammirarlo per minuti interminabili ed erano un bel guaio, un disastro gigantesco, le sensazioni che iniziava a provare nel guardarlo, nello stargli vicino in quel modo così intimo e familiare e nella sola idea di poterlo toccare di nuovo. Anelava quel tocco. Durante quelle ore di riposo si erano spesso abbracciati: aveva sentito il corpo dell'altro stringersi, aggrapparsi e fondersi con il proprio e non esisteva niente che avesse potuto competere e battere quel momento.
Tornò a sdraiarsi normalmente e subito dopo sollevò gli occhi verso il soffitto. Non era un fottuto sogno ciò che aveva vissuto, ma la realtà.Una notifica, e il display del cellulare del ragazzo al suo fianco si illuminò. L'attenzione del biondo ricadde proprio su quell'aggeggio elettronico posato in cima al suo comodino. La curiosità crebbe e pigiando il pulsante di accensione, Jimin poté leggere da fuori il messaggio che era appena arrivato. Poco dopo ne arrivò anche un altro.
+82******890: mi hai detto una notte e basta, ma non possiamo ripeterlo soltanto un'altra volta?
+82******890: so che ti è piaciuto e non puoi negarlo.
Tornò nuovamente a sdraiarsi, ma stavolta con un terribile amaro in bocca e un pessimo umore tutto ad un tratto.
Sbuffò irritato e togliendosi di colpo la coperta di dosso, si alzò in uno scatto e uscì dalla camera per dirigersi in cucina.
Dal frigorifero tirò fuori uno yogurt da bere alla fragola e si sedette sulla superficie in marmo della penisola con le gambe a penzoloni. Dire che fosse soltanto irritato era dire veramente poco. Il contenuto di quei messaggi era imbarazzante e non lasciava granché all'immaginazione.
Non poteva davvero credere al fatto che Jeongguk fosse finito a letto con ragazzi del genere, che quasi lo supplicavano per del sesso. Probabilmente lo aveva idealizzato un po' troppo.«Hai sbuffato e tirato la coperta così forte che mi hai svegliato. Che ti prende?» domandò la persona che aveva invaso letteralmente i suoi pensieri. Jeongguk sbadigliò e si approssimò nella sua direzione, posizionandosi di fronte a lui a braccia conserte. «Dimmi che ti prende.»
«Avevo sete, non vedi?» disse con freddezza per poi sorseggiare nuovamente il suo adorato yogurt alla fragola. Aveva bisogno di addolcire il sapore amaro della sua bocca.
«Non mi guardi neanche e devo credere al fatto che avevi soltanto sete?» gli chiese ancora, mentre accorciava le distanze e lo fece talmente tanto da finire tra le sue gambe. «Posso assaggiarlo anch'io?»
«No.» rispose, enfatizzando e mostrando sempre di più il proprio fastidio. In seguito riportò alla bocca la bevanda dolce.
I residui di yogurt rimasti proprio sulla sua bocca fecero scattare Jeongguk in una mossa azzardata. Afferrò con le mani entrambe le sue guance, impadronendosi ben presto delle sue labbra che assaporò voracemente. Il gusto della fragola rese tutto più dolce ed afrodisiaco, ma il contatto durò poco.
Le farfalle nello stomaco, però, le avevano sperimentate tutti e due e con la medesima intensità. Un formicolio invasivo e persistente. L'irrefrenabile battito dei loro cuori. La mente totalmente in bianco e pupille dilatate, nelle quali tutti e due adesso si specchiavano sbalorditi.Un impulso improvviso.
«Fai così con tutti?» sbottò Jimin con gli occhi fissi su quelli dell'altro.
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𝑩𝒐𝒓𝒏 𝑻𝒐 𝑾𝒊𝒏 | 국민
FanfictionDove Jimin è il nuovo corridore dei raduni del sabato sera e Jungkook è colui che con la sua amata moto vince ogni gara. ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ // ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏꜱᴇꜱꜱᴜᴀʟᴇ ꜱᴇ ɴᴏɴ ᴛɪ ᴘɪᴀᴄᴇ Qᴜᴇꜱᴛᴀ ꜱʜɪᴘ, ɴᴏɴ ʟᴇɢɢᴇʀᴇ!