Capitolo 12: Brutto Bastardo

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Dopo circa un quarto d'ora bussarono alla porta, feci cenno a Cristian di salire nella mia stanza e appena sentì il rumore della porta chiudersi feci entrare in casa Leo. "come mai questa chiamata mylady? Non fraintendere, è sempre un piacere stare con te. Ma mi avevi detto che per tutta questa settimana non ci saremmo visti e invece ora mi inviti a casa tua" in effetti lui non era mai stato a casa mia e forse aveva interpretato male la mia chiamata. "si è vero avevo detto che non ci saremmo visti, ma i miei non ci sono quindi ho pensato di approfittarne e farti venire a casa, in modo da poterti parlare." continuai. "sei sicura di voler solo parlare?" disse lui con sguardo provocante, ma che in quel momento mi sembrava tutt'altro. "più che sicura" risposi io rigida. Lo feci accomodare nel salotto, indicandogli il divano. "allora se non mi hai fatto venire per questo.. Qual'è il motivo? ASPETTA NON CI CREDO! VUOI FARMI CONOSCERE I TUOI GENITORI VERO? È COSÌ, HO INDOVINATO?" fargli conoscere i miei genitori avrebbe significato che tra noi c'era qualcosa di importante, ed era chiaramente fuori strada."no a dir la verità i miei genitori non ci saranno per una settimana, sono andati da mia zia insieme a mio fratello" in effetti lui questo non lo sapeva. "ah e quindi questa settimana stai sola soletta?" non era così che volevo dirgli di Cristian. "si diciamo di si" risposi. "mhh e qui la situazione cambia" il suo tono di voce non era per niente come quello che aveva precedentemente. Non avrei saputo spiegare come, ma la sua voce passò dall'essere tranquilla ed allegra, ad essere desiderosa di qualcosa. Quello che non capì in tempo era che quel "qualcosa" lo avrebbe ottenuto in ogni modo, a costo di usare la forza. "in c-che senso c-cambia?" stavo balbettando si, ma stavolta il motivo era un altro: la paura. "beh si, in questo caso cambia tutto" si stava progressivamente avvicinando a me, sentì i battiti del mio cuore accelerare sempre più velocemente. Cercai di tirarmi in dietro il più possibile, senza rendermi conto del fatto che mi stavo intrappolando da sola, poiché continuando ad andare indietro ad un certo punto finì contro il muro. Leonardo appoggiò una mano vicino al muro e con l'altra mi alzò il viso, vide il mio volto chiaramente spaventato se non addirittura terrorizzato. "vedrai. Ti piacerà, ho aspettato fin troppo. È il momento di prendermi ciò che è mio di diritto" a quelle parole mi si gelò il sangue nelle vene. Mentre sentì la sua mano entrare al di sotto della mia canotta. Ero immobilizzata. Non riuscivo ad aprire bocca, com'era possibile che stava accadendo una cosa del genere proprio in casa mia e con il ragazzo che reputavo essere una così brava persona. "ti prego, fermati" dissi con la voce strozzata in gola, e con le lacrime che stavano iniziando a riempirmi gli occhi. "non ci penso neanche bambolina" mi abbassò i pantaloncini. La scena era ripugnante ma io non riuscivo a trovare la forza di muovermi. Si tolse anche lui i pantaloni e mi prese la mano per portarla sul suo membro "dai bambolina sono sicuro che sai come si fa" "Leonardo per favore, non farlo" dissi questa volta a voce più alta, piangendo. "non ti opporre. Stai zitta e fallo prima che ti faccia soffrire veramente." a quelle parole scoppiai a piangere, i miei singhiozzi si fecero sempre più forti. Forti al punto che Cristian li sentì. Scese le scale alla velocità della luce e la scena che gli si pose davanti fu peggio di quella di un film d'orrore. "grandissimo figlio di puttana" disse Cristian con i denti serrati. Leonardo non fu molto sorpreso nel vederlo "come immaginavo, allora a me dicevi di no però poi scopavi di nascosto con questo coglione eh. Alla faccia della troietta" continuò lui. Le sue parole non mi facevano effetto, ero ancora pietrificata da quello che era successo poco prima.
Cri: "come l'hai chiamata né lurido stronzo?"
Leo: "hai sentito bene. Troietta. D'altronde questo è caro mio, e tu che te la porti a letto non sarai meglio di certo"
Cri: "troia sarà tua madre e sai chi non è meglio? Quel cornuto di tuo padre che ha avuto la brillante idea di scoparsela e far nascere un rifiuto come te" a quella frase Leo diede di matto e tirò un pugno sul volto a Cristian, provocandogli una leggera ferita. La risposta di Cristian fu molto più pesante, il primo pugno fu diretto allo stomaco in modo da farlo cadere a terra e il secondo al naso, che iniziò a perdere sangue. Io assistivo alla scena senza parlare, non mi ero ancora ripresa. Cristian approffittò di quel momento in cui Leonardo era accasciato a terra per venirmi vicino "come stai piccola mia?" mi disse con gli occhi più preoccupati che io avessi mai visto. Non riuscì a parlare nemmeno in quel momento, avrei tanto voluto ringraziarlo per essere venuto a salvarmi, ma le immagini di prima continuavano a proiettarsi avanti ai miei occhi e le lacrime continuavano a bagnarmi il viso. Con la mano Cristian me le asciugò, mi diede un bacio sulla fronte e mi portò sul divano per farmi sdraiare "stai tranquilla, questo pezzo di merda avrà ciò che si merita". Tornò da Leonardo, che nel frattempo si era rialzato pronto a sferrare un altro pugno a Cristian. Ma la rabbia aveva ormai invaso il corpo di quel ragazzo dai rioccilini castani e quei magnifici occhi verdi, quasi non lo riconoscevo. Nei suoi occhi era quasi visibile una fiamma, ardente di vendetta, di punizione, di dolore, di ogni dolore fisico che si possa infliggere ad una persona. Tirò un calcio a Leonardo nella sua zona sensibile, questo lo fece ricadere immediatamente a terra, Cristian salì letteralmente su di lui e iniziò a riempirlo di cazzotti. Sentivo le urla di Leonardo che cercava di soffocare, non aveva intenzione di dargliela vinta. Non so bene il come, ma improvvisamente la situazione si capovolse, Cristian stava sotto Leonardo e le stava prendendo. Lo scenario fu quasi peggio di quello di prima. Più guardavo Cristian, più le lacrime continuavano a scendermi, non avrei mai voluto si facesse del male a causa mia. Probabilmente se ne accorse, riuscimmo a guardarci dritto negli occhi, i miei ancora lucidi e i suoi che esprimevano amore e compassione per me, ma allo stesso tempo violenza e dolore per Leonardo. Fu come se guardarmi negli occhi gli fece rinascere nella mente la scena che aveva trovato scendendo le scale, quel ragazzo che ora lo stava picchiando che poco prima aveva cercato di abusare di me. Fu in quel momento che Cristian riprese il controllo della situazione. Si alzò da terra e prese la prima cosa di metallo che trovò nel mio salotto: una mazza che serviva per pulire il camino. Lo spinse con violenza nello stomaco di Leonardo. Facendolo contrarre dal dolore, il disgusto che provava per quel ragazzo lo stava facendo uscire fuori di testa. Ogni volta che nella sua mente riaffioravano le immagini del mio volto in lacrime, e di lui che cercava di soddisfare la sua voglia su di me, i calci diventavano sempre più forti. Iniziai a sentire le urla di dolore di Leonardo, che aumentavano di intensità ogni volta che Cristian gli dava un calcio. La situazione da lì a poco sarebbe potuta diventare una catastrofe, avrei dovuto fermarli. Cercai la forza per pronunciare due semplici parole "Cristian, fermati". Appena sentì la mia voce mi corse vicino, fottendosene completamente di Leonardo sofferente per terra. "ha avuto quello che si meritava il bastardo" l'unica cosa che potetti fare fu abbracciarlo. Aveva qualche livido lungo il corpo e due o tre graffi sul viso. Rispetto a Leonardo però se l'era cavata molto meglio, lui scappò via da casa mia il più presto possibile. Ma sono abbastanza sicura che si sia rotto qualche costola e forse anche il naso.
Volevo alzarmi per prendere il medikit e disinfettare le "ferite" di Cristian, ma lui non me lo permise. Si stese vicino a me sul divano e mi strinse in un caldo abbraccio, non ero mai stata più felice di stare fra le sue braccia. Mi girai verso il suo petto e gli dissi con voce ancora tremante "grazie Cristian, non so cosa avrei fatto se non fossi arrivato tu", lui strinse ancora di più le braccia attorno al mio corpo e mi sussurrò "fin quando ci sarò io, nessuno potrà sfiorarti nemmeno con un dito". Il solo pensiero che se lui in quel momento non ci fosse stato, per me sarebbe finita tutt'altro che bene mi fece scoppiare in lacrime nuovamente. Infilai la testa sotto il mento di Cristian, cercando consolazione da lui. Ne avevo veramente bisogno. Lui capì all'istante. "stai tranquilla, è tutto finito. Ci sono io con te adesso" mi diede un bacio sulla fronte e mi strinse forte a sé. Riuscì un pò a calmarmi, lo abbracciai più forte che potevo. Ma la mia presa si fece man mano meno potente, mi addormentai fra le sue braccia. L'unico posto in cui mi sentivo al sicuro.

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