Capitolo 2: Stupida Pizza

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La pioggia scendeva a dirotto ed io senza ombrello mi stavo inzuppando. Ma eccolo che arriva in mio soccorso, con quei bei ricci bagnati e la sua giacca pronta per me. Così entrambi riparati da quella piccola e allo stesso tempo immensa giacca, ci stavamo facendo il bagno in mezzo alle strada. Scena da film insomma, in quel momento la sua mano mi accarezza il viso e mi avvicina a lui, avvolgendomi in un meraviglioso ba- Mi sveglio di colpo. Stavo sognando, ma cazzo stavo sognando lui. No, non volevo crederci, non potevo farlo vincere così. Perché l'avevo sognato?! Ricordai solo in quel momento che avrei dovuto incontrare Leo quel pomeriggio ed ero in ritardo. Gli propongo di rimandare l'incontro alla sera, avrei avuto più tempo per prepararmi. Fortunatamente lui accetta e decidiamo di andare a cena in una nuova pizzeria. Ero un pò ansiosa, ma andai subito a preparami così da non farlo aspettare. Pensai che era l'occasione giusta per sfoggiare il mio nuovo vestito, abbastanza semplice ma elegante al punto giusto per uscire con quello che ti piace. Un vestitino nero, leggermente scollato e non eccessivamente lungo. Abbinai ad esso delle jordan rosse, volevo spezzare un pò e anche evitare di essere troppo elegante per cui anche il trucco fu leggero: eyeliner e mascara (immancabili) e un rossetto color carne. Avendo ancora un pò di tempo a disposizione decisi di farmi i boccoli con la piastra, ma il tempo passò in fretta e Leo venne a prendermi sotto casa con la sua moto. In pochi minuti arrivammo alla pizzeria e ci sedettimo al tavolo, Leo era davvero carino, occhi azzurri, capelli neri con un bel ciuffo e un magnifico sorriso. A mia sorpresa si presentò con la camicia, devo ammettere che risaltava i suoi bei pettorali ma cercai di non distrarmi troppo. Mi guardava sorridendo "che bel vestito" "grazie scemo ma guarda più in su che la mia faccia sta qua" dissi ridendo. Non avevo un grande seno ma il vestito lo metteva in risalto e dopotutto non fui l'unica a mettere lo sguardo altrove. Decidiamo di ordinare e poco dopo l'arrivo delle pizze iniziamo a sentire un gran casino, un gruppo di ragazzi era appena entrato. La mia attenzione però cadde sulle scarpe di uno di loro, erano delle jordan rosse, proprio come le mie, così decisi di vedere chi le portasse. Ma ecco che stavo per sputare l'acqua che stavo bevendo, non volevo crederci. CRISTIAN CHE CAZZO CI FACEVA ANCHE QUI? iniziai ad arrossire e di scatto mi girai verso Leo sperando non mi abbia vista. Ma purtroppo per me anche Leo l'aveva riconosciuto "ma questo non è il ragazzo di stamattina? Minchia che soggetto lui e il suo gruppo" lo guardava con atteggiamento un pò scontroso. "ma chi?" dissi io mostrandomi indifferente ma allo stesso tempo girandomi a guardare. Pessima mossa. I miei occhi si incrociarono col verde dei suoi, e immediatamente mi riconobbe. Venne vicino al nostro tavolo e mi salutò in maniera troppo affettuosa "heyy rebb" disse con un sorriso malizioso sulla faccia e stampandomi due baci sulle guance. "che fai non mi presenti il tuo ragazzo?" continuò lui. Ero imbarazzata, Leo non era (o almeno non ancora) il mio ragazzo. Non sapevo che dire, ma per fortuna Leo prese in mano la situazione e rispose "piacere (si fa per dire) Leonardo" e gli strinse la mano "se non ti dispiace vorremmo goderci la serata, gentilmente vai dai tuoi amici e non disturbarci ulteriormente" adoravo il modo in cui gli aveva tenuto testa, ma sapevo che cristian non l'avrebbe presa bene. Detto fatto. "vabbene torno dai miei amici. Ah rebb, bello il vestito, ti so cresciute le tette? " e così dicendo se ne andò, fiero di ciò che aveva appena fatto. Per me non c'erano chissà quali problemi, ero abituata a questo suo atteggiamento. Ma Leo no. E la serata proseguì con una forte tensione nell'aria. Sentivo gli occhi di Cristian addosso, che scrutavano ogni mio movimento e allo stesso tempo osservavano Leo con un fare minaccioso. Sguardo che venne ricambiato con altrettanta minaccia da Leo. Mi sentivo in una situazione scomoda ma fortunatamente avevamo finito di mangiare, Leo mi passò il casco e mi mise una mano in vita per accompagnarmi all'uscita, tutto sotto lo sguardo probabilmente geloso di cristian. Mi misi il casco e mi riaccompagnò a casa. Prima di salire però mi fece una domanda "cosa vuole lui da te?" non mi chiese chi fosse né altro, suppongo l'abbia immaginato da sé "probabilmente è solo tornato per farmi stare male nuovamente, stavolta non ci riuscirà però" ne ero così sicura? Per niente. Ma non volevo rovinare quello che stava nascendo tra me e Leo. Mi diressi verso il cancello, ma la sua mano mi tirò a sé e mi avvolse in un caloroso bacio. Sentì lo stomaco riempirsi di farfalle e faticavo a respirare, ma era una sensazione fantastica. Il nostro primo bacio, arrossimmo entrambi e dopo essere stati così per qualche minuto dovetti salire a casa "notte Leo" gli dissi "notte mylady" rispose. Odiavo quando mi chiamava così, mi prendeva in giro perché sapeva della mia piccola fissa per miraculous, ma ormai quello era diventato il mio soprannome.
Ormai esausta e al settimo cielo mi misi il pigiama e andai a dormire, sapendo che avrei potuto godermi molte ore di sonno poiché domani sarà domenica.


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