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Forse stava succedendo tutto un po' troppo in fretta.. Non che fosse passato poco tempo, insomma parliamo di anni, ma comunque sì, il tempo stava passando fin troppo in fretta. Ne tantomeno me ne accorgevo. La vita è strana, molto strana.. Passa e non te ne rendi conto, non capisci, non ci dai peso. Eppure di peso ne ha, la vita. Il tempo: qualcosa di incontrollabile che fa il suo corso. E non si ferma davanti a niente. Ormai avevamo 16 anni io e 17 anni lui. Adolescenti alle prese con i loro problemi di una vita fin troppo perfetta da fidanzati. Ma qualcosa stava cambiando. E non lo sapevamo. Da lì a breve presi quasi una decina di chili. Una pancia più grande di me. Una ragazza che ingrossa di giorno in giorno non è poi tanto normale. Ma non avevo ugualmente intenzione di andare dal pediatra o peggio ancora all'ospedale. Mia madre insisteva e, anche se non me lo diceva, sapeva già tutto. Io sapevo che sapeva, ma lei non sapeva che io sapevo. Me ne accorsi in una di quelle discussioni madre-figlia che si fanno alla mia età.
Del tipo:
"Tesoro vieni qui"
"Che c'è má?"
"Nulla. Volevo parlare"
"Uhm. E di che?"
Avevo già capito, ma speravo di sbagliarmi con tutta me stessa!
"Quanti chili hai preso?"
"Mh... 4-5 credo..."
"A me sembrano molti di più. Eppure credo di averti spiegato già bene cos'è il preservativo no?!"
"Ma mamma!" Mi ribellai.
"Tu vorresti dirmi che ancora non hai.."
Non le diedi tempo di finire la frase che la interruppi. Non volevo che pensasse male di me.
"Mamma ti ho già detto che so tutto e comunque non dovrebbe interessarti, sono fatti miei e non ho intenzione di parlarne così con te. Se mai ne avrò voglia ne parlerò apertamente con te, ma sarò io a venire da te. Ora passami il gelato che ne ho voglia!"
Si mise a ridere e mi lasciò stare. Ma davvero credeva che io fossi incinta?!

Già. Vorrei non pensarlo neanche io, adesso. Eppure.. Da 16 anni sentivo di averne almeno 25. Ero incinta. E non credevo potesse accadere così, senza che me ne accorgessi, senza che lo volessi... Ma questo bambino stava arrivando e non potevo farci nulla. Anzi, questa bambina. Il suo nome era ancora da decidere. Ma il problema ora era.. Come dirlo ad Alan?

A scuola chi più se ne era accorto del mio 'cambiamento', ma nessuno diceva niente. Giravano voci, e lo sapevo pure, solo che avevo imparato a lasciarmi scivolare tutto addosso. Alan sembrava non accorgersene, ma sapevo benissimo che il suo obbiettivo era non innervosirmi ulteriormente, già ero acida, poi la gravidanza...

"Alan dobbiamo parlare!"
"Dimmi amore" mi disse nei corridoi con un pacco di tarallini in mano, che lasciò per prendermi i fianchi.
"Allora... Come dirtelo... -Le parole giuste? Perchè non le trovo mai quando si tratta di cose importanti?!- Okay, ricomincio. Alan, ecco, insomma, cioè, sai.. no... che... parlare non è mai stato il mio forte... Allora cerco di andare subito al punto.. Io e te... no.... Ecco... Tutto sta cambiando... E non so dirti se in meglio o in peggio.. Ma posso dirti che ci siamo presi una responsabilità enorme senza volerlo. Eppure non è poi così male come sembra. Ho pianto tanto in questi giorni, quello sì, ma ho imparato ad accettarlo e farmelo piacere perchè è così e sarà così. Non posso farci niente. E nemmeno tu. Perciò ti converrà accettarlo e...
Ma mi stai ascoltando?!" Dissi alzando gli occhi e notando che mi stava fissando con uno sguardo da ebete che voleva far vedere tutti i denti.
"7 miliardi di sorrisi e il tuo è il mio preferito!" Esclamò.
"Sì, e questa dove l'hai presa? Internet?"
"No, sul serio. 7 miliardi di sorrisi e tu c'hai il più bello!"
"Ma mi ascoltavi?"
"Certo."
O mio dio. Aveva davvero capito o mi stava prendendo per il culo?! Mentre ero immersa in questi strambi pensieri venni interrotta dalla sua voce che riprese il discorso:
"Avrà il tuo sorriso, e sarà la bambina più bella del mondo, amore mio."

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