Wooyoung adorava i soldi. Li considerava la propria anima gemella, infatti se fossero stati una persona reale, il ragazzo dai boccoli corvini, li avrebbe di sicuro sposati ad occhi chiusi, non curandosi nemmeno dell'aspetto del soggetto. Il denaro era una delle ragioni principali per la quale, il diciannovenne, faceva lo stripper in un locale gay, ma anche perché gli piaceva ballare, esibirsi, avere tutta l'attenzione addosso, flirtare con i ragazzi ed essere corteggiato, per non parlare del sesso gratuito, ovviamente solo quando lui ne aveva voglia. Si sentiva libero, indipendente. Non aveva bisogno di un rapporto stabile, anzi si stancava subito di avere qualcuno appiccicato addosso. La sola idea lo rendeva incredibilmente irascibile. Il suo motto era "l'unica relazione che accetto è quella tra un cazzo di qualche cliente e il mio culo."
Aveva una vita perfetta, con tutto quello che desiderava. Non poteva chiedere di meglio. Durante ogni performance, riusciva a catturare sempre nuovi spettatori, aveva un talento naturale nell'accalappiare ragazzi ricchi, i quali infilavano, nei suoi vestiti di scena, banconote dai numeri esorbitanti, così oltre alla paga fruttuosa, aveva anche la mancia.
-Grazie, signori. Ci vediamo domani sera al solito orario- disse Wooyoung, ammiccando al pubblico, per poi avvicinarsi a un uomo sulla trentina e lasciargli un bacio sulle labbra. Neanche in quel momento rinunciò alla sua sensualità, gattonando sull'estremità del palco, facendo sii che i fianchi si muovessero a ritmo dei fischi del resto dei presenti. Dopodiché si alzò lentamente e sfilò sulla lunga passerella della piattaforma scenica per poi scomparire dietro le quinte.
La prima cosa che fece fu raccogliere tutti i soldi che aveva addosso, contandoli, dopo averli raggruppati per bene. Aveva guadagnato 20.000 bigliettoni in sole due ore.
-Perfetto. - disse verso sé stesso, mettendo in tasca la somma.
Non vedeva l'ora di fare un bagno caldo nella sua vasca idromassaggio. Aveva tutti i muscoli tesi a causa dello sforzo dovuto al ballo e l'odore di acqua di colonia addosso. Quest'ultimo gli rimaneva appiccicato addosso, ogni volta che si strusciava sui fianchi di qualcuno. Quasi tutti gli uomini portavano lo stesso profumo, il ragazzo dai capelli boccolati lo conosceva ormai bene.
Per tornare a casa però, aveva bisogno di un taxi e non aveva voglia di chiamarne uno, con tutta la pioggia di quella sera. Ne sarebbe uscito bagnato fradicio. Così pensò bene di sfruttare le sue conoscenze, per far fare agli altri il suo compito.
-Jeremy. - disse, richiamando l'attenzione di colui che prendeva gli appuntamenti per le sessioni private. Aveva una cotta enorme per lo stripper e non gli diceva mai di no, accontentandolo ad ogni sua richiesta. Il massimo che doveva fare per ripagarlo era fargli un pompino con i fiocchi, ogni tanto.
-Ehi, sei stato splendido come sempre. Cosa ti serve? - chiese, avvicinandosi al minore con il busto. L'uomo portava ogni giorno uno smoking nuovo. Era alto ed elegante in ogni dettaglio. Aveva un accento adorabile a detta di Wooyoung, poiché aveva origini americane.
-Mi servirebbe un taxi per andare a casa. Sta piovendo. Intanto che lo chiami, io vado a cambiarmi, ok? - gli comunicò il ragazzo più basso, protraendosi verso di lui alla stessa maniera, sbattendo le lunghe ciglia con eleganza.
- Certo. Sarà qui in un batter d'occhio. - rispose Jeremy, allungando la mano verso il telefono, per potere chiamare chi di dovere. Certe volte, il più alto assomigliava a un maggiordomo.
-Grazie, tesoro. - gli disse Wooyoung, regalandogli un ultimo sorriso, prima di voltarsi e andarsene nei camerini, dove lo aspettava il suo completo firmato, con tanto di iniziali incise sopra. Era un modo per sbattere in faccia alle persone il fatto che lui potesse permettersi anche le più piccole manie. Voleva che anche gli altri sapessero quanto guadagnava con il suo lavoro.
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Versace on the floor
FanfictionWooyoung, giovane stripper, ricco, indipendente, amato, venerato e corteggiato da diversi uomini, non immagina nemmeno di essere costantemente monitorato da un ragazzo, di cui non conosce nemmeno l'esistenza.