The truth untold

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Angolo autrice:

Siamo giunti alla conclusione di questa storia, che definire normale sarebbe un eufemismo. Desidero esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno seguito il racconto con pazienza e dedizione: anche il più piccolo sostegno è stato per me fondamentale.

Ora vorrei condividere con voi la mia visione di questo ultimo capitolo. Ho scelto di far confluire l'incontro di due anime tormentate in una sorta di impatto emotivo. Gli epiloghi tradizionali mi sembravano troppo scontati e inadeguati alla complessità dei miei personaggi, quindi ho optato per la soluzione che trovate qui sotto. Volevo mettere in evidenza come entrambi i protagonisti non avessero una mentalità sana: uno è chiaramente uno stalker, mentre l'altro è un cacciatore di attenzioni che cederebbe la propria anima al diavolo pur di ottenerne sempre di più. Come infatti avrete notato nei capitoli precedenti, Wooyoung, pur consapevole che l'ambiente in cui si trova non è affatto sicuro, si avventura nella fossa dei serpenti con un sorriso sulle labbra. In sintesi, stiamo parlando di due personalità disturbate, senza una vera e propria vittima. Paradossalmente, chi sembrava più disinvolto riguardo alle conseguenze, come Yunho e Mingi, si è rivelato essere il più equilibrato, rispetto a coloro che apparivano riflessivi. La relazione tra San e Wooyoung rappresenta una finestra su una realtà distorta, e il finale è aperto a ogni possibile interpretazione.

Grazie per aver dedicato del tempo a seguirmi. Buona lettura e arrivederci al prossimo racconto!

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Il filo della cornetta appartenente all'ufficio dell'azienda Choi non riuscì ad entrare nelle grazie del suo gemello, il quale, in questo caso, collegava il primo citato al lato periferico di Seul in un vano inseguimento senza sosta, cosparso di tristi e sconsolati richiami della sua attenzione; un po' come faceva un uccellino per intercettare il suo partner, però il volatile ricercato in questione sembrava aver preso un cammino diverso dall'altro, infatti lo squillare senza risposta proseguì durante le ore seguenti, finché non arrivò un fax sulla scrivania di San, laddove erano riportate le dimissioni di Yunho e l'immediato allontanamento dalle attività extra che circoscrivevano il ragazzo di cui il figlio del capo era ossessionato. L'amico invero, aveva trovato quei metodi poco ortodossi fin dal principio, però aveva finto che andasse tutto bene, ritrovandosi addirittura a recitare la parte di uno senza cuore con Wooyoung, quando lo aveva incontrato di persona, ma ora voleva tirarsene fuori e sembrava che il giovane dall'altezza poco comune, non fosse stato l'unico ad aver preso quella decisione, poiché anche le telecamere nascoste negli oggetti regalati erano fuori gioco. Riassumendo, il piano aveva perso alcune delle principali pedine con cui il corvino aveva iniziato ad avanzare sulla scacchiera, che venne conquistata dal suo rivale, pur essendo per metà incosciente della partita. Forse, il fatto che San avesse perso la bussola delle sue emozioni, non aveva aiutato la causa, poiché lo aveva portato a fare delle mosse avventate e spesso guidate dalla gelosia, soprattutto da quando aveva inteso di non possedere l'intero controllo su Mingi. Avrebbe dovuto probabilmente, optare per un soggetto meno affascinante e meno influenzato dalla presenza di qualcuno come Yunho. Aveva pensato che il fatto che i due fossero pazzi l'uno per l'altra, avrebbe evitato spiacevoli conseguenze e che avrebbe potuto usare quella debolezza reciproca per i propri scopi, però gli si era rivoltato tutto contro e non era riuscito a vedere il viso di Wooyoung per intere settimane a causa dell'interruzione della videosorveglianza data dalle telecamere.

Ciò che lo innervosiva non era il timore di una possibile denuncia o di essere scoperto. Per quanto gli riguardava invero, avrebbe potuto pagare qualsiasi cifra ed avere l'immunità completa o per lo meno parziale; quello che lo destabilizzava era non portar a termine lo schema ideato. In tutta la sua esistenza, ogni cosa era stata fatta categoricamente a modo suo, senza contentini o approssimazioni ed ora, doveva accontentarsi delle briciole riguardo uno dei suoi più grandi tesori: il gioiello più bramato di Seoul. Quest'ultimo gli scrisse per l'ennesima volta di volerlo incontrare di persona, minacciando persino di concentrarsi su altri individui, come Jeremy e di bloccarlo definitivamente. Il corvino sapeva fin troppo bene in che maniera svincolarsi da tale presa, però era trascorso così tanto da una loro interazione, da essere tentato di cadere di proposito nella trappola, perché vedere fisicamente il diciannovenne non aveva prezzo. Aveva perso il conto della quantità di sogni in cui lo stripper era stato il protagonista assoluto. Nonostante tutti gli incontri fugaci, l'incessante osservazione, i doni che davano l'illusione di poterlo sfiorare, San non era mai riuscito a toccarlo davvero, perché c'era sempre stato un oggetto di mezzo, una persona, un ostacolo. Chissà, come doveva essere tangibilmente sentire il calore della sua pelle addosso, mentre era sotto effetto di un orgasmo e percepire lo scorrere del sangue pompato dal piacere e dal desiderio, al di sotto dei polpastrelli... Certo, rendere quelle fantasie una realtà, gli sarebbe costato molto, forse tutto quello che possedeva, però quella domanda ripetuta fino allo sfinimento, alla quale il giovane dai tratti felini non aveva dato ancora una risposta, martellava nel suo cervello.

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