4. Linda Everson

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La domenica mattina è fatta, per me, di rituali a cui mai rinuncerei: svegliarmi con calma, un'abbondante colazione, e poi una passeggiata senza fine nelle vie principali.

È una bellissima giornata di giugno, i raggi del sole illuminano il mio viso, e inspiro quest'aria che sa di profumi provenienti da varie parti del mondo.

I miei piedi mi conducono ormai da soli nei posti più magici di questa città, percorro la strada quasi ad occhi chiusi.

La Fifth Avenue è la strada più trafficata di New York, mi perdo sempre a guardare le vetrine e i nuovi modelli esposti: noto ogni piccolo dettaglio, dai bottoni alle cuciture, perché per me che amo la moda e sogno di diventare una stilista, è impossibile non farlo.

Ogni volta mi fermo ad osservare i monumenti e le grandi chiese, mi affascina la loro storia.

Giro intorno al Rockefeller Center, bellissimo tutto l'anno, ma magico nel periodo natalizio. È uno dei grattacieli più alti ed emblematici di questa città.

Quest'inverno vorrei venire a pattinare sulla pista di ghiaccio, e magari guardare da qua giù l'accensione dell'albero di natale.

Sarebbe un sogno.

Entro decisa ad arrivare all'ultimo piano di quest'enorme grattacielo.

Gli ascensori brulicano di gente, mi infilo e arrivo spedita fino al settantesimo piano.

Qui i turisti salgono per fare foto e ammirare la città, io invece vengo qui quando sento il bisogno di starmene fuori dal mondo, di respirare un'aria diversa immergendomi nei miei pensieri, sognando di fluttuare tra le nuvole che quasi mi sembra di poter toccare.

Da qui riesco ad avere una vista mozzafiato dritta su Central Park in tutta la sua grandezza, il verde, gli alberi curati e i piccoli laghetti.

È uno spettacolo, anche se devo ammettere che a volte mi manca un po' Miami. Mi mancano le spiagge immense e l'odore del mare, i surfisti che danno spettacolo tra le onde e i turisti che si godono l'oceano.

Rimango seduta parecchie ore, perdendomi nei miei silenzi.

Penso poi alla grande sfilata di venerdì.

Sono elettrizzata, euforica e fiera del lavoro che abbiamo fatto io e Mike; sarà un grande evento, siamo una grande squadra.

Non nego però di sentirmi anche un po' agitata, sono sicura che l'ansia da prestazione sia una cosa che accomuna tutti gli stilisti prima di un evento.

Ho aspettative troppo alte per starmene tranquilla, forse è per questo che la mia ansia inizia a crescere piano piano.

Ripenso al mio progetto, rifletto sulle possibilità che ho nel superare quel colloquio. So di aver fatto un ottimo lavoro su quei bozzetti, quindi perché non dovrei presentarli? Mi chiedo.

Ho avuto il coraggio di cambiare vita, cosa potrà mai essere un colloquio.

Chiamerò per prendere appuntamento e presenterò quei modelli. Sono perfetti e io ce la farò. Ripeto questa frase oramai come un mantra.

Sono passate due ore e non me ne sono nemmeno resa conto, seduta qui perdo sempre la cognizione del tempo.

Respiro a pieni polmoni, mentre un leggero venticello mi aiuta a spazzare via la tensione che tenta di schiacciarmi.

Guardo il cielo e da qui sembra immenso. Non c'è inizio e non vedo una fine, ed è così che voglio vivere la mia vita.

C'è sempre un'altra opportunità, è una follia buttare via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto, o abbandonare i propri sogni solo perché uno non si è realizzato.

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