Linda Everson

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"Che succede, Linda? Sei stravolta" mi chiede Ellison che ormai mi conosce come le sue tasche.

Per un attimo non so cosa rispondere, rimango a guardarli e le lacrime pungono per uscire, ma non permetto che tutto il dolore venga fuori, non voglio.

Non adesso.

Non lo permetterò, ho lottato per questo, sto lottando e sempre lo farò.

Sorrido fingendo che non sia successo nulla di grave "Ho dato un pugno sul naso a un tizio, lì dietro" per un attimo mi guardano perplessi, non gli do modo di pensare a qualcosa di brutto, vedo nei loro occhi la preoccupazione e preciso: "Era ubriaco, non ha letto il cartello TOILETTE DONNE".

Si guardano per un attimo tra di loro poi guardano me e ridono ricordando la mia battuta fatta prima a Mike che voleva accompagnarmi.

Sorrido anch'io e accantono quelle lacrime che so già verserò sul mio cuscino durante la lunga notte che mi aspetta.

Essere toccata da uno sconosciuto, che per giunta avrebbe voluto approfittare di me, mi ha turbata non poco, ma a stupirmi è stata la mia reazione.

Ho dato un pugno a un uomo, chi l'avrebbe mai detto!

Finalmente ho reagito, sì, ho reagito. Adesso so che cosa si prova ad avere il coraggio di farlo.

"Ehi ragazzi, direi che è ora di andare, ci aspetta una settimana faticosa" dico sentendo il bisogno di rimanere da sola.

Ellison continua a sorridere, la sua gioia è frizzante, non so se sia la birra o perché deve dirci qualcosa.

"Ellison, sputa il rospo" le dico incrociando le braccia al petto, quella risata la conosco fin troppo bene.

Sistema i capelli portandoli dietro le spalle "Siete tutti invitati all'evento in maschera che mi è stato commissionato tempo fa, sabato sera a Villa Cheridi. Sono ovviamente richiesti smoking, abito elegante e l'immancabile maschera. Sarà tutto avvolto in uno sfarzoso mistero" sgancia la bomba entusiasta.

Alzo gli occhi al cielo, sa che detesto i misteri, e se non fossimo buone amiche rifiuterei, ma non ho intenzione di spezzarle questo sorriso annunciando la mia assenza, ci rimarrebbe molto male.

Quindi sorrido a mia volta, "Ok, va bene, ci saremo! Prima però io e Mike dobbiamo concentrarci per la sfilata, sarà una lunga settimana" dichiaro roteando gli occhi.

"Sì non vedo l'ora. Sarà una sfilata memorabile, me lo sento" lui sorride con i suoi occhi così luminosi, tanto da coinvolgere tutti noi.

"Mike sono sicuro che tu e Linda avete dato il vostro meglio in questo progetto, ho visto l'impegno che ci avete messo."

David, fiero di noi, dà un bacio prima a Mike e poi a me, "E tu, mia cara Ellison, ci stupirai come sempre", si rivolge a lei baciandole la mano.

Se non fosse gay e io non avessi avuto i miei problemi passati, giuro che lo corteggerei: è un uomo meraviglioso.

"Il mio e il tuo vestito per la festa li scelgo io, signorina" mi rivolgo ad Ellison con il tono di chi ha già deciso, sarebbe capace di torturarmi portandomi in giro per negozi, e io non ho intenzione di arrivare con un esaurimento nervoso alla sfilata.

Ovviamente il suo sorriso arriva alle orecchie, sono sicura che per tutta la settimana mi avrebbe comunque tartassata, invece così farò da me, lei saprà cosa mettere sabato pomeriggio.

In fondo la stilista qui sono io.

Tornati a casa cerco di non dare nell'occhio, così mi dirigo in bagno e mi sistemo per la notte, passo dalla cucina e do velocemente la buonanotte ad Ellison.

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