Io ed Ellison siamo sedute al bancone con due drink in mano, siamo allegre e scherziamo, ci prendiamo in giro. Abbiamo appena terminato la maturità e siamo felici di festeggiare la nostra momentanea libertà. Lo vedo, occhi color ghiaccio, e sento freddo. Qualcosa in lui mi attrae, è molto bello, alto e capelli neri, si vede da lontano che domina tutto intorno a sé, un uomo di quelli che si dovrebbero tenere a distanza. Il serpente incantatore mi attrae, mi seduce con una finta dolcezza. Mi vuole catturare, la vedo... una catena invisibile che mi stringe i polsi e che poi si stringe intorno alla mia gola. Mi tira verso di sé, mi accarezza il viso in un gesto gentile, ma le sue parole sono cattive.
"Non puoi volare senza di me. Mi appartieni", mi dice.
Ho paura, tanta paura. E soffoco ancora di più.
Mi divincolo e corro via.
Corro così veloce che non riesco a capire in quale direzione io stia andando, non mi accorgo neppure del precipizio difronte a me.
Mi fermo giusto in tempo, prima di precipitare.
Dietro di me, il serpente incantatore vuole imprigionarmi, davanti a me il vuoto vuole rendermi libera, quindi salto.
Mi sveglio urlando con il cuore in gola.
Eccola quella sensazione chiamata paura, che puntualmente torna prepotente, mi prosciuga e mi tira giù con sé tormentandomi e portandomi indietro nel tempo a vecchi ricordi che ho voluto seppellire, ma che faranno sempre parte di me.
Calmo il respiro e corro in bagno chiudendo a chiave la porta, mi guardo allo specchio e apro e chiudo gli occhi nel tentativo di tornare completamente cosciente.
La vita fuori. L'inferno dentro.
Li riapro e rieccoli, li rivedo spenti come ogni volta che un incubo mi assale. Mi allontano dallo specchio con uno scatto, un passo verso il wc e vomito tutto quello che ho nello stomaco.
Mi sono sempre chiesta se ad essere quella sbagliata fossi io, provocando una sua reazione. Quando iniziavo a parlare del mio futuro, di quello che avrei voluto fare una volta iniziata la mia scalata nel mondo della moda, diceva sempre "non puoi, senza di me non ne sarai capace, questo mondo è cattivo, ma io ti proteggerò. Devi stare con me".
Cercava di inculcarmi in testa il fatto che fossi donna e quindi indifesa, sminuendomi e facendomi sentire in errore.
Chiudo gli occhi così forte da farmi male, li riapro e inizio a lavare il viso cercando di togliermi dalla testa quest' incubo senza farmi venire un attacco di panico.
Vorrei chiamare mia sorella Emma, perché è l'unica che riesce a comprendere i miei stati d'animo in questi momenti, per me, devastanti. Ricordo ancora tutte le volte che piangeva insieme a me aiutandomi a portare il peso delle mie sofferenze, nei miei giorni bui stavo tra le sue braccia. Lei ha sempre odiato quell'essere viscido, che però io facevo fatica a riconoscere accecata da un amore che credevo fosse ricambiato e che invece mi ha solo consumata nell'animo.
Era lei che mi diceva di lasciarlo all'inizio perché meritavo di più, che sicuramente avrei trovato qualcuno che mi avrebbe amata senza volermi cambiare accettando sia i miei pregi che i difetti.
Una persona che mi avrebbe legata a sé senza incatenarmi. E visti i risultati aveva ragione.
Respiro a fondo e cerco di calmarmi, decido così di chiamarla, ma non racconterò nulla; ho promesso a me stessa che in questa nuova vita me la sarei cavata da sola e così farò.
Mi basterà solo sentire la sua voce, chiederle come stanno mamma e papà, per ricominciare a stare meglio.
Esco dal bagno e vado a rifugiarmi in camera mia, proprio come facevamo insieme io e lei, mi stendo sul letto e mentre attendo che risponda, mi ripeto mentalmente che sono al sicuro, sono forte e ce la farò.
"La mia bella sorellina mi chiama per ricordami che mi vuole bene?" rido e faccio un profondo respiro nel sentire la sua voce cristallina.
"Sai che ti voglio bene anche se non ti chiamo, come stai?".
"Io sto bene, ho finito adesso di lavorare. Questa sessione è stata un po' faticosa, ma sono felice di aver dato il massimo come sempre. Tu che mi racconti della tua nuova vita a New York?".
Emma è una personal trainer bravissima, ha una palestra tutta sua dove allena in diverse sessioni parecchia gente che come lei tiene alla forma fisica. È la migliore perché oltre all'attività fisica, si occupa anche dell'alimentazione; di base è una nutrizionista ma ama stare sul campo e dare l'esempio. Le persone amano la sua carica e l'amore che mette nel lavoro e frequentano la sua grande palestra a Miami, aperta dodici ore al giorno, adatta a tutte le fasce d'età.
"Tutto bene, il lavoro va alla grande, ho finito i bozzetti da presentare, ma voglio revisionarli ancora per un po' per esserne sicura. Mamma e papà come stanno? Non li sento da qualche giorno" mi rimprovero mentalmente perché ho avuto poco tempo per chiamarli, troppo assorbita da me.
"Stanno bene, mamma la trovi sempre in cucina, lo sai. Continua a preparare pietanze super caloriche e poi costringe papà a finirle perché ha cucinato per ore. Tipico".
Sorrido al pensiero, ricordo tutte le volte che litigavano perché papà non voleva saperne di ingozzarsi e chiedeva aiuto a me e mia sorella, che ci divertivamo a prenderlo in giro.
"Mi mancate tanto" aggiungo nostalgica.
"Manchi tanto anche tu, c'è qualcosa che non va?" chiede mia sorella sentendomi sospirare.
"No, sono solo un po' malinconica, per il resto tutto bene. Emma ti devo lasciare ora, vado a dormire perché domani mi aspetta una giornata piena al lavoro. In vista della sfilata siamo tutti elettrici" se rimango ancora al telefono capirà che qualcosa mi turba e io non voglio mentirle.
"Certo, riposati, ci sentiamo presto e ricorda che io ci sarò sempre se avrai bisogno di me".
Mi sento già meglio perché è vero, so di non essere sola, loro mi sono stati vicini in ogni momento brutto della mia vita.
"Lo so. Grazie, sorella" la saluto.
Con la consapevolezza di essere comunque amata dalla mia famiglia e dalle persone che mi sono vicine alzo le coperte e abbraccio Morfeo, che mi accoglie in un sonno profondo. Quando le palpebre si chiudono, intravedo campi fioriti e arcobaleni colorati e sento un dolce profumo che mi accoglie, facendomi volare verso nuovi orizzonti e nuove vette tutte da scoprire.
È il profumo di casa mia.
•spazio autrice•
Quando arriveremo a 100 visualizzazioni e 10 stelle, vi farò conoscere CHRISTOPHER SELLERS.
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REBIRTH
ChickLitLa vita è la continua ricerca di se stessi, lo sa bene Linda Everson che, nonostante la sua giovane età si è già persa e ritrovata diverse volte. L'ultima a causa di una traumatica esperienza che l'ha scossa nella profonda intimità della sua anima e...