Mi tolgo la giacca e decido di fare una doccia. Appoggio l'orologio sul mobile in camera da letto e mi accorgo che ho pochissimo tempo per prepararmi, quindi dovrò darmi una mossa.
Entro in doccia e rimango sotto il getto d'acqua con gli occhi chiusi e la testa poggiata al marmo freddo delle piastrelle, con la speranza che i miei pensieri si calmino.
Riuscirò mai a superare i miei limiti, ad andare avanti e ricominciare?
Le cose succedono e non le puoi fermare. Riuscirò mai ad accettare quello che non posso cambiare?
L'acqua fredda intorpidisce i miei muscoli, ma non blocca del tutto il mio stato d'animo.
Decido così di uscire per prepararmi alla serata.
Indosso velocemente abiti comodi: jeans e maglia con un giubbotto di pelle.
Vesto sempre in giacca e cravatta, tutto il giorno, ma in alcune occasioni adoro sentirmi diverso e non sembrare sempre l'amministratore delegato che rispetta le regole e pretende che vengano rispettate.
Do un'ultima occhiata al mio riflesso nello specchio e vedo l'uomo che sono diventato, l'uomo che ha preso il posto di suo fratello senza averne il diritto, l'uomo che ancora oggi soffre come un cane chiedendosi perché? Perché proprio lui e non io?
Ho bisogno della mia dose di adrenalina, e senza indugiare ancora afferro le chiavi della mia TS-1 GT e mi dirigo giù in garage.
Costruisco auto ma non per questo evito di comprarne da diversi rivenditori in giro per il mondo, sono un vero collezionista e questo è uno dei pochi esemplari in circolazione. Amo questa macchina, un mix di potenza e velocità proprio quello che mi serve in questo momento. Salgo e stringo il volante come se da esso dipendesse la mia vita.
Anche lui amava le macchine.
Ricordi che mi squarciano l'anima tornano in mente, stringo gli occhi e li scaccio subito via, accendo il motore e parto a tutta velocità.
Quella stessa velocità che mi fa ricordare che la mia vita è fatta di due soli colori: il grigio e il nero, non c'è spazio per altro.
Arrivo a casa di Jason in pochi minuti, anche se, andare in giro a New York di sera è un vero inferno.
Lo vedo gettare la sigaretta e avvicinarsi alla macchina "Allora, dove siamo diretti, amico?" dice salendo e apprezzando la carrozzeria con un sonoro fischio, anche lui come me adora le auto.
"Ho già avvisato gli altri, ci vediamo direttamente al ristorante e dopo, mio caro Jason, ti porterò in un posto che sono sicuro ti piacerà" dico rivolgendogli un sorriso sfrontato.
Lui mi guarda per un istante e poi dice: "Devo preoccuparmi?"
"No! Tranquillo, mi ringrazierai."
Alzo il volume della radio e parto spedito, diretto verso Manhattan.
Il posto che ho scelto si affaccia direttamente su Central Park, un posto unico ed esclusivo che offre una vista spettacolare sulla natura che domina tutto il parco. Il cibo è ottimo e io e i ragazzi veniamo spesso qui. La cena si svolge tra risate e battute, e io cerco di stare più rilassato possibile godendomi la serata, dimenticando per un attimo il lavoro, la mia famiglia e tutti i problemi che mi porto dietro.
Un'ora dopo siamo diretti su una delle piste più grandi di New York. Alla vista dell'insegna J. sgrana gli occhi.
"Christopher, sei impazzito?" mi chiede, preoccupato e nello stesso tempo elettrizzato.
Rido mentre parcheggio in un'area più tranquilla dove, da lì a poco, si svolgerà una gara di macchine da corsa.
E noi ne faremo parte.
"No, solo eccitato all'idea. Andiamo J. non dirmi che hai paura, gareggeremo con altri professionisti che come noi amano i motori." Rispondo incurante del fatto che potrebbe essere pericoloso, ma non me ne frega nulla.
Io ho bisogno di questo, ho bisogno di sentirmi vivo così.
Jason mi guarda incrociando le braccia al petto "Sei un folle e lo sai" mi dice guardandomi di traverso "Però devo ammettere che sei l'amico migliore del mondo" ride poi dandomi una pacca sulla spalla. Sapevo che avrebbe reagito così, lo conosco troppo bene.
Scendiamo dalla macchina e insieme a Logan e Liam procediamo verso la pista.
"Ragazzi, sarà uno sballo" Liam non sta nella pelle, è una testa calda quindi stasera mi darà del filo da torcere, come sempre quando partecipiamo alle gare.
"Preparati Liam, Christopher ti farà fuori al secondo giro" dice Logan, che intanto si dirige sugli spalti.
"Logan, non vieni con noi?"
"No, Jason, farò il tifo da qui, sai che non amo il pericolo" dice stringendosi nelle spalle.
È un nerd informatico, e l'unica botta di adrenalina che si concede la trova sui tasti del computer.
"O forse hai paura" lo sfida Liam scherzosamente.
"No Liam, tranquillo. Starò qui a godere della tua sconfitta" dice divertito. Fissandolo alza le sopracciglia con aria di sfida.
"Lo vedremo!" Risponde lui irritato mentre si avvia verso la pista.
Io e Jason ridiamo, so già come andrà a finire, vincerò come sempre!
Ho già partecipato ad altre gare, il più delle volte sono arrivato primo. In molti mi conoscono e sanno che durante la guida per me non ci sono regole da seguire.
Scelgo una delle macchine che ha attirato la mia attenzione da lontano: è una rossa sportiva!
Entriamo nei box e indossiamo l'attrezzatura adatta per la corsa, mentre J. se la ride guardando Logan che sbraita perché la sua tuta è troppo stretta.
Pochi minuti dopo salgo a bordo e aspetto che Jason mi raggiunga accomodandosi sul sedile di fianco.
Metto in moto e il suono che produce il motore non è niente male, schiaccio più volte l'acceleratore per capire fino a che punto posso spingermi.
Sento già l'adrenalina scorrermi nelle vene.
"Non ci sono delle ragazze che sventolano le bandierine e indicano il via?" scherza Jason quasi offeso da questa mancanza, mentre chiude lo sportello con un tonfo.
"No amico. Se non te la farai sotto, prometto che dopo mi farò portare in uno dei tuoi famosi locali" affermo sorridendo.
Si sfrega le mani e afferra la cintura di sicurezza "Allora muoviamoci".
Cinque minuti alla partenza, le macchine sono tutte allineate pronte per sfrecciare sul rettilineo. Metto la cintura anche io e guardo Jason che fissa l'asfalto, un lampo di lussuria attraversa i suoi occhi, mentre il mio cuore batte come impazzito e lì capisco che entrambi ci siamo già persi.
L'adrenalina, le emozioni e il divertimento s'impossessano di noi.
Tutto il resto si spegne, vedo solo il volante e la strada. Nelle vene il sangue scorre ad una velocità che non si riesce a frenare.
La mente si spegne, i brutti ricordi svaniscono in quegli istanti fatti di pura estasi... vorrei che tutto potesse rimanere così per sempre.
È questo il modo in cui riesco a controllare il dolore e l'angoscia che mi attanagliano lo stomaco e che non mi permettono di vivere come vorrei.
Sono questi gli attimi che mi aiutano ad accettare ciò che non posso cambiare.
Chiudo gli occhi mentre le mie mani stringono il volante, inspiro profondamente e butto fuori tutto il dolore, e tutto l'amaro che sporca il mio sangue.
Mio fratello non c'è più, e mai più tornerà.
Con questa consapevolezza spingo l'acceleratore e parto a tutta velocità.
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REBIRTH
Chick-LitLa vita è la continua ricerca di se stessi, lo sa bene Linda Everson che, nonostante la sua giovane età si è già persa e ritrovata diverse volte. L'ultima a causa di una traumatica esperienza che l'ha scossa nella profonda intimità della sua anima e...