Il nostro destino
viene formato dai nostri pensieri
e dalle nostre azioni.
Non possiamo cambiare il vento
ma possiamo orientare le vele.
-Anthony Robbins-Londra, Inghilterra
La mattina a scuola era stata incredibilmente noiosa, Sky stava seriamente pensando di mettersi del ketchup sotto il naso e simulare una strage per uscire dalla classe. Poi però a rubare i suoi pensieri era stato lo schermo del cellulare che si era illuminato nel suo zaino, a terra, di fianco alla sedia. Assicurandosi che l'insegnante non la stesse guardando, afferrò il cellulare sistemandolo, con il minimo della luminosità, dietro all'astuccio. Aprì il messaggio e assottigliò gli occhi per leggere. Era un messaggio di David. Aggrottò le sopracciglia.
Da: David
Solo io rischio di collassare sul banco?
Sky si trattenne dal ridacchiare.
A: David
Assolutamente no, anche io
Un altro messaggio non tardò ad arrivare.
Da: David
Ti va di fare un giro assieme oggi?
Sky ci pensò su un po'. Non sapeva cosa rispondere, da un lato voleva uscire con David, ma voleva anche prima tornare a casa e chiamare Carly, aveva assolutamente bisogno di parlarle. Decise che poteva fare entrambe le cose, uscire le avrebbe fatto bene, era sicura che se fosse rimasta in casa, non avrebbe fatto altro che pensare a quello che da qualche notte le stava capitando.
A: David
Mi piacerebbe, ma non prima delle quattro, devo fare delle commissioni
Da: David
Certo, nessun problema, quando vuoi
Sky bloccò il cellulare rimettendolo all'interno dello zaino.
La ragazza si lasciò cadere di schiena sul letto nella sua stanza, non era abituata alla morbidezza del materasso, ma non aveva tempo di pensare a quello. Prese il cellulare e digitò il numero di Carly, logicamente lo sapeva a memoria. La linea dall'altro capo del telefono squillò per qualche istante, poi la voce della sua migliore amica le fece provare un senso della realtà e di casa che a Londra ancora non aveva trovato. "Pronto?" Sky sorrise. "Ciao, Carly". Il silenzio regnò per qualche secondo. "Oh, allora ti ricordi ancora della mia esistenza". Sky alzò gli occhi al cielo, si aspettava una risposta simile, nonostante quella volta Carly avesse ragione era di per sé una ragazza permalosa. "Mi dispiace, non ti avevo dimenticata, te lo giuro, sono stati giorni molto stressanti per me" la sentì sbuffare. "Si, va bene, hai ragione, ma fai passare ancora così tanto tempo prima di farti viva e te la faccio pagare anche a distanza". Sky ridacchiò "Come vanno le cose a casa?","Solita solfa, classe orrenda, tempo terribile e per di più tu non ci sei più, non c'è più niente di interessante ormai" Sky sorrise, si sentì riscaldare il cuore a quelle parole. "Ma dimmi tu piuttosto, come vanno a te le cose? È bella Londra?" la ragazza sospirò. "Fino ad adesso non ho visto praticamente niente della città, non hai idea di quanto è grande. Sto cercando di ambientarmi a scuola e ho già iniziato a studiare peggio di quando ero li","E le persone sono gentili? Hai conosciuto qualcuno?,"Si, a scuola sono tutti molto carini, in particolare ci sono Brigit, Vivian e David. Con David devo uscirci dopo" la sentì emettere un grido soffocato. "Ti dai già da fare eh?" Sky ridacchiò. "Non è così semplice","Perché? Lui non ti vede sotto quel punto di vista?" la ragazza fece spallucce, non sapeva cosa rispondere a quella domanda. "C'è una cosa che mi assilla di più, francamente. Devo raccontartelo infatti, o potrei esplodere","Dimmi, ti ascolto" Sky prese un respiro profondo e iniziò a parlare. "Già dalla prima notte qui, ho dormito molto più profondamente di quanto io abbia mai fatto. E ho sognato, ma non è stato un semplice, solito sogno: era talmente reale... io ho incontrato persone, ho visto luoghi, ho sentito nomi, e me li ricordo tutti. Non so che paese fosse, ma se lo vedessi potrei percorrere delle strade senza averle mai viste davvero. Non solo ricordo esattamente tutto ma... la notte dopo, quella dopo ancora e ancora, ho continuato a sognare le stesse persone e gli stessi luoghi, ma andando avanti con la storia. È come se fosse... una serie tv, ogni notte vivo una nuova puntata" Carly non emise una parola per qualche istante. "Curiosa come cosa","Il problema è che... credo di avere una simpatia particolare per un ragazzo del sogno. Lui è strano, è simpatico e misterioso, a volte diventa leggermente arrogante o irritato e non ne capisco quasi mai il motivo. È uno duro, che fa le cose come gli vanno e non ascolta niente e nessuno. Fa la mia scuola, si chiama Harry","Si, ma Sky" la ragazza sapeva già che cosa Carly stava per dirle. Chiuse gli occhi, non era sicura di volerlo sentire. "Lui non esiste" una morsa prese lo stomaco di Sky. Sospirò, lei aveva ragione. "Lo so, lo so ma... è come se in un certo senso invece esistesse, lui nella mia testa esiste, esiste forte e chiaro e...","Sky, no, non dirlo, ti senti? Hai una cotta per un sogno" la ragazza chiuse gli occhi e si tirò seduta quando sentì la porta di casa aprirsi, sua madre doveva essere tornata dal lavoro. Si rese conto che nonostante Carly fosse la persona che la conosceva più di chiunque altro al mondo, non riusciva a capire di cosa Sky stesse parlando. La ragazza voleva chiudere il discorso, non era una ragazza che piangeva facilmente, anzi, tutto il contrario, a parere suo le lacrime avevano un significato, un'importanza, non le sprecava per delle idiozie. Ma sentiva che se la sua migliore amica le avesse detto ancora una volta che Harry e tutto il resto era solo un sogno, che non esisteva, non sarebbe riuscita a resistere. "Carly, devo andare, è tornata mia madre. Ci sentiamo, ti voglio bene". Chiuse la chiamata osservando la foto sullo schermo, erano lei e Carly che si abbracciavano con un largo sorriso, era di un paio di giorni prima che Sky partisse. Sentì un vuoto nello stomaco, forse perché si era appena resa conto che le mancava la sua vecchia vita, nonostante avesse diversi alti e bassi. Londra era bella, ma non era casa.
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The Lightning |H.S.|
Fanfiction-Guardami, guardaci- prende le mie mani nelle sue -È esattamente così, esattamente com'era- scuoto la testa, mi volto e inizio a camminare. Mi fermo quando mi richiama un'ultima volta. -Non dimenticarmi. Io non lo farò- abbasso lo sguardo e l'unica...