La vita è come un gioco a carte:
la mano che ti viene servita rappresenta il determinismo;
il modo in cui giochi
è il libero arbitrio.
-Jawaharlal Nehru-Londra, Inghilterra
Dopo essersi preparata ed essere pronta ad uscire, Sky scese al piano di sotto. Non faceva altro che pensare al sogno che aveva fatto. Era così reale, era solo una coincidenza che avesse avuto la stessa conversazione con sua madre? Doveva esserlo per forza, non c'era altra spiegazione. -Sei pronta?- le chiese la madre. Lei la fissò un istante. Giusto, doveva rifare una seconda volta il primo giorno di scuola. Fece un cenno col capo di risposta ad Amelia. -Sei nervosa- Sky fece spallucce, era meno nervosa della prima volta. -Un po'- Amelia fece un caldo sorriso dal divano colorando di rosso le unghie delle mani. -Andrà tutto bene-. La ragazza fece un debole sorriso, sapeva già che sarebbe andato tutto bene. Mentre usciva dal cancello, nella sua mente si creò un'immagine. Se la conversazione con sua madre si era avverata, chi avrebbe incontrato a scuola? Magari quei volti, quei nomi, esistevano veramente. Vanessa, Cole, magari li avrebbe incontrati davvero, avrebbe incontrato anche... Harry. Se fosse stato così, con il ragazzo riccio avrebbe avuto l'opportunità di giocarsela diversamente, magari sarebbe riuscita a chiacchierare un po', conoscerlo. Accelerò il passo verso l'istituto, la strada per arrivarci era leggermente diversa da quella che ricordava, ma era ugualmente vicina a casa sua. Si rese conto anche che il paesaggio che aveva visto era completamente diverso da quello di Londra, il che provava che nel sogno non si trovava li. Improvvisamente si diede mentalmente della stupida. Stava dando troppa importanza a questa cosa, era solo una coincidenza. Scosse la testa sperando di riuscire a scacciare quei pensieri inutili, non l'avrebbero portata da nessuna parte. Che l'avesse già vissuto o meno, doveva concentrarsi sul vero primo giorno.
Quando si trovò all'interno dell'istituto mancavano ancora circa venti minuti al suono della campanella. A quanto pareva, non era l'unica nuova studentessa, erano nell'aula magna lei e altre cinque studenti, tre ragazze e due ragazzi, seduti su delle sedie nere, erano tutti molto silenziosi, imbarazzati, come lei. -Buongiorno ragazzi- portò lo sguardo sulla porta d'ingresso dell'aula magna, una donna più o meno alta con i capelli che arrivavano circa al mento, era appena entrata. I suoi tacchi facevano un fastidioso rumore sul pavimento bianco e la sua gonna nera a vita alta seguiva la perfetta linea delle sue gambe. Metteva quasi a disagio la sua figura così curata. Si mise davanti a loro con un accenno di sorriso. -Benvenuti al primo giorno di scuola, sono certa che vi troverete bene qui e non siete da soli. Questa è una scuola prestigiosa però, non prendetela alla leggera. Mi aspetto grandi cose da voi, voglio che sappiate che non sarete trattati diversamente dagli altri solo perché siete nuovi, dovete mettervi in pari il più in fretta possibile- i ragazzi annuivano tutti come dei manichini, impettiti nelle loro postazioni. -Avete delle domande?- si guardarono tutti in faccia, ma sembrava che nessuno fosse abbastanza interessato a voler sapere qualcosa sulla scuola che avrebbero frequentato. Sky si sentì arrossire però, quando il ragazzo seduto sulla sedia vicino a lei, le regalò un sorriso timido. -Bene, allora penso che possiate andare nelle vostre aule, credo che vi abbiano già comunicato sezione ed orari- con la stessa eleganza con cui la donna era entrata, lasciò l'aula. I ragazzi rimasero ancora un po' imbarazzati sulle loro sedie, ma poi si alzarono e si avviarono verso l'uscita. Quando fu il turno di Sky di varcare la soglia, sentì il suo equilibrio traballare quando un'alta spalla entrò in contatto con la sua, facendola barcollare. -Oh, scusa- mormorò di getto alzando lo sguardo. Era il ragazzo che le aveva sorriso poco prima. -Ma figurati, è colpa mia, non ti avevo vista- alzò gli occhi al cielo sentendosi dare, anche se indirettamente, dello scricciolo. In effetti il ragazzo, aveva il cellulare tra le mani. -Come ti chiami?- le domandò, due fossette comparvero ai lati della bocca del ragazzo. Sky si sentì tremare le gambe, anche il ragazzo riccio del sogno le aveva. Scosse la testa, era solo una stupida, altra coincidenza. -Sono Sky, Backer- lei sorrise, era sempre leggermente imbarazzata nel pronunciare il suo nome, nonostante le piacesse, era fin troppo insolito. Infatti, il ragazzo aggrottò la fronte. -Sky? Strano, davvero molto- lei fece spallucce. -E tu come ti chiami?- gli chiese a sua volta. -Io sono David- lei annuì. -Conosci già qualcuno qui?- nel mentre di questa domanda, Sky varcò la soglia dell'aula magna e guardandosi intorno, riuscì ad individuare da che parte andare per la sua classe. Magari anche David sarebbe stato in classe con lei. -Si, solamente un ragazza, è una specie di mia cugina, non è che sappia molto di lei, ma ha detto che verrà a trovarmi all'intervallo, per farmi conoscere qualcuno e aiutarmi ad ambientarmi. Tu invece?- Sky scosse la testa amareggiata, le sarebbe piaciuto conoscere qualcuno, anche una sola persona, per non essere proprio sola. -Non ti preoccupare, se vieni da me all'intervallo posso farti conoscere Brigit, al resto ci penserà lei- Sky annuì sollevata. -A che anno stai?- anche David si guardò intorno, gli ultimi ritardatari correvano a destra e a sinistra per i corridoio verso le loro classi. -All'ultimo, tu?-,-Quarto- niente, si sarebbero visti all'intervallo.

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The Lightning |H.S.|
Fanfic-Guardami, guardaci- prende le mie mani nelle sue -È esattamente così, esattamente com'era- scuoto la testa, mi volto e inizio a camminare. Mi fermo quando mi richiama un'ultima volta. -Non dimenticarmi. Io non lo farò- abbasso lo sguardo e l'unica...