Sembrava che tutto l'universo
girasse con l'unico scopo di unirci
-Dal film Serendipity-Clifton, Arizona
-Tua madre?- Harry sbuffò nel buio. -Si, sai, quella che ti mette al mondo, ci litighi tutti i giorni, chiami mamma fino alla morte-,-Smettila di fare l'idiota con me, Harry!- lui non proseguì, sembrava parlottare tra sé e sé. -Non dovrebbe tornare a quest'ora, di solito arriva più tardi! Se ti trova qui, mi castra, lo capisci?- improvvisamente Sky si sentì di nuovo in imbarazzo. -Ma non stavamo facendo niente, rilassati, basta spiegarle come stanno le cose-. Lui scosse la testa. -Siamo in uno sgabuzzino, nascosti, tu hai i miei vestiti addosso, che cosa le vuoi spiegare? Aveva detto di finirla con le ragazze a casa- l'ultima frase arrivo a Sky come un proiettile. Basta ragazze a casa, vorrebbe dire che aveva una lista nascosta, da qualche parte? Il fastidio salì nella ragazza fin dalla punta dei piedi. A lei non doveva fregare niente, ma la gelosia la stava divorando. -Devo trovare il modo di farti uscire senza che ti veda-,-Harry?- una terza voce giunse dal piano di sotto. -Non fiatare, okay?- Harry uscì dallo sgabuzzino lasciandole il cellulare con la torcia accesa. Richiuse la porta e la ragazza restò sola. Sola con il cellulare di Harry. La tentazione di frugarci dentro aumentava, ma non sarebbe stato corretto in nessun caso. Ebbe solo la curiosità irrefrenabile di sapere come era stata salvata nella sua rubrica. Prese il suo, di telefono, e mandò un messaggio al ragazzo: sul suo schermo comparve il nome "farfalla x". La ragazza rimase incantata a guardare quel nome segnato e sentì il suo battito cardiaco accelerare. Fece sparire il messaggio dallo schermo e rimase ad aspettare.
Nel frattempo, Harry si era precipitato giù per le scale, cercando di sembrare indifferente con sua madre. -Mamma! Sei tornata!- forse l'aveva detto con troppa euforia. La donna lo guardò con un sopracciglio sollevato. -Sono uscita prima, tra poco tornerà anche tuo padre. Tu... è tutto okay?- il ragazzo annuì lanciando un'occhiata alle scale. -Si, tu tutto okay?- Anne si diresse verso le scale, Harry le si parò davanti. -Harry, chi c'è di sopra?- sul volto del ragazzo si formò un'espressione, che sarebbe dovuta essere di sorpresa, ma si rese conto che non era stata molto convincente. -Di sopra? Chi dovrebbe esserci di sopra?- la donna sbuffò portando le mani sui fianchi. -Spostati, Harry- lui rimase impassibile. -Se hai qualcosa da dirmi fallo adesso, sai che lo scoprirò lo stesso, qualsiasi cosa stia succedendo- lui sorrise allarmato. -Harry Styles, figlio di quel disgraziato di Garret Styles, se non ti sposti entro tre secondi ti prendo le chiavi della macchina e credi che quando le riavrai, ti sarai già comprato una macchina nuova- Harry sapeva che quando iniziava con "Harry Styles" e finiva con "Garrett Styles" in quel modo, la cosa stava diventando grave. Sospirò, era costretto a lasciarla passare. La seguì su per le scale, lei andò dritto verso la sua stanza, lui ne approfittò per avvicinarsi allo sgabuzzino e appoggiarsi alla maniglia. Non fece in tempo ad aprire e far scappare Sky mentre Anne era ancora in camera, perché la voce della madre lo fece sobbalzare. -Cosa cerchi li dentro?- chiese la donna sospettosa. Harry si appoggiò alla porta con la schiena. -Ehm, niente- aveva detto a Sky di non balbettare se doveva mentire, non era stato capace di seguire il suo stesso consiglio. Anne si avvicinò velocemente, lo spostò senza esitazione sbraitando. -Sono stufa di questo gioco, Harry!- Harry serrò gli occhi pronto a vedere una scena di Sky appollaiata nello sgabuzzino e Anne guardarlo con disprezzo strillando, ma non successe niente di tutto quello. Aprì gli occhi: la porta dello sgabuzzino era aperta, ma dentro non c'era nessuno. -Che cosa stai architettando?- lui fece spallucce smarrito mentre la madre si guardava intorno. -Te l'ho detto che non stava succedendo niente- Anne sembrò convinta, scese le scale parlando a Harry, ma non la stava ascoltando. Aprì la porta della sua stanza, i vestiti bagnati di Sky che prima erano appoggiati alla sedia erano scomparsi, di lei rimaneva solo il phon e il pettine sul letto. Guardò sulla terrazza, Sky era scomparsa nel nulla. Cercò il cellulare nella tasca per scriverle, ma si ricordò di averlo lasciato a lei per la torcia. Quando si rivoltò verso la porta fece un salto all'indietro trovandosi sua madre davanti. Pensò che doveva metterle una campanella al collo. -Mi stai ascoltando?!- lui alzò gli occhi al cielo esasperato. -Ohw, non importa- stava facendo tutto da sola, era leggermente buffa. -Devi andare a prendere la farina, è l'unica cosa che mi manca per la ricetta. Muoviti, devi andare subito, siamo già in ritardo!- obbedendo, Harry infilò le scarpe e uscì di casa in fretta e furia. -Psst!- Harry si voltò di scatto: Sky era seduta a terra in veranda, sotto la finestra. -Mi ha vista?- chiese sussurrando. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo scuotendo la testa. -Avevo paura te ne fossi andata- fu lei invece a scuotere la testa, si alzò in fretta ed entrambi corsero alla macchina di Harry. -Mi dispiace, veramente non lo avevo programmato- lei gli porse il cellulare. -Sei arrabbiata?- lei negò con il capo. -No, non volevo crearti problemi- Harry mise in moto. -No, ho fatto tutto io, tu non c'entri niente- Sky annuì, ma non era convinta. E Harry se ne accorse. -Dimmi cosa ti frulla nella testa- lei teneva gli occhi fissi sulle ginocchia, aveva ancora indosso i suoi vestiti. Harry si preparò alla sua risposta quando alzò lo sguardo decisa, sapeva che non era una ragazza con i peli sulla lingua e gli piaceva, ma non sapeva come avrebbe reagito ad un ennesimo rifiuto. -Hai avuto tante ragazze?- Harry rimase sbigottito, si aspettava un insulto. -Perché lo vuoi sapere?-,-Rispondimi- Harry sbuffò girando una curva. -Ti riferisci a quando ti ho detto che mia madre non voleva più ragazze a casa, non è vero?- lei riportò lo sguardo in basso annuendo. -Non erano... fidanzate, neanche una era la mia ragazza- lei deglutì. -Sarebbe quello che intendeva Jordan con "è una delle tue puttanelle", vero?- Harry annuì in silenzio. -Se potessi tornare indietro non vorrei neanche vedere quelle ragazze- Sky portò lo sguardo su di lui. Alla ragazza venne in mente Oscar, quando le aveva detto di chiedere di lui, la prima volta si era sentita rispondere di non impicciarsi, ma erano successe tante altre cose da allora. -Com'erano?- lui aveva uno sguardo duro, rivolto esclusivamente verso la strada. -Venivano a casa la sera tardi o al mattino molto preso, quando tornavo a casa più o meno sbronzo. Non mi interessava neanche che i miei fossero a casa, se ci penso adesso mi vergogno di me stesso. In quel periodo non connettevo niente, Sky, non mi importava di nessuno. Quelle ragazze mi facevano schifo all'epoca come mi fanno schifo tutt'ora, ma facevano comodo, con loro era tutto molto facile. Di quelle che giravano mezze nude per i locali, entravano in casa mia senza preoccuparsi neanche di essere presentabili o meno, in caso avessero incontrato i miei genitori. Per quello mia madre era contenta quando ti ha vista, già di primo impatto si capiva che eri completamente diversa da loro- Sky sospirò profondamente. Si sentiva sollevata e Harry capì, lei ci teneva davvero molto che lui le dicesse la verità e come stavano le cose. -Se tua madre era contenta, non potevi semplicemente spiegarle come è andata oggi?- lui scosse la testa e Sky constatò che erano quasi arrivati a casa sua. -No, si fidano ancora poco di me, hai addosso i miei vestiti, non avrebbe dato fiducia ad una sola parola. Sto cerando di riportarli a credere in me, ma è difficile, loro colgono qualsiasi occasione per mettermi a disagio, come se volessero farmela pagare per come mi sono comportato in quel periodo. Se ti avesse trovata li avrei fatto innumerevoli passi indietro per il nostro rapporto. Mi dispiace averti coinvolta- lei annuì sbuffando. -Ti mettono a disagio come... come quando c'ero anche io a pranzo, vero? Ho visto come reagivi alle loro parole- lui annuì zitto. -Si, e non sai quanto ancora adesso ti voglia ringraziare per aver preso le mie difese- Sky accennò un sorriso.
Harry accostò davanti a casa della ragazza, le portò le buste della spesa in casa mentre lei stendeva i vestiti ancora bagnati. -Ci vediamo a scuola- le disse. Lei lo fermò scuotendo la testa. -No, volevo dirti una cosa a questo proposito- Harry la guardò ascoltandola. -Io penso che... dovremmo smetterla, per un po'. Stamattina mi hai lasciato troppo male, quando mi hai urlato contro, nel corridoio, hai oltrepassato il limite. Non mi interessano le tue scuse al riguardo, ma devi capire che cosa vuoi. Preferirei che rimanessimo un po' a distanza, per qualche tempo. Se poi vorrai tornare a trovarmi lo puoi fare, ma non farlo se devi prendermi in giro- Harry non si aspettava simili parole. Si rese conto che avrebbe potuto dirgliele prima, ma non l'aveva fatto perché era troppo arrabbiata. Ormai aveva capito come ragionava quella ragazza. -Io non... non voglio...-,-No, Harry, non è una richiesta la mia. È una specie di ordine. Per favore, io non posso pensare solo a quello che voglio ma anche a quello che mi serve. E andare avanti così non mi fa bene. Grazie per oggi, i vestiti te li farò avere appena lavati. Ci vediamo in giro- dette quelle parole non gli concesse di prolungarsi oltre. Chiuse la porta di casa alle sue spalle e corse al piano di sopra, alla finestra. Rimase a guardare da dietro la tenda, per un po' rimase a fissare la porta d'ingresso senza fare niente. Poi si voltò e camminò mogio verso il cancellino. Ci era rimasto davvero così male? E Sky? Era convinta di quello che gli aveva detto? Probabilmente no, ma come aveva detto anche a lui, quella situazione non le faceva bene.
Amelia era terribilmente nervosa. Era arrivata non molto tempo dopo di Sky, la ragazza aveva giusto fatto in tempo a sistemare la spesa e a riordinare velocemente salotto, cucina e bagno. Non appena mise piede in casa iniziò a cucinare e a cucinare senza sosta e nel mentre che bolliva l'acqua o la teglia era in forno, l'aiutavo a mettere i piatti riservati alle occasioni speciali al tavolo del salotto. Nel frattempo, Amelia le aveva raccontato più o meno di chi fosse la signora Nassel e famiglia. Avevano un figlio che doveva avere più o meno l'età di Sky ma, le confidò la madre, a giudicare da come erano fatti la donna e suo marito, il figlio non poteva che essere uno di quei ragazzi tutti casa e scuola, sui libri il sabato sera, occhiali come fondi di bottiglia e mai una camicia spiegazzata. La descrizione della noia, in poche parole. Magari però è simpatico, le aveva detto la madre. Sky poteva solo sperarlo.
Dopo aver finito di preparare la tavola sulla tovaglia rossa, Sky lasciò la madre in cucina a terminare di cucinare. Andò in camera e mise i vestiti di Harry in fondo all'armadio, ci mancava solo che li trovasse da qualche parte, li avrebbe lavati in un giorno in cui Amelia tornava più tardi. Prese dell'intimo nero dal cassetto e corse a farsi una doccia, finalmente. Quando ebbe finito, sentì ancora sua madre urlarle nella testa "Mi raccomando, vestiti bene, non voglio che pensino che mia figlia è una barbona!". La ragazza alzò gli occhi al cielo. Dall'armadio scelse un vestito bianco con il pizzo sulla parte alta del corpetto, aveva le maniche a tre quarti e non arrivava più su della mezza coscia. Era carino, niente di esagerato e per stare in casa andava più che bene. Asciugò i capelli lasciandoli sciolti sulle spalle, prese dell'eye-liner e lo passò, con poca esperienza, sugli occhi, la riga era più o meno accettabile. Insistette con il mascara e fu costretta a finire li, il rumore del citofono risuonò in tutta casa. Si guardò un'ultima volta nello specchio togliendo le ultime pieghe al vestito (per rimanere in sintonia con il figlio noioso della signora Nassel) e scese le scale. Si posizionò dietro sua madre, sul tappeto, la porta era già stata aperta e Amelia li accoglieva con un sorriso smagliante. Anche lei si era cambiata, quando non lo aveva visto. Era carina, indossava una camicetta nera semitrasparente e dei jeans bianchi, sua madre sapeva valorizzarsi bene. Il primo ad entrare, fu quello che doveva essere il figlio. La bocca di Sky si spalancò e penso che gli occhi potessero uscirle dalle orbite. La giacca molto simile a quella di uno smoking sovrastava una camicia bianca, si intravedevano linee nere intrecciate sulla pelle sottostante. Un paio di pantaloni tutti spiegazzati, ma facevano comunque la loro figura. I capelli ricci erano stati sollevati da, probabilmente, un intero barattolino di gel. Il respiro di Sky si era fermato di botto, era come se non le fosse concesso di stare lontana da lui per un tempo troppo prolungato. Lui strinse la mano ad Amelia, anche lei era sorpresa, a quanto pare non sapeva che il figlio del capo, era niente meno che Harry Styles. Mentre Amelia finiva di accogliere la signora Nassel e marito, Harry si avvicinò a Sky, che ancora lo guardava impietrita. Un sorriso strafottente e malizioso si aprì sul volto del ragazzo mentre le tendeva una mano, come se fosse la prima volta che si vedevano -Ciao figlia della collega-.
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The Lightning |H.S.|
Fanfic-Guardami, guardaci- prende le mie mani nelle sue -È esattamente così, esattamente com'era- scuoto la testa, mi volto e inizio a camminare. Mi fermo quando mi richiama un'ultima volta. -Non dimenticarmi. Io non lo farò- abbasso lo sguardo e l'unica...