Tu mi ricordi una poesia
che non riesco a ricordare
una canzone che non è mai esistita
e un posto
in cui non devo essere mai stato
- Efraim Medina Reyes-Clifton, Arizona
-Perché non dormi nel tuo letto?- chiese il ragazzo guardando il divano con la coperta stropicciata. -Perché non ti fai gli affari tuoi?- Sky lo sentì ridacchiare. -Ti faccio ridere?- lui scosse la testa e la ragazza decise che preferiva lasciar stare. -Grazie, comunque- si azzardò a dire. Lui fece spallucce. -Non è niente- Sky aggrottò le sopracciglia, come non era niente? L'aveva salvata, se non ci fosse stato lui, non voleva pensare a cosa sarebbe potuto succedere. Aveva dato un pugno a quel Jordan, per lei. Doveva ammetterlo, per un istante aveva pensato che, se Jordan non l'avesse lasciata andare, Harry si sarebbe annoiato e l'avrebbe lasciata li. Ma era stata una stupida. Oscar aveva detto che Harry era un ragazzo d'oro e per quanto fosse un idiota, aveva ragione. -Conosci quel ragazzo?- la domanda le sembrò stupida, era ovvio che si conoscevano, ma non sapeva come iniziare a fare domande. Il che era strano. -Si, fa la nostra scuola. Non lo avevi mai visto?- lei fece spallucce scuotendo la testa. -No, mai- la mascella di Harry si tese. -A quanto pare, lui ti aveva vista e non solo per caso- Sky deglutì. -Lo odio con tutte le mie forze- la ragazza rimase a guardarlo mentre pronunciava quelle parole con nervosismo. -Perché?- un sorriso strafottente si aprì sul suo volto. -Perché non ti fai gli affari tuoi?- le chiese facendole il verso. Sky alzò gli occhi al cielo. -Ma soffoca- a quelle parole non pensate realmente, Harry scoppiò in una risata squillante, mentre si lasciava cadere sul divano. Senza aggiungere parola, la ragazza si avviò al piano superiore, fino alla sua stanza. Harry la seguiva. Sky si lasciò andare sdraiata sul letto e fissò gli occhi sul soffitto. -Perché hai voluto entrare?- Harry scrollò le spalle. -Non ho niente da fare- oh giusto. La risposta era sempre quella. Devi ricordarti, si disse Sky, quando è con te è perché non ha nient'altro di meglio in programma. -A cosa pensi?- non poteva averglielo chiesto davvero. -A... niente- sentì il materasso vicino alle sue ginocchia muoversi, a causa del peso di un secondo corpo. La fissò con un cipiglio. -Dai, me lo puoi dire- Sky si tirò seduta. -Perché dovrei farlo? In modo che tu abbia più materiale per prendermi in giro?- la sua bocca si aprì, ma poi la richiuse in fretta. -Non voglio prenderti in giro- lei alzò gli occhi al cielo, era stufa della solita solfa. -Pareva proprio il contrario. Ti chiedo solo una cosa: cercati un'altra troietta, io non sono una di loro- non disse niente per momenti interminabili, poi si decise. -Non ti ho baciato perché pensavo lo fossi- ci mancava solo il contrario. -Lo so, l'hai già detto. Non avevi niente da fare- averlo così vicino le faceva male, ma allo stesso tempo non lo voleva allontanare. Lui scosse la testa e appoggiò una mano sul suo ginocchio. A Sky venne in mente quando fece lo stesso movimento in macchina. -No, semplicemente perché sei bella. E in quel momento volevo farlo- Sky scosse la testa. -I ragionamenti che fai non esistono, Harry- lui deglutì. -Hai pensato al fatto che forse vicino a te non riesco a pensare lucidamente?- Sky cercò di collegare quello che aveva appena detto. Non potevano essere parole sue. Che cosa avrebbe voluto dire? -Che cosa hai detto?- Harry sbuffò. -Sei talmente irritante che annebbi qualsiasi cosa io abbia nella testa- a Sky sembrò di essere appena stata presa a padellate. -Sei l'incoerenza. Se sono così irritante perché sei venuto qui? Non te l'ho chiesto io!- con uno scatto, il riccio si alzò infilando le dita tra i capelli ed iniziando a tirarseli. Era una specie di attacco di rabbia? -Perché non mi hai impedito di entrare?- le chiese. Sky era stanca di discutere e di dover rispondere alle sue stupide domande, era stanca, stressata, ancora leggermente scossa per quello che era successo fuori dalla biblioteca. Non aveva bisogno del suo essere lunatico. -Sei fastidioso come il ciclo per una ragazza, Harry Styles- Sky si alzò a sua volta dal letto scendendo le scale a passi pesanti. Ovviamente seguita da lui, fino in cucina. -Hai il passo leggero come una farfalla, lasciatelo dire- Sky lo guardò da dietro il bicchiere che stava sorseggiando. -Hai problemi anche per come cammino, adesso?- lui scrollò le spalle. -Dico solo che avrei avuto paura ad essere stato sotto le scale- Sky alzò gli occhi al cielo. -Dai da bere anche a me?- la ragazza mise il suo bicchiere nel lavandino. -I bicchieri sono li, hai due mani mi pare. Non usare il mio stesso, non voglio i tuoi microbi- Harry alzò un sopracciglio infastidito. -Sembri una bambina. Non ho più sete- Sky si chiese perché doveva seguirla ovunque, si sentiva mamma anatra e il suo piccolo. Si lasciò cadere seduta sul divano e chiuse gli occhi, sperava solo che smettesse di parlare. Sussultò quando si sentì prendere le caviglie. Portò lo sguardo su Harry sorpresa. Stava... mettendo le gambe di lei sulle sue? -Che stai facendo?- lui non rispose, le sorrise semplicemente. -Non ti farò un massaggio, su questo puoi stare tranquilla- lei sbuffò. -Non te lo avrei mai chiesto, soffro il solletico- lui ridacchiò, chiuse gli occhi appoggiando la testa allo schienale. Sky si prese un attimo per osservarlo: i riccioli ricadevano indietro lasciando la fronte scoperta, si intravedeva qualche piccolo brufolo. Sua madre li chiamava punti di bellezza. Poi però la ragazza si rese conto che se a lei ne usciva uno, le occupava tutta la faccia, sembrando una seconda testa. E lo maledì per l'ennesima volta. -Hai finito di fissarmi?- Sky sobbalzò, come aveva fatto ad accorgersene? Sentì le sue guance andare a fuoco e lui la guardò divertito. -Non...non ti stavo fissando- lui ridacchiò. -Una dritta, farfalla: se devi mentire non balbettare, sembrerà più convincente- si sentì più rilassata quando poi Harry appoggiò le mani sulle sue gambe. Chiuse gli occhi e in poco tempo, senza volerlo, perse conoscenza.

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The Lightning |H.S.|
Fanfiction-Guardami, guardaci- prende le mie mani nelle sue -È esattamente così, esattamente com'era- scuoto la testa, mi volto e inizio a camminare. Mi fermo quando mi richiama un'ultima volta. -Non dimenticarmi. Io non lo farò- abbasso lo sguardo e l'unica...