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Dopo un litigio
pezzi di silenzio
giacciono sparsi qua e là
e i suoni del mondo
non osano passarci sopra
per paura di farsi male.
-Fabrizio Caramagna-

Clifton, Arizona

Sky aprì gli occhi sbattendo le palpebre ripetutamente. C'era una forte luce che le dava fastidio da sotto le palpebre, penetrava dalle tapparelle. Dopo il tempaccio della sera prima, non si aspettava un sole simile quel mattino. Allungò le braccia sopra alla testa stiracchiandosi e si guardò intorno. Improvvisamente, il ricordo di tutto quello che era successo il giorno precedente la investì lasciandola stordita. Ci mise un attimo per rendersi conto del fatto che era nel letto di Harry. Lui non c'era però. Sky pensò che si stesse preparando per la scuola. Sbirciò l'ora sulla sveglia che aveva sul comodino e le si seccò la gola. Erano le dieci e venti del mattino. Le dieci e venti. Si catapultò giù dal letto e uscì dalla stanza correndo giù per le scale. Si bloccò di colpo quando sentì la sua voce. Proveniva dalla cucina, probabilmente. Stava... cantando? Aveva una bella voce, ogni tanto stonava facendo sorridere la ragazza. Profonda, roca, Sky sarebbe rimasta ore a ascoltarlo parlare, anche senza senso. Ma poi dovette riprendersi dal suo stato di trans, il cretino non l'aveva svegliata. Quando Harry la vide entrare in cucina le sorrise e si sedette al tavolo con una tazza tra le mani, avvicinandosi Sky si accorse che era the. -Buongiorno, farfalla. Dormito, eh?- lei lo guardò con uno sguardo feroce. -Harry, sono le dieci e venti, che cos'hai nella testa? Dobbiamo andare a scuola!- lui prese un sorso dalla tazza. -Mh, ho dimenticato di mettere la sveglia- un sorriso nascosto lo fece tradire, era ovvio che non lo aveva dimenticato. -Ti dispiace molto saltare un giorno?- Sky ci pensò un attimo: le dispiaceva? No, ma non era una giustificazione. La sua preoccupazione era sua madre, che cosa si sarebbe inventata una volta chiesto "perché non mi hai mandato un messaggio al mattino come ti avevo detto?". -Che cosa dico a mia madre, Harry? Si infurierà come una belva!- lui ridacchiò prendendo una tazza anche per me. -Oh, calma tigre. Ci ho pensato io, non hai la password sul telefono- rimase a fissarlo qualche istante. -Quale adolescente non ha la password al cellulare? Comunque le ho scritto che stavi andando a scuola insieme a Vanessa- bé, messa così forse l'avrebbe scampata. -Non ho la password perché non ho niente da nascondere. Comunque sentiamo, che cosa pensavi di fare se non andiamo a scuola?- Harry si alzò mettendo la sua tazza nel lavandino e prese una bottiglia di latte fresco dal frigo. -Vuoi?- Sky sospirò esasperata e annuì sedendosi davanti alla tazza vuota. -Di biscotti ho solo questo tipo, mi dispiace- lei fece spallucce quando Harry le presentò un sacchetto di biscotti. Lesse il nome sulla confezione, non sembravano così male, metà era di cacao e l'altra metà, biscotto tradizionale. -Comunque ti porto in barca- Sky alzò un sopracciglio. -In barca?- lui annuì. -Perché in barca?- lui alzò gli occhi al cielo. -Vuoi smetterla di fare domande? Mangia, così poi andiamo, i tuoi vestiti sono asciutti- quello implicava che avrebbe dovuto togliere la roba di Harry. Abbassò lo sguardo sulla tazza ed iniziò a mangiare i biscotti. Non voleva toglierla.


I due ragazzi ormai erano in macchina da quasi un'ora. Harry cantava a squarciagola una canzone dopo l'altra, Sky rideva da star male, sembrava che la strada non finisse mai. La ragazza non pensava che quel paese fosse così grande. E tanto meno sapeva che ci fosse un piccolo lago sul confine. Harry l'aveva definito "una grande pozzanghera", ma era comunque qualcosa. Sky si sentiva carica, Harry le aveva promesso che si sarebbero divertiti, aveva intenzione di farlo. Quella notte, Sky aveva dormito come non faceva da tempo, c'era stato un momento in cui si era svegliata e si era trovata immersa nel buio. Poi però la sua schiena era finita contro il suo petto grazie al braccio del ragazzo che l'aveva tirata a sé. La ragazza non era sicura che se ne fosse accorto di averlo fatto, dormiva profondamente, ma era stato bello lo stesso, si era riaddormentata in fretta. -Manca poco- disse a voce alta il ragazzo per sovrastare il volume troppo alto della musica. Sky annuì ridendo e cercando di fermare i capelli dietro alle orecchie, non riusciva a tenerli a bada a causa dell'aria proveniente dal finestrino aperto. -Ma non ho capito una cosa- alle parole della ragazza, Harry abbassò il volume della musica. -La barca è tua?- il ragazzo scosse la testa. -No, mio padre mi portava li quando ero più piccolo, c'è una piccola barca, di quelle vecchie con i remi. È agganciata vicino alla casa di un vecchietto, ma lui probabilmente si è dimenticato anche dell'esistenza, della barca. Quindi nessun problema, non si accorgerà neanche che l'abbiamo presa per un po'- Sky lo guardò un po' scossa. -Quindi rubiamo una barca?- Harry fece spallucce. -No, la prendiamo solo in prestito- il ragazzo le fece l'occhiolino e fermò la macchina, davanti a loro, una grande distesa di acqua.

The Lightning |H.S.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora