Gli zombie tartassarono di pugni la serranda del negozio di abbigliamento. Un fracasso continuo, che attirò tutti i non-morti nelle vicinanze. Pete se ne stava seduto sul bancone e fissava le loro facce decomposte e lacerate. Non sapeva se riuscivano a vederlo nella penombra, ma tutti gli zombie si erano ammassati lì davanti. Forse avevano capito che c'era qualcuno all'interno.
Scese dal bancone e si diresse verso il piccolo ufficio. Aprì un poco la porta, osservando Megan sdraiata sul divano. Sorrise e la richiuse. Raggiunse la porta sul retro e ci appoggiò un orecchio. Nessun rumore dall'altra parte. Rimase così per un momento, poi spinse la maniglia.
Il vicolo era vuoto. Alla sua sinistra, in fondo alla via, una sagoma avanzava nella penombra di un lampione rotto.
"Sembra una persona" si disse Pete. "Magari ha bisogno di aiuto."
Quando gli si avvicinò, quello cominciò a zoppicare verso di lui. Era uno zombie, l'osso dello zigomo destro visibile, il ventre squartato da cui pendevano i resti dello stomaco.
Pete gli puntò la pistola, ma l'abbassò subito dopo. "Meglio non sparare. Credo che gli zombie siano attratti dai rumori."
Si guardò intorno. Una scopa spezzata a metà era accanto a diversi sacchi dell'immondizia. La prese e aspettò che lo zombie gli si avvicinasse, poi gliela conficcò nel petto.
Sbarrò gli occhi.
Il non-morto era ancora in piedi, gli afferrò un braccio. Pete venne preso alla sprovvista e provò a puntargli la pistola alla testa, ma quello scattò i denti a un palmo dalla sua faccia.
Il poliziotto indietreggiò sospinto dalla forza sovrannaturale dell'essere e sbatté le spalle contro il muro. Non riusciva a tenere ferma la pistola. Lottava per liberarsi dalla presa, ma ad ogni movimento le forze diminuivano. L'alito putrefatto gli pervase i polmoni. Tossì.
Lo zombie si fece più violento, tentando affondargli i denti nel collo.
Il poliziotto gli sferrò un calcio disperato agli stinchi, ma quello gli sfiorò la guancia sinistra con i denti.
L'uomo gli sferrò un altro calcio.
CRACK! Lo stinco destro dello zombie si spezzò in due e l'osso fuoriuscì dal polpaccio.
Pete si liberò dalla presa, ma venne subito agguantato per le spalle e trascinato a terra. La pistola gli scivolò di mano. Il non-morto gli strisciò sulla schiena, quando crollò su di lui, che avvertì un liquido sulla nuca. Poi qualcuno gli tolse di dosso lo zombie.
"Ehi! Stai bene?" chiese una voce maschile.
Pete si girò di scatto.
Davanti a lui c'era un uomo di bell'aspetto, pelle chiara, capelli castano chiari a caschetto e occhi verdi tendenti all'azzurro. Indossava l'uniforme della polizia di Raccoon City.
Pete non lo aveva mai visto prima d'ora alla centrale. Lo osservò scosso per un po'. Poi lanciò uno sguardo sullo zombie e di nuovo sull'uomo, che gli tese una mano e lo aiutò ad alzarsi.
"Devi colpirli in testa" disse lui in tono pacato. "Solo così puoi ucciderli." Prese da terra la pistola di Pete e gliela rese.
"Grazie" aggiunse Pete poco stordito. Poi si ricompose. "Sono Pete Anderson, agente di polizia di Raccoon City." Gli allungò una mano.
L'uomo gliela strinse con un sorriso. "Leon Kennedy."Nick fissava felice le lettere bianche R.P.D sul tetto dell'edificio, ma quella sensazione venne subito sradicata dal suo volto. Centinaia di non-morti erano a ridosso del muro perimetrale della centrale. Erano così ammassati che quelli al centro non riuscivano a muoversi.
"Adesso come diavolo faccio a entrare nel dipartimento?" si domandò. "E se gli zombie l'avessero già invaso?"
Cinque non-morti si staccarono dall'orda e gli andarono incontro. Nick si abbassò, si diresse dietro una berlina grigia e sbirciò dal lunotto. Gli zombie continuavano a vacillare verso di lui. Ormai avevano sentito il suo odore. Non poteva restare fermo. Si alzò e si spostò da un veicolo all'altro, cercando di confonderli.
Non funzionò.
"Come cazzo fanno a sapere dove sono?" si chiese, frustrato.
S'incamminò a passo sostenuto nel vicolo alla sua destra, ignorando gli zombie alle sue spalle.
Due cadaveri erano dentro un grosso cassonetto. Entrambi crivellati di proiettili. Proseguì per un po', finché svoltò l'angolo e si fermò in un piccolo spiazzo. Una decina di corpi giacevano ai piedi di un muro forato dalle pallottole e macchiato di sangue rappreso.
"Li... li hanno messi in fila e fucilati..."
Un furgone nero era poco lontano, vicino a tre tavoli dalle gambe pieghevoli sporchi di sangue. Un altro cadavere diviso in due era in fondo al vicolo, il busto a diversi metri dalle gambe.
Era un agente della SWAT.
Non aveva più il casco protettivo e la schiena era stata squarciata e divorata. Nick si guardò intorno. "Forse avrà perso l'arma quando è morto." La cercò per un po', ma non trovò niente.
"Forse l'avrà presa qualcuno."
Uscì dal vicolo e s'incamminò alla sua destra. Un pullman era stato abbandonato di sbieco e bloccava la strada, la testa di una donna appoggiata su uno dei finestrini imbrattati di sangue secco.
La recluta si guardò intorno per un momento, poi entrò cauto nel bus e guardò inorridito i cadaveri sui sedili. Il tanfo di putrefazione lo fece tossire e si coprì il naso con una mano. Quando attraversò lentamente il corridoio interno, una mano gli afferrò una caviglia e la testa di uno zombie sbucò da sotto un sedile. Gemette e scattò i denti verso il suo polpaccio.
L'uomo spostò la gamba, ma il non-morto si aggrappò all'altra e lo fece cadere all'indietro. Batté la testa e si sentì un poco stordito.
Lo zombie gli s'inerpicò sopra e cercò di affondare i denti nell'addome.
Nick lo spinse a lato con le gambe e scattò in piedi. Il non-morto gli allungò una mano scarnificata verso il piede, ma la recluta gli schiacciò la faccia con la pianta del piede. Quello non accusò il colpo, così lo colpì diverse volte, finché il cranio gli implose sotto la scarpa. La materia grigia colò sul pavimento e gli si appiccicò sotto il piede. Si piegò in avanti e recuperò il fiato. Poi controllò la suola delle scarpe, scrollandosi via pezzi di cervello e cranio.
Sotto e sopra i sedili passeggeri c'erano solo cadaveri, borsette da donna e un libro dalle pagine macchiate di sangue. Un palo della luce aveva trapassato una parte della parabrezza e si era conficcato nel petto del conducente, che aveva ancora gli occhi sbarrati.
Nick passò attraverso il parabrezza, facendo attenzione a non tagliarsi con i vetri. Una dozzina di zombie vagavano fra i veicoli imbottigliati, che si perdevano all'orizzonte. Seguì per un tratto il muro perimetrale della centrale di polizia e si fermò dietro un albero. Il cancello da cui si accedeva al garage era bloccato da un ammasso di non-morti.
"Saranno una trentina" si disse. "Forse meno. Se riesco a distrarli, forse riuscirò ad entrare."
Ci pensò per un momento, senza trovare un'idea. Si alzò e si nascose dietro il portabagagli di una monovolume.
Una mano ossuta urtò contro il finestrino dell'auto accanto, seguita da una faccia cadaverica che batteva i denti. Trasalì e si spostò accanto a un'altra macchina, arrivando a diversi metri dal cancello.
I non-morti non si schiodavano da lì. Qualcosa li attirava.
Due poliziotti giacevano al suolo con la faccia e le gambe spolpate fino all'osso. Un furgone SWAT con le portiere posteriori aperte era vicino al cancello e una Beretta era accanto alle ruote del veicolo.
Nick ci passò accanto e la notò con la coda dell'occhio. Quando l'afferrò, tre zombie sbucarono dietro il furgone e barcollarono verso di lui, che si voltò e sussultò nel vederseli davanti. Puntò loro la pistola e premette il grilletto.
CLICK!
"No, no, no, non può essere scarica, cazzo!" borbottò tra sé, attirando l'attenzione di altri non-morti.
CLICK! CLICK! CLICK!
Uno zombie gli afferrò un avambraccio, ma Nick gli fracassò il cranio con il calcio della pistola. I non-morti lo avevano circondato. Altri ne arrivavano alle spalle. Non poteva più fuggire. Si arrampicò rapidamente sul tettuccio del furgone SWAT e si guardò intorno. Gli zombie gli si chiusero attorno, le mani protese verso di lui. Quelli davanti vennero schiacciati contro la carrozzeria da quelli che premevano alle spalle. Altri caddero e vennero calpestati.
I gemiti diventarono assordanti.
Quando si girò verso il dipartimento, gli sembrò di scorgere una luce attraverso una delle finestre del primo piano, che si spense poco dopo. Forse se l'era immaginato. Nelle fogne aveva visto cose che non esistevano, o almeno così credeva.
"Forse... forse c'è qualcuno" si disse felice, dimenticandosi dei non-morti. "C'è qualcuno!"
Si udì una raffica di spari, seguito da un forte boato, in lontananza.
Alcuni zombie si voltarono verso la fonte del suono. In fondo alla strada, coperta da una coltre di polvere, un enorme mostruosità uscì da uno squarcio nel muro di un edificio. Imponente, spalle massicce e con la testa calva, il viso austero. Indossava un impermeabile grigio. S'incamminò rigido e deciso verso una donna con la giacca di pelle rossa, che scappava nella direzione di Nick. Poi quella svoltò in un vicolo laterale, seguita dall'essere e un nutrito gruppo di zombie.
I non-morti attorno al furgone si erano allontani. Quelli davanti al cancello barcollarono verso il vicolo, ammucchiandosi con gli altri.
Nick saltò giù, corse al cancello e girò la maniglia. Era chiuso a chiave. Una decina di non-morti tornarono indietro nella sua direzione. Venne preso dal panico. Non sapeva cosa fare. Fissò gli zombie avvicinarsi per un momento. Poi si voltò, si arrampicò lungo le sbarre del cancello e saltò dall'altra parte.
Gli zombie sbatterono contro il cancello, le mani protese tra le sbarre.
La recluta tirò un sospiro di sollievo e si piegò sulle ginocchia con un sorriso. Finalmente era nel cortile interno della centrale. Non poteva crederci. Quando si girò verso il parcheggio sotterraneo, qualcosa lo afferrò per la spalla e lo tirò verso di sé.
Nick si liberò dalla presa e lo spintonò via. Sbarrò gli occhi, affranto.
Bateman vacillava verso di lui, la faccia scarnificata, il braccio sinistro mangiucchiato.
La recluta indietreggiò. Non poteva credere che Jonathan fosse diventato uno zombie. Forse l'intera centrale ora pullulava di non-morti.
Bateman cercò di afferrarlo, ma Nick si spostò a lato e lo face cadere a terra. Lo guardò rialzarsi lentamente. Non riusciva a ucciderlo. Conosceva Bateman da quando era stato assegnato al dipartimento di polizia di Raccoon City. Era stato una figura di riferimento per tutti gli agenti, così come lo era diventato anche per lui. Mentre pensava, lo zombie lo spinse contro il cancello. Molteplici mani cadaveriche inghiottirono il suo corpo.
Bateman gli fu addosso, ma lui lo tenne distante con le mani premute sul petto. Le numerose dita degli zombie cercavano di graffiarlo, di strappargli la pelle, ma s'intralciavano tra loro.
Nick fissò gli occhi vitrei di Jonathan, e comprese che l'uomo che aveva conosciuto non c'era più.
I denti di Bateman scattarono a pochi centimetri dal suo collo. Poi la testa esplose in mille pezzi, schizzandogli la faccia di materia grigia e pezzi cranio. Si liberò dalla presa delle altre mani e si pulì il viso con l'avambraccio.
"Nick!" disse una voce da uomo.
La recluta si pulì gli occhi. Sorrise.
Marvin era a pochi passi da lui.
Quando fece per raggiungerlo, il tenente gli puntò la pistola alla testa. "Non muoverti!"
Nick si accigliò. "Marvin, sono io, Nick. Nick Layers."
"Sei stato morso?" domandò il tenente, guardingo.
Lui si tastò il corpo. "No, sto bene. Sono intero, almeno credo."
Marvin gli girò attorno in cerca di morsi. Poi abbassò l'arma. "Mi dispiace, Nick. Ma non volevo rischiare. E poi da come vai conciato sembri proprio uno di loro. Ho pensato che ti avessero morso."
Nick non sapeva cosa dire.
Marvin abbozzò un sorriso, confuso. "Perché te ne vai in giro a petto nudo? E poi cos'è quella cosa che hai addosso? Sembra che tu ti sia fatto un bagno nelle fogne."
Nick si portò una mano dietro la testa, imbarazzato. "Eh... diciamo che è una lunga storia."
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Marvin Branagh Stories | Resident Evil 2&3 (Completa)
FanfictionLa storia è ambientata prima e dopo gli eventi di Raccoon City. Vedremo come Marvin e i suoi colleghi hanno affrontato l'epidemia di zombie. La trama potrebbe accostarsi o seguire a tratti quella di RE 2/3 e Outbreak.