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Gaia

Dopo qualche ora, decido di staccare per qualche attimo dallo studio.

Mi alzo dalla scrivania e avviso mia madre, prima di uscire.

Comincio a vagare fra i parchi di Roma, senza nemmeno guardare dove vado.

Il mio corpo si muove, ma la mia mente è altrove.

A Milano, insieme a tutte le amicizie che ho lasciato.

Non ero una persona con una grande vita sociale, ma avevo delle grandi amiche con cui ho passato momenti indimenticabili e che mi mancano da morire.

Fra due settimane le vacanze estive finiranno e dovrò cominciare la scuola. Sarà il terzo anno di liceo classico.

E non conosco nessuno.

Ho passato l'estate a studiare, intenzionata a fare la migliore impressione possibile, ma la determinazione mi sta abbandonando.

Nemmeno io so quanto vorrei tornare nella mia vecchia e amata casa, abbracciare le mie amiche, ridere e scherzare come se nulla fosse, studiando insieme, aiutandosi a vicenda per superare le insufficienze, passando pomeriggi interi a ripetere testi in greco e latino e trascorrendo le serate del weekend guardando film.

I miei occhi si inumidiscono senza che io riesca ad impedirlo.

Mi mordo un labbro. Odio mostrare emozioni, anche quando sono da sola.

Sollevo lo sguardo da terra per distrarmi.

Una decina di metri più avanti di me, con l'ombra che si staglia sui campi, c'è un ragazzo alto e magro con uno strano cappello, che balla canticchiando qualcosa ad alta voce.

Una decina di metri più avanti di me, con l'ombra che si staglia sui campi, c'è un ragazzo alto e magro con uno strano cappello, che balla canticchiando qualcosa ad alta voce

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Continuo ad avanzare. Non ho intenzione di cambiare strada.

Siamo a pochi metri di distanza, quando riesco a riconoscere la canzone.

L'ho già sentita in giro, è un brano che sta diventando molto popolare.

- "Io lo so, che si può, tu col tuo no, vaffanculo, io me ne andrò dove sto, dentro al top, sì, sempre al top, e in giro fanno Oh cacchio, ouh, e gli um"... oh, ciao. - lui si interrompe, nel vedermi.

- Ciao.- rispondo, incrociando involontariamente i suoi occhi.

Mi irrigidisco lievemente. Le sue iridi scure sembrano capaci di scrutarmi l'anima, non riesco a decifrare nessun pensiero dentro di esse.

- Gaia Ferrari, piacere di conoscerti.- snocciolo automaticamente, per pura abitudine.

- Il piacere è tutto mio.- replica lui, con un sorriso indecifrabile- Non sei di qui, non ti ho mai vista prima d'ora.- la sua è una constatazione, più che una domanda.

- Hai ragione, mi sono trasferita da un mesetto.- ammetto, annuendo.

- Io sono Leon.- si presenta poi lui, accennando una specie di inchino.

Mi blocco. Ho già sentito questo nome.

- Per gli amici Leon Faun.- aggiunge, con un sorriso divertito, confermando i miei pensieri.

Leon Faun || Un tiro e passa tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora