XXXXXXXIV

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Ho questo capitolo pronto da più di una settimana, a dir la verità, ma non ero pronta a pubblicarlo.

Non lo sono nemmeno ora, quindi...

Mi raccomando. Se siete particolarmente sensibili o influenzabili emotivamente, vi prego, non siete obbligati a leggere questo capitolo.

Perché fa male, ha fatto male perfino a me mentre scrivevo, pur essendo molto corto, quindi, in anticipo, vi chiedo scusa.

Ma io vi ho avvisati, più di una volta.


Era giunto quindi il momento.

Era troppo presto.

Era troppo doloroso.

Era troppo ingiusto.

Ed era inutile dire che, in quella stanza, non c'era nessuno che non stesse piangendo.

Leon cercava di non mostrare il proprio dolore psicofisico, ma era impossibile.

Gaia crollò per terra, coprendosi il volto fra le mani, mentre le sue spalle tremavano.

La madre del ragazzo era nella stessa situazione, se non messa peggio.

-Vi prego... non fate così.- sussurrò Leon, con poca voce.

Gaia si riscosse appena, alzandosi dal pavimento ed avvicinandosi al letto del suo ragazzo.

Si sedette sulle coperte, per poi chinarsi e baciarlo con dolcezza, mentre le lacrime di entrambi scorrevano fra i propri volti.

-Io ti amo, Leon. E ti amerò per sempre. Non ti dimenticherò mai, e ti prometto, ti giuro, che nessuno prenderà mai il tuo posto nel mio cuore- sussurrò lei.

Il ragazzo fu l'unico a sentirla, e un debole sorriso gli illuminò il volto.

-Ti amo anch'io, Gaia. Ti prego... vivi anche per me. E sii felice.- replicò, prima di baciarla a sua volta.


E fu così, direte voi, che finì tutto.

Ma in realtà, lasciate che vi corregga.

Questa è stata la fine materiale di un qualcosa che sarebbe durato in etero, e come tale durerà.

Perché persino nei momenti più bui, se si confida nel futuro, può spuntare un raggio di luce.

Leon Faun || Un tiro e passa tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora