"Non è possibile!" Disse Jim tenendo il termometro in mano.
Era ormai da giorni che avevo la febbre, e anche dopo aver preso un sacco di medicinali, nulla era cambiato. Io avevo un'idea, che in realtà volevo scacciare dalla testa, ma credevo di sapere quale fosse il mio male.
"Sei sicuro di non voler fare controlli? Di non voler fare un test..." lasciò la frase metà, forse neanche lui voleva pensare che realmente potesse accadere. In realtà probabilmente ne eravamo già tutti consapevoli, nessuno voleva ammetterlo, nessuno voleva averne la conferma, ma cosa si poteva fare? Consumarsi lentamente facendo finta di niente per me non era un'opzione, volevo vivere, volevo avere una possibilità.
"Forse dovrei farlo, il test... Non voglio far rischiare anche voi" dissi arreso, lo sapevo ormai da tanto che c'era qualcosa che non andava, e ormai dovevo ammetterlo a me stesso: avevo l'AIDS.
Volevo solo credere che andasse tutto bene, ma non era così e l'unica cosa da fare ormai era continuare a vivere, combattendo per sopravvivere. Mi ero ormai arreso all'idea di entrare in una clinica, andando in contro alla verità, e sentirmi dire di avere quella nuova malattia sconosciuta, incurabile. Dovevo solo sperare di vivere al meglio quel poco che mi rimaneva, perché sapevo che già quel male stava iniziando a consumarmi.
Dissi a Pheobe di prenotare per fare un test il prima possibile, poi mi addormentai, stanco da quel continuo star male."L'hai preso"
Quelle due parole pronunciate dal medico, che già mi aspettavo di sentire, ma che comunque mi avevano pietrificato.
Non potevo credere di avere un tempo cronometrato prestabilito dalla medicina da passare su quella terra. Molte volte avevo detto di non voler arrivare a settant'anni, ma in quel momento avrei solo voluto vivere il triplo: avevo troppo da fare ancora, e troppo poco tempo.
Il dottore iniziò a spiegarmi tutta una serie di cure e terapie che avrei dovuto seguire, ma non ascoltai nulla, ero troppo occupato a pensare ad altro.
Era strano sapere quando sarebbe giunta la propria morte. Chi non ha paura della morte? In realtà la vita è un lungo viaggio verso l'ignoto, tutti hanno un po' paura dell'ignoto, ma allo stesso tempo sono anche curiosi di sapere.
Tornammo poi a casa, i ricordi delle ultime ore sembravano solo scene scombussolate di un film che scorrono in fretta, con dei grandi buchi in mezzo.
Salii in camera a passo lento, chiudendo la porta a chiave: volevo stare da solo.
Mi stesi sul letto, fissando il soffitto, ripensai a tutto quello che avevo vissuto, dalla mia infanzia, fino alla creazione del mio personaggio e alla fama. Lo stesso personaggio che avevo costruito e che ora mi stava distruggendo. E poi pensai a come lo avrei detto a Brian, Roger e John. Mi sembrava impossibile trovare delle parole per dirli che stavo morendo.
"Siamo una famiglia" pensai ed era vero, come puoi dire alla tua famiglia che presto non ci sarai più, per di più non ci credevo neanche io. Mi avrebbero perso, nessuno poteva accettare una cosa del genere, e anch'io, ovunque mi sarei ritrovato, avrei perso loro.
Una lacrima mi rigò il viso al pensiero. Cercavo di aggrapparmi con tutte le mie forze a questo mondo, ma anche con tutti i miei sforzi, sapevo che il mio tempo stava finendo. In un certo senso avrei solo voluto lasciarmi andare e restare lí a consumarmi, ma volevo vivere, al massimo, volevo fare qualsiasi cosa che mi passasse per la testa, non volevo aver rimpianti.
Mi asciugai le lacrime, e scesi al piano di sotto.
Gli altri erano tutti seduti sul divano in soggiorno, i loro sguardi erano tristi, mi sedetti anch'io con loro.
"Bene, tutti sappiano che cos'ho... non voglio parlarne, non voglio che sia nominata, facciamo come se niente fosse. Oggi mi sento meglio, so che non durerà a lungo, ma da oggi voglio vivere al massimo, quindi voglio fare una bella vacanza in Giappone" dissi sorridendo, riuscendo a far sorridere anche gli altri: un minimo d'allegria sembravo tornata in quella casa.
"Bene, allora io inizio ad organizzare" disse Pheobe correndo nell'altra stanza seguito da Joe.
"Oh, tesoro sarà meraviglioso! Adoro il Giappone piacerà tanto anche a te" dissi a Jim
"Ne sono sicuro, sarà tutto fantastico" disse lui, dandomi un bacio sulla guancia, io sorrisi.
"Ho già tante idee su i posti da visitare! Dovrei avere un libro da qualche parte... se lo troviamo possiamo sfogliarlo insieme" gli dissi, lui annuì. Mi misi a cercare il libro nella grande libreria del soggiorno. In realtà io non leggevo molto, ma non vivevo in quella casa da solo e i miei coinquilini leggevano molto, per questo avevo tutti quei libri. Controllai in tutti gli scaffali attentamente, e dopo un po' finalmente riuscii a trovarlo. Lo tirai fuori, appoggiandolo poi sul tavolo.
"Eccolo!" Dissi, aprendo una pagina a caso, che per coincidenza parlava proprio della città che volevo visitare.
Guardammo tutti i monumenti che avremmo potuto visitare, io già sognavo ad occhi aperti, mentre mi creavo una specie di programma in testa. Pensavo già a tutto quello che dovevamo fare, Jim poi non era mai stato in Giappone, dovevamo sicuramente fare qualche esperienza riguardante le tradizioni, e beh poi di sicuro anche un bel giro per lo shopping, adoravo comprare tutto quello che fosse giapponese. Improvvisamente mi sentivo di nuovo vivo, felice, un'emozione che non provavo più da troppo tempo, mi sentivo di nuovo al primo tour con la band. Tutti entusiasti per quella cosa così nuova, eravamo poi rimasti sconvolti da tutti i fan che avevamo in giro per il mondo. Poi stavamo tutti in una macchina insieme, ed uno era sempre costretto a stare in braccio agli altri, però a suo modo anche quello era stato divertente. Spesso riguardavo a quel periodo con nostalgia.
Perché non potevo tornare indietro, per stare più attento e non ammalarmi?
Io volevo ancora fare musica, andare in tour, non volevo che una stupida malattia, una cosa invisibile mi bloccasse. Le cose erano però andate in quel modo, quindi non mi restava che vivere per non aver rimpianti.Spazio autore 💕
Ciao ragazzi 💜
Scusatemi se non aggiorno da un po', ma questa settimana è realmente un casino, ho le prove invalsi e sono piena di verifiche e interrogazioni.
Spero di essere più libera il prima possibile così da poter aggiornare regolarmente.
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Love me like there's no tomorrow
DragosteCom'era possibile essere sempre circondato da gente, ma non avere nessuno di cui fidarsi? Freddie aveva sempre pensato che essere famoso significasse avere il calore della gente, sentirsi amato, ma dopo tutti quegli anni si era accorto che non era...