Capitolo 5

62 6 1
                                    

Il giorno seguente montai in macchina con Jim, fregandomene altamente del fatto che gli altri mi avrebbero dato per disperso, per raggiungere il resto della band da Miami, che era l'unico a sapere della cosa. Non ero solito essere il primo a chiedere scusa, ma quella serata con Jim mi aveva fatto aprire gli occhi, avevo capito solo in quel momento tutti i miei errori. Presi un bel respiro prima di scendere dalla macchina, che era stata parcheggiata nel parcheggio di fronte all'ufficio del nostro manager. Riconobbi subito la macchina di Roger, parcheggiata davanti alla nostra, e poco più in là intravidi quelle di John e Brian.
"Sempre il solito ritardatario" avrebbe detto qualcuno di loro ironicamente, se la situazione fosse stata diversa. Quante volte mi ero sentito ripetere quella frase, e quante volte ero comunque arrivato in ritardo. Però a volte ero io quello che faceva rispettare gli orari, in realtà lo facevo soprattutto nel periodo in cui avevamo vissuto insieme...

"Siamo in ritardo!" Gridai appena sveglio, ancora in pigiama e con i capelli scompigliati, quando ebbi notato l'orario: 7.30.
L'aereo sarebbe partito tra mezz'ora, e per di più era il nostro primo tour fuori dall'Inghilterra, che figura avremmo fatto arrivando in ritardo?
"Su, sveglia! Sveglia!" Dissi scuotendo Roger, che era l'unico a non aver neanche aperto gli occhi, mentre Brian già si stava preparando e Deacky se ne stava sdraiato, probabilmente per riprendere la concezione del tempo.
"Dai Fred ancora 5 minuti" disse lui tirandosi la coperta fino a sopra la testa
"Oggi è impossibile, partiamo per il tour, ricordi?" Dissi io, mi sembrò di vederlo spalancare gli occhi, anche se in realtà aveva il viso nascosto sotto la coperta.
Il biondo si alzò in fretta, infilandosi velocemente i vestiti, mentre cercava anche di mangiare qualcosa. Alla fine, in qualche modo, riuscimmo a farci trovare pronti, quando il tassista venne a prenderci, da lì fortunatamente andò tutto bene.

Scesi dalla macchina, dirigendomi verso l'entrata dello studio.
"Andrà tutto bene" disse Jim, notando la mia tensione, sfiorandomi la mano in un modo quasi impercettibile, sapeva che se ci avessero visto non sarebbe finita bene, perché il mondo era così ingiusto?
Entrammo nel grande palazzo, prendendo l'ascensore per raggiungere il terzo piano, dove gli altri mi aspettavano. Avevo veramente molta paura delle loro reazioni, del fatto che sarebbe potuta andare più male che bene, le reazioni che si temono di più sono sempre quelle delle persone a cui si vuole bene. Dopo quei pochi secondi che sembrano infiniti dentro quell'ascensore, che quasi mi sembrò si fosse bloccato e non avevo belle esperienze, finalmente le porte si spalancano davanti all'ufficio di Miami. Sentivo le voci degli altri che discutevano da lì fuori, ma dovetti prendere coraggio e bussare. La porta mi venne aperta dal manager, mi sedetti su una poltrona con gli occhi degli altri addosso, senza nemmeno un saluto.
"Allora Fred, che ci devi dire? Ah, giusto, magari hai deciso di lasciare la band, tanto non ti importa nulla di noi, non è così?" Disse Roger, sarcasticamente, venendo subito fulminato con lo sguardo dagli altri due
"Ehi, non guardatemi così, ormai posso aspettarmi di tutto" rispose lui.
In realtà aveva completamente ragione, avevo sbagliato così tante volte, che ormai avrei potuto fare qualsiasi cosa senza neanche rendermene conto.
"In realtà non sono qui per dirvi questo" intervenni io, presi un bel respiro "allora, ho capito di aver sbagliato, fin troppe volte, che sono stato uno stupido a non ascoltarvi prima. In questi ultimi giorni ho capito di non potercela fare senza di voi, quindi sono pronto a qualsiasi cosa pur di avere il vostro perdono"conclusi
"Io come prima condizione proporrei di licenziare Prenter, lo sopporto da fin troppo" disse Roger, Brian annuì
"Si, Freddie sai che pensiamo che non abbia una buona influenza su di te" aggiunse Deacky, probabilmente temendo una mia reazione esagerata
"Tranquilli, ho capito che avevate ragione, ho aperto gli occhi" dissi, lanciando uno sguardo a Jim "bene altro?" Chiesi
"Prometti che troveremo sempre un modo per andare avanti nonostante le difficoltà?" Mi domandò Brian
"Lo prometto" risposi
"Allora, amici come prima?" Chiese John, pronto ad un abbraccio di gruppo
"No, aspettate, un'ultima domanda... Chi è lui?" Chiese Roger, indicando Jim con un cenno del capo.
"Oh, lui è Jim, l'ho conosciuto un paio di mesi fa, è... diciamo, che... è il mio fidanzato, credo" dissi, per poi rivolgere lo sguardo verso di lui per cercare approvazione "è il mio ragazzo" dissi più convinto con l'approvazione di Jim.
"Oh, per favore se riesci a farlo stare così tranquillo rimani per sempre Jim"gli disse Brian in tono melodrammatico, facendoci scoppiare in una sonora risata.
Era tanto che non ridevamo, solitamente ci urlavamo contro e basta, quel momento fu molto bello. Infine ci stringemmo in un grande abbraccio di gruppo, si quei tre mi erano mancanti molto, non sapevo neanche come avevo fatto senza di loro durante quei mesi.
"Comunque ora che avete chiarito, dovreste anche finire l'album" intervenne Miami
"Ti prego non parliamone adesso, è in studio che nascono le peggio liti, facci godere quest'attimo di pace" gli rispose John
"Che ne dite se andiamo a prenderci una birra al pub qui vicino" proposi, e gli altri furono subito d'accordo con me.
Entrammo nel locale e subito una miriade di ricordi mi travolse: andavamo spesso a suonare lì, sapendo che avremmo potuto incontrare un manager che magari avrebbe potuto offrirci un buon contratto. Ci sedemmo nel tavolo nell'angolo sinistro del pub, quello era sempre stato il nostro posto, quello più appartato.
"Sapete cosa mi viene in mente?" Chiese Roger "quella volta in cui Bri ha sbagliato l'assolo"disse
"Oh, per favore non ricordarmelo" disse Brian sul punto di ridere, e anche noi altri lo eravamo, tranne Jim che non stava capendo un bel niente.
"Oh, è stato divertente" intervenni io
"Potreste per piacere spiegarmi di che parlate" chiese Jim
"Certo tesoro... Allora partiamo col dire che quella sera eravamo tutti ubriachi fradici, anche Bri sorprendentemente, e beh, lui al momento del suo assolo, dove di solito noi altri ci cambiamo, si è dimenticato tutto e si è messo a ridere come un cretino" dissi
"E qui arriva la parte bella" intervenne Roger "allora, Freddie ha deciso di rientrare in scena con i pantaloni slacciati e senza camicia per dire: "bene signori, credo che il chitarrista si sia completamente rincoglionito, e credo di esserlo anch'io, visto che siamo tutti e quattro ubriachi!" E lo ha detto con molta enfasi e felicità" specificò il biondo
"Ma non è finita qui" continuò Deacky "in quel momento arriviamo io e Roger. Bene lui aveva i pantaloni al contrario e quindi aveva letteralmente la cerniera sul culo, e aveva la camicia di Freddie in testa a mo di turbante, e come se non bastasse ha urlato: "comunque noi siamo la più grande band di sempre! Viva i Queen, abbasso i Beatles!"  E ci terrei a specificare che siamo tutti grandi fan dei Beatles" concluse lui
"Beh tu John hai spaccato il basso, mentre noi tre urlavamo: viva i Queen! Abbiamo speso tutti i nostri risparmi per ricomprarne uno nuovo, quasi non riuscivamo a pagare l'affitto" disse Brian
"Ah, in tutto questo, c'era un manager abbastanza importante che era venuto a sentirci, mi sembra strano che dopo questa non siamo stati cancellati dal mondo della musica" aggiunsi io, concludendo il racconto, Jim aveva una faccia esterrefatta.
Finalmente ci vennero consegnate le nostre birre, e il resto del tempo lo passammo a ridere e scherzare, tirando fuori aneddoti del passato, era bello essere finalmente di nuovo uniti.

Spazio autore 💕
Ciao ragazzi 💜 spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Non ho pubblicato per un paio di giorni, ma in queste vacanze ho voluto riposarmi un po'.

Love me like there's no tomorrowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora