Prologo

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Correre, saltare, non guardare indietro, correre, respirare, non guardare indietro. La volpe si ripete le parole come un mantra mentre le zampe saltano sugli arbusti e atterrano sul terreno freddo, la coda bianca e voluminosa si muove nervosamente...Correre, respirare, non guardare indietro. La volpe lo ripeteva da ore, continuava a correre avendo in mente una sola destinazione, il porto sicuro. Continua a correre parallelamente alla strada mentre i ricordi lo inondano...-Miz, corri, non voltarti, corri finché non arriverai al porto sicuro, corri, corri e non fermarti mai, qualsiasi cosa succeda, non voltarti- la voce calda e tremante della madre arriva come un sussurro al figlio che ribatte con le lacrime agli occhi: -ma non posso lasciarti...-La madre sospira e dice sicura: -Miz vai, ci rincontreremo al porto sicuro, corri!- Il ragazzo indietreggia sentendo l'odore dei cacciatori farsi più forte, si stanno avvicinando, così decide di annuire velocemente alla madre prima di voltarsi verso la foresta sommersa dall'oscurità. -Ricordati che ti amo- il sussurro della madre arriva forte alle orecchie del ragazzo che però non si volta mentre risponde: -anch'io- così il ragazzo si trasforma in volpe sfuggendo alla presa dei vestiti e senza guardarsi indietro comincia a correre nel bosco quando un boato spacca l'aria, la volpe si ferma e le orecchie scattano all'indietro mentre una lacrima scende dagli occhi languidi, l'odore della polvere da sparo e di sangue lo travolge, sa che non rincontrerà sua madre al porto sicuro, ma decide di correre, di tentare e di non rendere vana la morte della madre...Corri, non voltarti, corri. La volpe corre tra gli alberi tenendo lo sguardo fisso sulla strada ma la sua mente reclama altri ricordi...-Cos'è stato?- Chiede incerto il ragazzo osservando la madre che in soffio risponde: -cacciatori- la madre prende per mano il figlio e lo trascina nel bosco, prima camminando, poi correndo...-Come hanno fatto a trovarci?- Chiede velocemente il ragazzo mentre la madre lo tira di lato e lo fa nascondere dietro ad un albero, poi risponde seria: -devi rimanere in silenzio, Miz, devi rimanere qui, non devi muoverti, chiaro?- Lui annuisce, si fida della madre, è l'unica persona che ha, non ha mai avuto una grande famiglia, sono sempre stati solo lui e sua madre, ma lei gli raccontava sempre di una riserva, il porto sicuro dove ci sono altri come loro, dove non ci sono cacciatori, dove non c'è pericolo. La madre e lui viaggiano da sempre alla ricerca del porto sicuro, ma ogni volta che sono vicini alla meta vengono costretti a scappare e a nascondersi dai cacciatori; le volpi sono veloci e astute, ma meno forti, non possono combattere ma nemmeno nascondersi a lungo, o almeno, non fuori dal porto sicuro. La madre accarezza gentilmente il viso del ragazzo dicendo in un soffio: -andrà tutto bene- la madre sposta la mano sull'orecchio del ragazzo, la punta è spaccata, la cicatrice è ben visibile e al tocco è fredda e rigida, è uno dei segni che la caccia ha lasciato sul ragazzo, aveva cinque anni quando si è trasformato per la prima volta in volpe e dei cacciatori lo hanno trovato nel bosco, gli hanno sparato prendendogli di striscio un'orecchio, da allora il ragazzo aveva sempre evitato di trasformarsi se non per correre e scappare più velocemente, odiava essere una volpe, pensava di essere sbagliato, perché sennò dei cacciatori cercherebbero di ucciderlo? Ben presto capì che i cacciatori non volevano ucciderlo, volevano intrappolarlo e venderlo al mercato nero, perché le volpi avevano delle capacità che nessun'altra creatura sovrannaturale aveva, sua madre glielo diceva sempre, sei speciale, sei prezioso. La volpe si ricorda la prima volta che si è ritrovato davanti i cacciatori e non ha avuto nemmeno il tempo di urlare, lo presero e lo trascinarono in un magazzino abbandonato, lo stordirono con del digitale, il veleno delle volpi, e lo picchiarono, lo ferirono per farlo urlare, per fargli chiamare il suo branco, ma le volpi sono esseri rari, sparsi per il mondo e non possiedono quasi mai un branco, partendo dal fatto che tra volpi non esistono alfa o beta. Sua madre glielo diceva sempre, nessuno ti può dire cosa puoi o non puoi fare, ma accogli sempre i consigli e rifletti prima di agire, assicurati che nessuno si ferisca per colpa delle tue scelte, siamo tutti alfa e tutti egualmente beta, siamo tutti indipendenti e allo stesso tempo indispensabili l'uno per l'altro, fidati soltanto delle volpi, Miz. Ricordati, sei tu il tuo alfa, sei tu il tuo branco. Il ragazzo gli aveva risposto sicuro: -ma sei tu mamma, tu sei il mio branco, sei tu l'alfa- allora la madre aveva ribattuto: -no, Miz, io sono la tua famiglia, la tua ancora, sono cose diverse, un giorno capirai-. Il ragazzo si ricorda perfettamente come sua madre sia riuscita a farlo scappare dai cacciatori, una donna così forte, così astuta, l'aveva sempre ammirata, malgrado tutte le volte in cui venivano scoperti dai cacciatori, malgrado tutte le volte in cui si sono dovuti nascondere nel bosco per giorni, per settimane. La volpe viene risvegliata dai suoi ricordi appena sente un boato ed un proiettile si conficca in un albero vicino a lui, i cacciatori gli stanno alle calcagna, deve correre più velocemente, deve nascondersi. La volpe sguiscia sotto le radici di un albero, cercando di nascondere la coda all'interno, non sa dove si trovi, non riconosce il luogo ma di una cosa è sicuro, non ha ancora oltrepassato il confine del Nevada, si raggomitola in una palla sperando che i cacciatori lo superino senza notarlo e così succede. Ben presto, però la volpe si accorge che non può continuare a correre verso l'Oregon, così decide di dirigersi verso ovest, in California. La volpe corre velocemente anche se stanca e vorrebbe soltanto raggomitolarsi su se stessa e dormire, ma non può fermarsi, si guarda indietro cominciando a rallentare, sta realizzando che forse sarebbe dovuto andare verso est, all'interno del continente dove fa più freddo, perché in California non ci sono volpi artiche e lui, teoricamente, ha il manto di una volpe artica, comincia a pensare che non sia stata poi una così bella pensata e si ferma a guardare l'oscurità attorno a sé, sente dei rumori e decide di mandare tutto al diavolo, esisteranno anche volpi alpine, per cui decide di proseguire verso la California, finché non sarà fuori dal territorio del Nevada non sarà al sicuro, così ricomincia a correre. Correre, saltare, respirare, non guardare indietro, ma si era voltato, si era fermato, non avrebbe più corso, non avrebbe più saltato, non avrebbe più respirato.

My fault/ Teen Wolf FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora