Pov Akane:
Mi bloccai davanti all'entrata del bagno.
Sapevo molto bene che era solo una leggenda, non era possibile che un fantasma infestasse una scuola. Ma ormai era da anni che giravano voci riguardo allo spirito di Hanako-kun che risiedeva nel terzo box dei bagni femminili del secondo piano, nel vecchio edificio dell'accademia. Si diceva che il fantasma avesse il potere di esaudire ogni tuo desiderio, ma che in cambio volesse qualcosa a te caro.
Solitamente non credevo a quelle stupide leggende metropolitane, ma in quegli ultimi tempi stavo impazzendo.
Mi chiamo Saito Akane e frequento l'accademia Kamome da ormai un anno. Amavo andare a scuola e parlare con i miei compagni. Avevo conosciuto la mia migliore amica Aoi proprio in questo edificio e dopo le lezioni, ogni giorno, rimanevo al campo di atletica ad allenarmi. Ogni tanto aiutavo Aoi al club di giardinaggio, ma solitamente passavo i pomeriggi a correre e saltare. Non studiavo troppo ma prendevo sempre bei voti e ogni tanto un ragazzo mi chiedeva di uscire. La mia vita sembrava perfetta, nessuno mi odiava e eccellevo nelle mie passioni...Ma un giorno cambiò tutto.
Era una delle gare più importanti dell'anno, avrei dovuto fare corsa ad ostacoli ma quel giorno c'era molto vento. L'allenatore e il club di atletica ovviamente non ci fecero molto caso, nemmeno io pensai alle possibili conseguenze. Ricordo che ero così eccitata che quando mi posizionai sui blocchi tremavo tutta.
Time skip:
- Ai vostri posti...-
Sistemai il calzino della gamba destra perché era leggermente spostato e mi girai verso gli spalti: vidi tutti i miei compagni che mi stavano facendo il tifo e che Aoi saltellava e urlava come una cheerleader. Le sorrisi e mi posizionai sui blocchi. Improvvisamente un ciuffo di capelli mi coprì il viso, sbuffai un po' e con un soffio lo feci tornare al suo posto. Molte volte la mia migliore amica mi aveva detto di legarli per bene, ma alla fine lasciavo sempre il gommino un po' lente. Mi piaceva molto farla arrabbiare. Mi sembrava di avere il cuore in gola, mi ero preparata così tanto per quella gara e l'eccitazione e l'ansia stavano prendendo il sopravvento. Inoltre i miei compagni maschi che mi guardavano con quel completino aderente e soprattutto orrendo mi mettevano in imbarazzo. Scacciai le distrazioni dalla mente e sistemai i piedi contro i blocchi.
- Pronti...Via!-
Il nostro allenatore ci diceva sempre che il suono delle sparo arrivava leggermente in ritardo e che solitamente la partenza dai blocchi rallentava un po', proprio per questo dovevo essere reattiva come una molla e partire subito come un razzo. Nella corsa ad ostacoli il mio problema principale era il passaggio del primo ostacolo, ma dopo settimane di allenamento la difficoltà si era ridotta.
Passai il primo e sentii i miei capelli frustarmi la schiena: amavo quella sensazione. Davanti a me c'era soltanto un'altra ragazza, non la conoscevo tanto bene ma sapevo che era molto veloce. Riatterrai agilmente e ripresi la corsa verso l'ostacolo seguente. Il trucco di questa disciplina è proprio l'aumentare di velocità tra un ostacolo e l'altro. Solitamente dopo aver passato l'ultimo, da quanto andavo veloce mi schiantavo contro i cespugli vicini, ma questa volta non doveva essere così. La distanza tra me e quella ragazza diminuiva sempre di più e piano piano sul mio viso si stava formando un ghigno compiaciuto quasi agghiacciante.
La sorpassai al terzo ostacolo e al quarto ero già parecchio distante.
Ricordo quegli attimi perfettamente: le grida degli spettatori, quelle del mio allenatore e di Aoi, le gocce di sudore che mi solcavano il viso...Era tutto così bello finché al quinto ostacolo successe qualcosa di inaspettato. Quando mi trovai a meno di un metro di distanza dal quinto, una folata di vento buttò in terra due ostacoli. Uno di quelli era proprio il mio.
Cercai disperatamente di fermarmi ma fu troppo tardi: mentre l'ostacolo cadeva lo agganciai con il piede e rotolai a terra. Per non ferirmi la testa cercai di pararmi con le mani, ma non atterai con quest'ultime: sentii una fitta fortissima al ginocchio destro.
Ero atterrata proprio sul ginocchio per poi rotolare per le corsie del campo. Mentre volavo per terra non chiusi neanche gli occhi, vidi ogni istante della mia disfatta.
Dei ragazzi del terzo anno mi presero
e mi portarono in infermeria mentre urlavo dal dolore.Da quel giorno la mia vita cambiò drasticamente: il ginocchio non tornò più normale e durante gli allenamenti non riuscivo più a correre e a saltare come prima. Il dolore continuava a pungermi anche di notte mentre cercavo di dormire e anche quando ero seduta. Ormai non potevo più allenarmi con gli altri e quindi mi unii al club di giardinaggio.
Mi facevo veramente pena, l'atletica era stata tutto per me e io dovevo abbandonarla in questo modo. A casa ogni tanto prendevo le mie medaglie vinte e le appoggiavo sul letto per osservarle; poi scoppiavo a piangere e mi maledicevo.
Il ginocchio mi faceva male anche quando dovevo salire le scale e ogni volta che sentivo quel dolore, mi ricordavo del mio fallimento. Molte volte scappavo nei bagni perché non riuscivo a trattenermi dai singhiozzi.
Non ne potevo più, odiavo me stessa e tutti quelli che mi circondavano. A lezione dalla finestra osservavo la gomma rossa del campo come se fosse il ragazzo più bello della scuola. Inoltre il dolore che provavo, non solo fisico, ma anche psicologico, mi stava portando alla pazzia. Non parlavo più con i miei ex compagni del club di atletica e mi isolavo da tutti quanti. Stavo solo con Aoi che un giorno mi raccontò del settimo mistero chiamato Hanako-kun. Per me fu come un raggio di sole in un cielo pieno di nubi. Forse tutto sarebbe potuto tornare come prima?
Ovviamente non ci sperai troppo visto che erano solo voci, ma dentro di me non vedevo l'ora di verificare con i miei occhi l'esistenza del fantasma.
Così il pomeriggio seguente mi avviai verso il bagno dello spirito, tutta speranzosa.
Trattenni il respiro ed entrai nella stanza: dalla finestra, visto che era tardi entrava una luce rossastra quasi inquietante. Camminai fino al terzo box e mi fermai. Bussai tre volte e dissi:
- Hanako-san? Hanako-san sei qui? - la voce mi tremava un po' per l'eccitazione.
- Ci sei?- non mi rispondeva nessuno così aprii la porta e scoprii che al suo interno era vuota. Una lacrima mi rigò il viso e mi girai per andarmene. Era ovvio che non c'era nessuno lì perché i fantasmi non esistevano, ero stata davvero stupida a credere alle storielle di Aoi. Strinsi i pugni dalla rabbia e mi incamminai verso l'uscita. Improvvisamente sentii qualcosa di freddo toccarmi la spalla, mi girai di scatto e dallo spavento caddi a terra.- Heilà!-
Angolo autrice:
Ciao a tutti! Premetto che questa è la mia prima storia e che non scrivo tanto bene.
Inoltre i primi capitoli mi serviranno per fare un quadro generale della protagonista, potranno sembrare noiosi, ma una volta finiti inizierà la storia vera e propria.
Spero di aggiornare il racconto frequentemente e di non deludervi.Grazie per l'attenzione!
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DESPERATE ESCAPE Hanako-kun x Oc
ParanormalNon è possibile tornare indietro, vero? Sto sprofondando nei miei ricordi nostalgici, sperando di tornare quella di un tempo. Sento l'angoscia annebbiarmi la mente. Non riesco neanche a riconoscere la realtà dagli stupidi giochetti frutto della mia...