CAPITOLO 2 - Parte I: Per me si va ne la città dolente...

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Ormai lo avrete capito che sono "filo-dantesca", per cui perdonatemi, se potete, per la nuova citazione che ho preso vergognosamente in prestito dalla Divina Commedia ed impropriamente usato come titolo al capitolo, ma è più forte di me!

Con questo capitolo riprende la narrazione al  tempo presente della storia, da dove l'avevamo lasciata al termine del Capitolo 1.
Spero che questo inquietante viaggio, nonostante i temi piuttosto macabri, vi piaccia!




***



CAPITOLO 2 - Parte I: Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.


"Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.


Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e 'l primo amore.


Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'entrate."

(Divina Commedia, Inferno, Canto III)



 La regina Frigga è una donna dalla grande saggezza e sapienza, nonchè una profonda conoscitrice delle arti magiche. E' stata lei infatti ad iniziare suo figlio minore alla magia, notando che il piccolo sin dalla più tenera età mostrava di possedere il dono del Seiðr. 

La consorte di Odino può essere considerata a pieno titolo una regina fra le dee. Donna dalla bellezza senza tempo, dal viso dai severi lineamenti regolari a cui però si oppongono due grandissimi e dolcissimi occhi cerulei, talmente espressivi da essere incapaci di mentire. I lunghissimi capelli biondo scuro lievemente arricciati sono sempre intrecciati in complesse acconciature dall'architettura talmente intricata da ricordare i ricami e le organze più preziose. L'altezza elevata ed il corpo statuario dalle armoniose forme classiche le conferiscono una regalità ed una maestosità superiori anche a quelle del marito. Le morbide curve del suo corpo incarnano la perfetta rappresentazione della dea della fertilità, ovvero tutto quello che può essere una donna adulta: moglie, amante e madre. Non per niente è stata colei che ha fatto capitolare ai suoi piedi il re degli dei! La bellezza di Frigga è la bellezza di una donna che è ancora contemporaneamente tutte queste cose: non più fanciulla ma splendente donna nel pieno della sua maturità. Possiede un incedere regale ed una naturale eleganza sia nella pacatezza dei movimenti che nel modo di parlare educato e gentile. Lo sguardo è perennemente dolce e comprensivo. La paziente e misericordiosa sposa di Odino quasi mai si altera o si lascia andare a manifestazioni di dissenso o fastidio.
Questo suo essere così amorevole e disponibile verso il prossimo non va però confuso con il possedere un'indole debole o remissiva. Frigga è incredibilmente forte e determinata, a volte fino a rasentare l'ostinatezza, quando ritiene che le motivazioni lo necessitino, ed è l'unico essere vivente in grado di mettere in riga Padre Tutto. Ma la dea è altresì consapevole del suo ruolo di regina prima di ogni altra cosa. Nemmeno lei può opporsi al volere definitivo ed alle decisioni di Odino, e così è stato al momento della condanna di Loki.
Fosse stato per lei, gli avrebbe dato una bella strigliata e lo avrebbe relegato agli arresti domiciliari nei suoi alloggi fino a data da definirsi, ma mai lo avrebbe rinchiuso in una prigione. Che poi gli alloggi di Loki consistono di fatto in una vera e propria lussuosa dimora contenuta all'interno della reggia stessa, composta da svariate stanze unite tra loro da lunghi corridoi ricoperti da sontuosi tappeti verde scuro ricamati in trame nere ed oro, illuminati solo dalla tenue luce di candele poste su argentei candelabri dalle stravaganti fogge gotiche e barocche.
I vari ambienti, tutti scarsamente illuminati, riecheggiano di un'atmosfera vagamente misteriosa e spettrale ma al contempo affascinante. Nonostante la perenne penombra, il tutto riesce anche a risultare incoerentemente accogliente e confortevole. Al centro dell'ampia camera da notte troneggia un sontuoso letto matrimoniale a baldacchino, anch'esso dorato, che riprende i motivi dei tappeti, riccamente intarsiato da pregevoli bassorilievi a motivi epici e mitologici. Sul pavimento è steso un altro vasto tappeto, questa volta in morbida e folta pelliccia nera. Su due delle pareti, una opposta all'altra, sono appesi due imponenti specchi dalle massicce cornici lignee, mentre un terzo è attaccato al baldacchino proprio sopra al letto, e riguardo agli scopi di quest'ultimo, nessuno a corte ha mai osato fare commenti. Anche se ai tempi della sua installazione (avvenuta ovviamente su richiesta di Loki stesso) era stato motivo di un certo notevole imbarazzo per i restanti membri della famiglia reale.
Le altre stanze comprendono una piccola biblioteca personale contenente rarissimi volumi inerenti tutte le più svariate e diversificate materie dello scibile umano e non, uno studio collegato alla biblioteca, un laboratorio per gli esperimenti e gli incantesimi in cui a nessuno è permesso entrare e dove sono custoditi anche tutti i libri proibiti e di magia, un salotto per ricevere gli ospiti, una sala da pranzo con un lungo e maestoso tavolo rettangolare in pesante mogano scuro squisitamente lavorato (anche se, quando il tempo lo permetteva, il principe preferiva consumare i suoi pasti sulla terrazza, utilizzando il solido tavolo esterno in marmo, all'ombra del fresco pergolato che ne ricopre parte dei muri e del tetto), ed una stanzetta adibita a dispensa ben fornita di ottimi cibi e bevande sempre fresche, con una piccola cucina annessa, in caso al principe fosse venuta fame nelle ore non designate per i pasti. Al tutto va aggiunta un'enorme stanza da bagno, con al centro un'immensa vasca per le abluzioni esagonale in pregiato marmo colorato decorato a mosaico, ed impreziosita sui bordi da rare e variopinte maioliche, con tanto di scalinata per immergersi all'interno e svariati getti e giochi d'acqua sia sopra che sotto la superficie, che sgorgano dalle numerose rubinetterie in oro massiccio. Al centro una grande fontana marmorea a forma di delfino dalla cui bocca zampilla un continuo e vivace flusso di acqua termale completa il tutto.
A tale stanza da bagno il dio del caos aveva fatto aggiungere anche una piccola sauna in legno, in quanto utilizzare quelle comuni delle terme sotterranee del palazzo, a cui tutta la nobiltà ha da sempre libero accesso, gli provocava un totale senso di ribrezzo. Inoltre, al fondo del corridoio principale, si trovano due stanze, con servizi annessi, destinate alla sua servitù personale, e due ampie camere guardaroba ben fornite anch'esse di specchi. Una per i suoi numerosi, svariati ed eleganti indumenti e per le sue complesse, sfarzose e pesanti armature da battaglia e da cerimonia, fatte in cuoio, oro ed altri metalli intarsiati; e l'altra adibita a piccolo magazzino, in cui il principe era solito conservare oltre un centinaio di armi sue personali tutte ben ordinate, lucidate e catalogate a seconda del tipo e della misura.
Al tutto va aggiunta la vasta terrazza esterna, circondata da una candida balaustra in stile classico, al cui centro si snoda un elegante colonnato dorico, da cui discende una scalinata in pietra che conduce direttamente ai suoi giardini privati; ora, dopo i lunghi anni di assenza, ormai incolti e più simili ad un piccolo boschetto, con le numerose piante rampicanti che hanno preso il sopravvento, sviluppandosi simili a verdi e rigogliose ragnatele su ogni pezzo di muro disponibile. Nonostante il visibile abbandono, il giardino rimane un delizioso luogo privato in cui rinfrescarsi durante i giorni più caldi lontani da occhi indiscreti, sedendosi sulle graziose panchine all'ombra di secolari alberi od accomodandosi nel delizioso gazebo che lo stesso Loki aveva voluto per suo sfizio personale.
Ogni ambiente degli alloggi del secondogenito è inoltre arredato con mobili intarsiati di altissimo pregio sia nella foggia che nei materiali, costruiti dai migliori artigiani del regno, e da preziosi arazzi e maestosi tendaggi dalle tonalità però sempre piuttosto cupe. La luce non è mai stata la benvenuta nella dimora del signore degli inganni. Inoltre il dio aveva fatto aggiungere un po' ovunque sia innumerevoli affreschi sulle pareti e sugli alti soffitti, raffiguranti scene di sanguinose battaglie e di racconti mitologici; sia statue di notevole grandezza, rappresentanti bizzarri animali leggendari ed epiche creature, che, per quanto di meravigliosa fattura, rimandano ad uno stile e ad un gusto piuttosto sinistri e vagamente inquietanti. Infine, come dimostrazione inconfutabile dello smisurato ego del dio del caos, una statua in marmo di sè medesimo in armatura da battaglia a grandezza naturale troneggia imperiosa e minacciosa nell'ingresso.
Naturalmente le statue e le fontanelle non mancano nemmeno sulla terrazza e nei giardini, anche se quelle esposte all'umidità esterna hanno inevitabilmente iniziato a ricoprirsi di muschio verde a causa dei tanti anni di abbandono. Nessuno infatti ha osato più metter piede negli alloggi e nei giardini privati del principe perduto dopo la sua tragica dipartita da Asgard avvenuta quasi 90 anni prima.
L'intera dimora rimanda ad una voluta esaltazione di grandezza e di stravagante raffinatezza autocelebrativa, rispecchiando perfettamente il disperato desiderio di potere del dio ed il suo continuo bisogno di essere ammirato ed adorato.
Inutile comunque dire che gli arresti domiciliari in alloggi simili rappresentano una punizione che forse vorrebbero ricevere anche gli uomini più innocenti dei Nove Regni.

Libro 1 :  La meretrice di AsgardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora