CAPITOLO 2 - Parte II: Per me si va ne la città dolente...

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Ad interpretare Hela nella mia storia è l'attrice Eva Green (potete ammirarla nella foto qui sopra), in particolare nel suo  personaggio di Artemisia nel film "300, The rise of an Empire".



CAPITOLO 2 - Parte II: Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.



  Definitivamente addentratosi nei domini di Hela, Thor si ritrova davanti un altro corso d'acqua. E' il fiume Slidhr, il "Terribile", nel quale non si agitano dei comuni flutti, ma i suoi frangenti sono fatti di coltelli aguzzi e di spade affilatissime che feriscono orrendamente i già martoriati cadaveri. Infatti gli sventurati dannati per raggiungere l'altra sponda devono guadarlo a nuoto.
Fortunatamente l'Asgardiano non ha certo bisogno di gettarsi tra quelle acque di lame e di acciaio. Gli basta far roteare velocemente nella sua mano Mjöllnir e poi lanciarlo nella direzione che desidera seguire, aggrappandosi alla cinghia in pelle del martello e lasciandosi da esso trascinare. In questo modo riesce letteralmente a volare.
Superato così il tagliente rivo, Thor atterra sull'altra sponda, e ciò che gli si presenta dinnanzi alla vista è una strana spiaggia, la delirante Nåstrond, "la Spiaggia dei Morti": primo vero luogo di pena che il dio incontra sul suo cammino, destinato agli assassini, agli spergiuri ed agli adulteri.
Il guerriero non può proprio evitare di fermarsi qualche minuto ad osservare lo squallido e raccapricciante scenario che si presenta ai suoi occhi. Mai aveva veduto nella sua lunga esistenza un paesaggio tanto orripilante. I rei di tali infamie subiscono l'eterno terribile destino di venir continuamente sbranati da un orribile drago squamoso e verdastro, Nidhhóggr, ed inoltre di essere tormentati da un groviglio di serpenti.
Come se quello spettacolo penoso non bastasse, sulla spiaggia infernale è allestito anche un tetro cantiere navale, dove, immerse nel fetore dei cadaveri, schiere di esseri mostruosi e demoniaci sono addette ad un'operazione ributtante: strappano via con forza le unghie dai corpi martoriati. Il sudicio materiale corneo viene utilizzato per costruire la nave Naglfar[1], "Nave di unghie", repellente imbarcazione che trasporterà i figli di Hel verso il luogo dello scontro finale contro le forze del bene.
Una tale visione rappresenta un vero e proprio scempio per la vista del dio, che, stimolato oltre che dalla disgustosa scena, anche dall'insopportabile olezzo di decomposizione e marciume che impregna l'aria, è assalito da un improvviso attacco di nausea che gli fa contorcere lo stomaco, causandogli un inevitabile conato di vomito.
Thor, il potente dio del tuono, che sta vomitando anche l'anima di fronte a dei cadaveri, che vergogna! Pensa.Meno male che nessuno sembra prestarmi la benchè minima attenzione, e quindi la cosa resterà ben seppellita in questo schifoso mondo sotterraneo!
Una volta passata la nausea il guerriero riprende il suo cammino, lasciandosi l'abominevole rena alle spalle, sempre più impaziente di portare a termine questa lugubre missione.
Ma la strada per giungere alla dimora della regina è lunga, e molti ancora sono i luoghi ed i paesaggi che il Tonante ha modo, suo malgrado, di osservare durante il tragitto.
Così lungo il suo sentiero Thor vedrà le alte cime dei monti Nidhafìoll, "Montagne dell'oscurità", le cui vette sono perennemente circondate da un alone di nebbia scura, quotidianamente sorvolate dal dragone Nidhhóggr, che trasporta sulle sue possenti ali le vittime dei supplizi di Nåstrond. Si troverà di fronte a Naigrindr, "la Porta dei Morti", altro luogo di immani sofferenze per i dannati, sorvegliata notte e giorno dal mostruoso gigante Hrimgrimnir, "dal cappuccio di gelo", e dove le Vilgemir, creature maligne di sesso femminile e solerti dispensatrici di dolori ed affanni, danno da bere urina di capra ai malcapitati ospiti, costretti così a ripensare al dolce idromele ed alla spumeggiante birra che viene servita invece nel Valhalla da leggiadre Valchirie.
Scorgerà l'isola Lyngi, proprio al centro del lago sotterraneo di Amsvartnit, dove giace incatenato il ferocissimo e gigantesco lupo Fenrir, l'altro figlio di Loki e fratello di Hela, che ulula disperato senza sosta, invocando inutilmente qualcuno a liberarlo dalla sua perenne prigionia.
Thor non può che passare oltre. Non gli è permesso intervenire sul destino delle creature che Odino stesso ha maledetto, anche se prova una pena indicibile per quella povera bestia legata ed abbandonata sola a se stessa su quel triste isolotto. Del resto quell'essere è pur sempre suo nipote. Ma se suo padre ha deciso così avrà avuto le sue buone ragioni. Il re degli dei non è un tiranno senza cuore. Se non ci fossero stati dei motivi più che validi non avrebbe mai perseguitato nè Fenrir nè gli altri figli di Loki, cerca di autoconvincersi Thor. Anche se una piccola parte di lui è disgustata dal comportamento paterno. Ma forse quando lui sarà re potrà porre rimedio anche a questo ed a molti altri errori commessi dal severo monarca.

Libro 1 :  La meretrice di AsgardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora