E' ormai notte fonda quando Thor, Sif ed i Tre Guerrieri escono dalla taverna per fare ritorno a palazzo. Le strade della capitale sono buie e deserte, ma la cosa non turba affatto i cinque compagni: in fondo questa è la loro casa da più di un millennio e si può tranquillamente affermare che essi conoscano talmente bene la loro città da poterla percorrere tutta anche ad occhi bendati.
Non c'è nemmeno uno scorcio di luna ad illuminare il loro cammino. Essa è infatti stranamente coperta da una fitta coltre di nubi, cosa piuttosto insolita nella terra degli Æsir, il cui cielo notturno risulta quasi costantemente illuminato e trapuntato da miriadi di astri rilucenti, simili a preziose gemme incastonate in quel ricco mosaico sfavillante che è la volta celeste asgardiana. Ma non questa notte, che pare invece scura e nebulosa, quasi a voler far presagire temibili e minacciosi accadimenti futuri dalla forma ancora indefinita.
Lady Sif rallenta il passo ed invita con un cenno Thor a fare lo stesso, in maniera da restare leggermente indietro rispetto ai compagni ed aver così modo di parlare loro due soli con maggior libertà, senza venir uditi dagli altri.
«Mi concedi di darti ancora un ultimo consiglio, amico mio?» Chiede Sif più per gentilezza verso Thor che per altro, conoscendo già la sua probabile risposta.
«In realtà ci speravo Sif. Ho davvero bisogno del tuo saggio punto di vista in un momento come questo, perchè non so proprio come affrontare mio padre.»
«Tu ti sottovaluti Thor. Come ti ho già detto prima, sei maturato davvero molto in questi anni. Da quando sei tornato ad Asgard sei un uomo diverso, migliore, e devo ammettere che quella donna mortale doveva proprio essere una persona speciale e di gran valore se è riuscita in pochi decenni ad avere una così positiva influenza su di te, trasformando un giovane dio sconsiderato ed anche un po' arrogante, presuntuoso e troppo sicuro di sè, nell'uomo maturo, cauto ed assennato che risulti essere oggi. Perdonami amico mio, se ti dico queste cose, ma ora sei davvero una persona differente e migliore.»
«Lo era Sif... lo era realmente. Una persona speciale e meravigliosa. Un misto di intelligenza, capacità di comprensione e dolcezza, e non smetterò mai di esserle grato per avermi insegnato l'umiltà e la modestia e per avermi aperto gli occhi sulla realtà delle cose.»
Un velo di tristezza compare ad oscurare il bel volto del dio del tuono. Ricordare la sua defunta moglie midgardiana è sempre doloroso per lui, nonostante siano ormai trascorsi quasi una ventina d'anni dalla sua morte.
«Scusami, sono proprio una stupida. Non volevo rammentarti con i miei discorsi eventi del passato che ancora ti turbano e ti fanno soffrire... »
«No mia cara Sif, va tutto bene, non preoccuparti.» Thor, cortese come sempre, rassicura sorridendo la guerriera, e nasconde immediatamente il moto di sconforto che era nato in lui sentendola parlare della sua sposa. Non vuole certo turbare l'amica con ricordi difficili del suo passato dei quali lei non ha nessuna colpa.E' stata infatti una sua scelta volontaria e voluta quella di lasciare Asgard ed andare a vivere sulla Terra accanto ad una donna mortale. Thor ne conosceva perfettamente le conseguenze. Sapeva perfettamente che la vita della sua amata Jane non sarebbe stato altro che il battito d'ali di una farfalla per lui, e dopo sarebbe stato solo un eterno piangerne l'assenza. Lui l'ha amata comunque dal giorno in cui l'ha conosciuta fino alla sua morte, fino al giorno in cui serenamente si è spenta mentre lui le stringeva le fragili mani fra le proprie per l'ultima volta. Nonostante lei lo avesse implorato di lasciarla quando i segni dello scorrere del tempo avevano inevitabilmente iniziato a manifestarsi sul suo bel viso, lui non aveva voluto sentir ragioni. Non gli importava che invecchiasse. Per lui era sempre bellissima, ed ogni giorno condiviso con lei se lo porterà eternamente nel cuore come un prezioso dono che mai potrà ripetersi.
Forse è anche per questo che Thor desidera ancora così ardentemente recuperare il rapporto con suo fratello, nonostante tutto il male e l'astio che Loki gli ha dimostrato. Forse è per non sentirsi più così terribilmente solo, per soffocare quel logorante senso di vuoto che scava inesorabile dentro alla sua anima da quando lei se n'è andata per sempre. Il dio del tuono dopo la morte di Jane ha fatto ritorno ad Asgard col cuore pieno di sofferenza e solitudine, e ritrovare l'affetto del fratello perduto potrebbe riempire in qualche modo la voragine che si porta dentro, quel nulla che lo perseguita quotidianamente e che lui cerca inutilmente di combattere. Loki è la persona, dopo Jane, che più gli è stata vicina, che meglio lo conosce nell'intimo del suo spirito e verso il quale il Tonante prova ancora tutt'ora un sentimento incrollabile. Ritrovare il suo amore fraterno sarebbe davvero un modo per lenire, anche se non certo per cancellare, quel dolore. Poichè cancellarlo sarebbe impossibile, nè lui realmente lo vorrebbe. Il dolore è nel ricordo di lei, cancellarlo significherebbe cancellare lei. Thor lo sa bene, perchè nonostante siano passati parecchi anni ormai, quella sofferenza non si è nemmeno attutita. Ha imparato a gestirla, ci convive quotidianamente senza mostrarla troppo all'esterno. Se la tiene dentro come un piccolo, prezioso segreto tutto per lui, un inestimabile tesoro nascosto, fonte di tormento ma anche di immensa, malinconica gioia e di struggente tenerezza nel ricordo della sua amata e di tutti i momenti felici condivisi.
Sì, la sua è una scelta che nessun Áss potrebbe mai comprendere ma che rifarebbe mille volte ancora, nonostante sia perfettamente consapevole della pulsante cicatrice che gli lascerà incisa a vita nel cuore.
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Libro 1 : La meretrice di Asgard
FanfictionQuesta storia nasce con l'idea di essere una trilogia piuttosto lunga e complessa e questo dovrebbe essere quindi il primo "libro". Ovviamente se mi tirerete troppi pomodori dietro mi fermerò... promesso! La storia includerà molti personaggi e si is...