Solo un piccolo avvertimento: qui il rating si alza ancora, se qualcuno non gradisse le scene troppo osè... bè io ho avvisato!
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"Nessun uomo si aprirà con il proprio padrone; ma a un amico di passaggio, a chi non viene per insegnare o per comandare, a chi non chiede niente e accetta tutto, si fanno confessioni intorno ai fuochi del bivacco, nella condivisa solitudine del mare, nei villaggi sulle sponde del fiume, negli accampamenti circondati dalle foreste — si fanno confessioni che non tengono conto di razza o di colore. Un cuore parla — un altro ascolta; e la terra, il mare, il cielo, il vento che passa e la foglia che si agita, ascoltano anche loro il vano racconto del peso della vita."
Joseph Conrad
(Heart of darkness - Cuore di tenebra)
La stanza è solo vagamente illuminata dalla tremula luce di candele poste su bronzei ed intricati candelabri dallo stile barocco. La fiamma che emettono è calda ed aranciata, ma tenue. Non rischiara l'ambiente, cosicchè gli oggetti che compongono il lussuoso arredamento della vasta camera appaiono in ombra, quasi indefiniti, ed a Glod l'alta figura dell'uomo voltato di spalle pare più uno spettro che il principe che per quasi un secolo è rimasto imprigionato nelle segrete di Válaskjálf[1].
La donna siede timidamente sul bordo del magnifico letto a baldacchino, osservando silenziosa il luogo che la circonda. E' leggermente frastornata dalla sontuosità di quel posto, non essendo certo abituata a tutto quel lusso ed a quello sfarzo. La schiava non ha mai visto tanta ricchezza e magnificenza in vita sua. Ma è anche un po' turbata a causa della stranezza di quegli arredi e di quei colori. E' tutto elegante, ma sinistro e cupo. Una persona che esterna gusti del genere deve sicuramente possedere un animo inquieto e tormentato, immagina,e quella non è che la stanza da notte, chissà quali bizzarie si celano nel resto degli alloggi...
Loki sta versando del vino in due calici presi da un tavolino ovale sul quale per comodità è solito tenere vari generi di conforto di cui potrebbe aver bisogno durante le lunghe ore che trascorre segregato in camera sua. Poi le si avvicina porgendogliene uno con un gesto rilassato ed elegante.
«Tieni, bevi. Ti calmerà.»
Glod afferra incerta il bicchiere e ne trangugia il contenuto in un solo colpo.
«No, forse uno in effetti non basta a calmarti» afferma il dio osservandola dall'alto divertito, «certo che ti devo proprio fare paura, anche se prima mi sei sembrata un po' meno spaventata...»
«No, signore, non mi permetterei mai... chiedo scusa se le sto dando quest'impressione... no, no, non oserei mai...» risponde immediatamente la rossa tentando di giustificarsi, senza però riuscire a nascondere il fatto di essere palesemente terrorizzata. Adesso si trova nelle stanze private del traditore, ed è sempre più convinta che tra poco quest'ultimo getterà via quella sua maschera melliflua ed impassibile per mostrarle il suo reale volto malvagio, ed iniziarà a fare di lei cose che non osa nemmeno immaginare. Vorrebbe scappare ma non vede nessuna via di fuga. Ormai si sente come un topolino preso in trappola.
Loki ignora le scuse di circostanza della visitatrice e sedendosi accanto a lei sul letto le porge anche il secondo calice. Glod lo prende con un gesto meccanico e beve anche il contenuto di questo in un unico, lungo sorso. Se deve morire sotto atroci torture, meglio per lei che sia il meno possibile in sè, pensa rassegnata.
«Hey, vacci piano. E' Bordeaux ed ha quasi 50 anni. E' un vino midgardiano molto pregiato. Dovresti degustarlo lentamente, non berlo come fosse acqua fresca» la rimprovera bonariamente Laufeyson con aria sempre più divertita.
«Ah sì? Chiedo venia Altezza, non sapevo... in effetti ha un gusto un po' forte... però è ottimo. Il vino del mio padrone al confronto sembra fanghiglia delle pozzanghere.»
Loki non può fare a meno di ridere di cuore a quella frase. Che colorito modo di esprimersi ha questa donna, pensa. In effetti lui non è abituato a rapportarsi con donne del popolo, anzi si può dire che non le conosca affatto. Ha sempre avuto a che fare solo con straniere o con cortigiane, lasciando stare le asgardiane dei ceti inferiori. Il principe con il volgo della sua terra d'adozione non ha mai voluto avere molti contatti, ma in questo momento forse sta iniziando anche un po' a pentirsene.
«A questo punto inizio ad essere curioso. Dimmi, che cosa ti hanno raccontato di me?»
«Signore, quello che si dice di voi sarebbe molto meglio non ripeterlo...» risponde la sconosciuta visibilmente a disagio, abbassando il capo ed iniziando a giocherellare nervosamente con la stoffa del suo mantello.
«E tu cosa ne pensi in merito, ora che mi hai visto?»
Glod a questa domanda sgrana stupita i suoi occhioni dai colori del tramonto, come se nessuno le avesse mai posto un quesito simile.
«Altezza, io non penso. Non è mio compito pensare. Io sono qui solo per soddisfarvi, non per esprimere una mia opinione su di voi. Io... ecco... non potrei nemmeno mai permettermi di avere un'opinione su di voi... non mi chiedete cose che esulano dal mio incarico, ve ne prego!» Risponde poi con un tono che assomiglia molto ad una supplica.
«Immagino, di solito non ti viene richiesto di pensare... ebbene io ora te lo chiedo invece. Sei qui per soddisfarmi hai detto. Allora fallo, perchè io desidero sapere cosa pensi.»
Glod si sente sempre piu messa all'angolo. Teme che quella conversazione si rivelerà presto un'arma a doppio taglio e che qualsiasi cosa dirà le si rivolterà sicuramente contro. Riflette in silenzio alcuni istanti su quale sia la miglior risposta da dare, ma alla fine lei è sempre stata una esageratamente istintiva, per cui finisce come al solito per dire esattamente quello che pensa. Tanto se deve comunque morire farà ben poca differenza ciò che risponderà.
E così la singolare visitatrice esclama di colpo e forse con un po' troppa enfasi: «insomma... si dice che siete un mostro, un sadico, un assassino spietato!»
Loki per un brevissimo istante dilata gli occhi dalla sorpresa. Quegli aggettivi così estremi forse non se li aspettava nemmeno lui, ma poi recupera immediatamente la sua consueta flemma ed appare quasi compiaciuto da quelle definizioni non proprio lusinghiere. Prosegue quindi il suo interrogatorio sempre più incuriosito da quella strana creatura.
«E ti sembro dunque un tale mostro?» La incalza con il volto che inizia ad assumere i tratti tipici di un folle omicida.
Glod istintivamente a quell'inquietante vista deglutisce prima di rispondere.
«Io credevo, sì... prima di vedervi... poi mi siete sembrato molto meno mostro di quanto avessi preventivato... cioè... voglio dire... non mi sembrate proprio un mostro ecco, e nemmeno uno Jötunn in effetti, perchè circola voce che è questo che siete, uno Jötunn... ma non ne avete l'aspetto, anche se si dice che sappiate occultare le vostre vere sembianze, ma almeno... non so... gli occhi... lo sguardo... insomma... mi aspettavo di trovare in voi qualche assonanza con i giganti di ghiaccio... ed invece...»
Loki a queste parole si alza di scatto e passandosi nervosamente una mano fra i capelli si riavvicina al tavolino per versarsi nuovamente da bere. Glod osservandolo da dietro nota un quasi impercettibile tremolio nelle sue spalle, come se fossero scosse da un lieve ma irrefrenabile brivido. La donna si chiede se ha forse detto qualcosa di sbagliato, e dopo una breve e veloce rianalisi del discorso che ha appena pronunciato, conclude che è altamente probabile che tra tutte le possibili risposte che avrebbe potuto dare, lei naturalmente sia andata a scegliere come al solito la peggiore.
Intanto Loki non può evitare di ripensare alla spinosa faccenda delle sue origini. Dunque anche il popolo ora sa. In questi anni in cui è stato recluso le voci su sui suoi natali devono essersi diffuse anche fuori dalle mura del palazzo. E' normale... maledizione... ora tutti hanno un motivo in più per odiarmi e disprezzarmi.
Ed ecco che lo sconforto e la rabbia lo assalgono di fronte a tale nuova consapevolezza, ma irrazionalmente sente che può giocare a carte scoperte con la sua ospite, che con lei può parlare in tutta libertà.
Così Loki si sorprende a riflettere che forse questa femmina è in grado di comprenderlo molto meglio di chiunque altro, anche di chi lo conosce da secoli ed è cresciuto con lui, sebbene non si conoscano ed abbiano avuto vite completamente differenti, perchè in fondo questa povera schiava è uguale a lui, ed è la prima volta in tutta la sua esistenza che incontra qualcuno che gli ricordi così tanto se stesso.
Il traditore dunque prende un grosso respiro ed assaggia il suo vino, poi si volta verso la donna e la fissa gelido.
«Io sono come te. Sono un ibrido. Come vedi non sei l'unico scherzo della natura.»
«Ohhhh Vostra Altezza voi no! No che non lo siete! Voi non congelate le cose senza volerlo! Se siete per metà Jötunn avete il controllo delle vostre capacità. Non come me. Io sono debole, ma voi no! Assolutamente non intendevo dire questo... volevate sapere cosa penso, cosa mi siete sembrato? Un uomo, un nobile, e basta. Niente mostri o Jötunn...» le parole pronunciate in modo accorato e sincero, l'espressione stupita. Glod non può davvero credere a quello che ha appena udito. Quell'uomo che si ritiene pari a lei? La prigionia deve davvero aver causato danni seri alla sua mente... è l'unica spiegazione plausibile. Come può un principe così potente e temuto anche solo paragonarsi ad una povera miserabile prostituta.
Ma Loki non sembra voler dare retta alla sua occasionale compagna e prosegue, «sai, c'è stato un tempo in cui ho creduto di essere un re, un altro in cui ho creduto di essere un mostro, ed un terzo in cui ho creduto di essere addirittura un dio, ma adesso non lo so nemmeno io cosa sono. Forse hai ragione tu, donna del popolo. Alla fine sono soltanto un uomo...»
Pronunciando questo discorso Laufeyson stringe così forte il calice che ha in mano da frantumarlo in mille pezzi. Il liquido contenuto nel bicchiere si rovescia improvviso sul prezioso tappeto, mentre il suo sangue inizia a colare, mescolandosi al vino ed andando con esso a formare una grande macchia scura, circondata da piccole goccioline porpora che continuano a stillare dalle numerose, piccole ferite che si è appena procurato.
«Oh Signore! Per tutte le anime di Hel! Vi siete tagliato!» Esclama Glod sconvolta.
«Vi siete fatto male? Accidenti mi dispiace tantissimo! E' colpa mia, con i miei stupidi discorsi vi ho fatto innervosire! Malefica linguaccia che ho! Riesco sempre a dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato. Sono un'idiota! Maledizione a me!» Poi si alza e corre verso il tavolino per prendere dei tovaglioli e la caraffa dell'acqua.
Senza riflettere afferra la mano di Loki ed inizia a ripulirla dal sangue e dai frammenti di vetro che vi sono rimasti imprigionati dentro.
L'uomo è talmente stupito da quel comportamento che non fa neanche in tempo a reagire. Si ritrova con la rossa che lo sta in qualche modo medicando, e che oltrettutto si sta prendendo anche tutta la colpa del suo irrazionale gesto.
«Non è nulla... tra poche ore sarà guarita» è l'unica cosa che infine riesce a dire in tono sommesso, perchè adesso è lui ad essere a disagio. Solo sua madre fin'ora si era presa così cura di lui. L'Ingannatore è turbato perchè senza quasi essersi reso conto di come sia potuto accadere, ora sta mostrando le sue debolezze ad una sconosciuta, una donna ed una schiava per giunta, ma allo stesso tempo percepisce che quello di Glod è un gesto dolce e spontaneo, compiuto d'istinto, che riesce inspiegabilmente a calmarlo ed a trasmettergli una strana sensazione di pace.
«No che non sarà guarita se non togliamo i frammenti di vetro. Potrebbe infettarsi.»
Con pazienza intanto lei finisce di ripulire la mano del dio ed a fasciarla per bene con uno dei tovaglioli di lino improvvisato a benda.
Loki tace mentre viene medicato. E' parecchio imbarazzato adesso, e lo nasconde dietro ad una totale inespressività. E' sorpreso nel vedere un atteggiamento così premuroso da parte di una prostituta mai vista prima. Sembra talmente preoccupata che si sia fatto male da aver dimenticato anche la paura.
«Le ferite vanno curate se vogliamo che guariscano. Ecco qua, così va già molto meglio. Mi dispiace davvero, Altezza, sono una povera stupida. Vi chiedo ancora perdono.»
«Non è stata colpa tua» risponde l'ex prigioniero serio.
«Sì invece, vi siete alterato perchè ho detto che mi sembravate solamente un uomo... comunque poi uomo è sempre meglio di mostro eh... non dovreste prendervela così... se mi concedete umilmente un secondo parere, sembra che quasi ci teniate ad essere considerato un mostro!»
«Bè, in effetti... detto così riesce anche a suonare accettabile. La saggia voce del popolo quindi. Dovrei forse acquisirlo anche io un po' di spirito pratico.»
Le parole della donna sembra siano riuscite in qualche modo a far scemare un po' la tensione dall'irrequieto signore del caos, che riflettendo sulla frase che lei ha appena pronunciato, realizza che in fondo questa popolana non ha poi tutti i torti.
«Oh io di quello ne ho in abbondanza. Sarei già morta se non ne avessi!»
«Non devi avere avuto una vita facile...»
«No, non la definirei facile, ma c'è sempre di peggio immagino. Signore... ci sarebbe una cosa che vorrei tanto chiederle, se posso permettermi naturalmente.»
«Chiedi pure. Fino adesso l'ho fatto io, mi pare giusto concederti una domanda.»
«Ci sono veramente?»
«Che cosa?»
«Ehmm... le donne imbalsamate, le vostre amanti, come si dice giù in città?»
«Uhmmmm... forse...» e con questa incredibile quanto inaspettata uscita della sua ospite, Loki sente che lo sconforto è completamente sparito e che può tornare a divertirsi.
«Davverooooo? E lo farete anche a me dopo?» esclama lei con una voce ed un'espressione che somigliano tanto ad un bizzarro miscuglio di curiosità, stupore e paura.
«Dipende, se sarai di mio gradimento forse ti risparmierò...»
«Posso vederle?»
«Perchè mai?» domanda sorpreso il dio iniziando seriamente a sospettare che questa persona di molto strano non abbia solamente le fattezze.
«Non so... morbosa curiosità credo... voglio vedere come diventerò... dopo...»
«Non temere farò un bel lavoro con te. Sarai stupenda, diventerai il pezzo forte della collezione. Con queste belle corna poi, un pezzo unico davvero» prosegue lui sfiorando con la mano sana uno dei graziosi corni tortili di Glod, e percorrendolo lentamente in tutta la sua lunghezza.
«Sarà doloroso?» insiste ancora la donna sempre più incuriosita ed impaurita allo stesso tempo.
«Potrei anche essere magnanimo e darti una morte rapida, se sarai così brava da meritartela, ma chissà come mai ho l'impressione che tu non sia poi così tanto spaventata dalla morte...»
«Non lo sono infatti! Temo il dolore e le torture ma la morte che ne conseguirà no, anzi sarebbe la mia liberazione, perchè sono troppo codarda per procurarmela da sola. Avessi questo coraggio lo avrei già fatto da un pezzo, ed invece sono così vile da non avere nemmeno la forza di farla finita, e porre fine a questa miserabile ed inutile vita. Ma se non soffrirò sarà un onore diventare un oggetto così prezioso per voi.»
A questa frase nemmeno il dio degli inganni riesce a nascondere la sua incredulità.
«Davvero? Lo considereresti un onore?»
«Certo! Così il mio corpo non marcirà, non diventerà cibo per vermi, e non finirà con tutta probabilità gettato in una fossa comune assieme ad altri cento cadaveri di poveracci come me. Resterò bella per sempre e potrò dare gioia ai vostri occhi, ornare le vostre stanze e chissà... tra migliaia di anni qualcuno mi troverà e mi studierà... un po' come è accaduto a quei popoli midgardiani dell'antichità insomma. Magari finirò in un museo od in qualche biblioteca, la gente mi ammirerà ed io avrò finalmente uno scopo nobile. Finalmente servirò a qualcosa di più degno che svuotare le palle di villani ed energumeni trogloditi. Se non sono stata una persona di valore in vita, che lo sia almeno da morta!
E magari la mia anima in Hel potrà trovare un po' di conforto nel sapere che il mio corpo è in qualche modo ancora fonte di interesse, e perchè no, magari anche di meraviglia!»
Glod espone questa sua bizzarra teoria sulla morte in modo molto concitato, agitandosi e gesticolando con le mani per dare più enfasi alle parole, mentre le sue guance si accendono di un adorabile rossore, che, per quanto sia possibile, la rendono ancora più bella.
Questo discorso lascia la famosa e temuta Lingua d'Argento dei Nove Regni senza parole.
E' la cosa più assurda ed inconcepibile che il principe abbia mai sentito, ma stranamente gli sembra che possa avere anche un suo senso, una sua logica.
Loki è attonito. Questa donna, a giudicare da quanta passione ha messo nel suo discorso, sembra seria, non sta mica scherzando. Sta dicendo una cosa così terribile con una semplicità e con una naturalezza disarmanti. A questo punto ritiene di aver giocato con lei a sufficienza, quindi si rivolge alla sua compagna in modo serio.
«Glod, ascolta, nessuno mi aveva mai detto che sarebbe felice di morire per mano mia, e nemmeno che sarebbe onorato di diventare una mia statua personale. Non so se ritenerlo un complimento, ma è la cosa più strana che abbia mai udito, però sai... in fondo mi piace questa vena di ironia macabra con cui affronti la morte. Mi ricordi mia figlia... no io non imbalsamo le donne. Solitamente evito anche di ammazzarle, per quanto a volte pare che voi facciate proprio di tutto per tentarmi, ma mi sembra che non sia il tuo caso. Anzi, è molto interessante parlare con te. Mi stai distraendo anche da tutto il resto... e considerando quanto i miei occhi ti trovino attraente, questa non è certo cosa da poco. Inoltre sei molto più utile da viva...»
«Ah quindi mi stavate prendendo in giro...»
«Sembri quasi delusa... dovresti esserne sollevata. Ti ho appena detto che non morirai.»
«No no... certo che non sono delusa! Sì ovviamente sono molto sollevata Mio Principe. Il fatto che la morte non mi preoccupi tanto non significa che me la andrei proprio a cercare... ecco... amo la vita nonostante tutto. E' solo che le avrei viste volentieri... le altre donne imbalsamate intendo...»
Loki la osserva, sinceramente divertito, realizzando tra sè con una piccola punta di amarezza che è passato talmente tanto tempo dall'ultima volta in cui si è divertito così da non ricordarsi nemmeno più quando sia avvenuto ed in quale occasione.
«Saresti stata indubbiamente il pezzo migliore della collezione. Su questo non mentivo...»
Glod sorride a quel macabro complimento, «è un grande onore per me sapere che voi mi avreste ritenuta tale, credetemi.»
«Uhmm... se non ricordo male avevamo qualcosa in sospeso... niente torture, promesso...» prosegue il dio caduto, sorridendole maliziosamente ed accarezzandole delicatamente la pelle del braccio scoperto.
«Non siete celebre per la vostra sincerità, ma temo di non avere altra scelta se non quella di fidarmi di voi» questa volta la voce di Glod assume una tonalità lieve e vellutata, e la sua parte estremamente femminile e suadente esce nuovamente fuori, anche perchè ormai la donna ha compreso che se quell'uomo è uno spietato criminale, di sicuro non lo sarà con lei, ed ha abbastenza secoli sulle spalle per aver imparato a fregarsene altamente di tutte le crudeltà del mondo che non la riguardino direttamente. Una volta compreso che le peggiori voci sul conto del cadetto, quelle che avrebbero potuto interessare direttamente la sua incolumità, non sono poi così veritiere, l'inviata di Thor è decisamente molto sollevata. Dei restanti crimini che il traditore può aver commesso nel suo oscuro passato a lei non importa assolutamente nulla, e non è certo persona da preoccuparsi di cose che non la riguardano.
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Libro 1 : La meretrice di Asgard
FanfictionQuesta storia nasce con l'idea di essere una trilogia piuttosto lunga e complessa e questo dovrebbe essere quindi il primo "libro". Ovviamente se mi tirerete troppi pomodori dietro mi fermerò... promesso! La storia includerà molti personaggi e si is...