CAPITOLO 4 - Parte II: Maledetto!

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  Thor Odinson ha appena deciso che lo spettacolo è durato abbastanza.
«Uscite tutti da qui, immediatamente!»
Le guardie ed i curiosi che erano accorsi alle spaventose grida dell'Ingannatore si guardano perplessi tra loro, incerti su cosa fare. Infine è il comandante dei soldati a prender parola rivolgendosi con reverenza al suo signore.
«Altezza forse è il caso che non vi lasciamo soli ora... se mi permettete... non...»
«Ho detto uscite fuori tutti! Adesso!» Lo interrompe però urlando il dio dei tuoni, con una voce alquanto imperativa e che decisamente non ammette nessuna replica.
A tale ordine tutti lasciano velocemente la stanza senza osare controbattere.
Loki è rimasto sempre inginocchiato a terra, con la testa abbassata e le braccia appoggiate sul pavimento, le mani strette a pugno ed i capelli discesi in ciocche scomposte a coprirgli la fronte e gli occhi. La camicia è ormai a brandelli per cui il suo torace risulta impietosamente esposto alla vista, con quel funereo simbolo nero che risalta in maniera inquietante sulla sua pelle pallida. Più che un uomo ora sembra un'anima che è stata appena condannata all'eterna dannazione in Hel.
Thor si avvicina, si inginocchia di fronte a lui e con tono calmo ma deciso prende infine parola.
«Loki ascoltami bene adesso...»
«Non c'è nulla che tu debba ancora dirmi, lasciami solo, vattene!» Lo interrompe però il minore, con una voce talmente cavernosa che potrebbe essere benissimo quella di uno spettro perduto, che incapace di trovare pace, vaga inconsolabile nella sua desolata e perenne disperazione.
«No, non lo farò. Non ti lascerò solo. Ora mi ascolterai, che tu lo voglia o no. Dovrai prendermi e portarmi fuori di peso da questa stanza contro la mia volontà, e poi dovrai chiuderti a chiave dentro e non uscire più se vorrai liberarti di me.»
Loki solleva finalmente il capo e guarda in volto il dio biondo.
I suoi occhi sono pieni di rabbia e dolore... e sono lucidi. Sì il dio degli inganni sta quasi per piangere e non sa per quanto riuscirà ancora a trattenere le lacrime, per questo desidera ardentemente che Thor se ne vada. Preferirebbe morire sul serio piuttosto che farsi vedere in preda ai singhiozzi dal suo tanto detestato fratellastro.
«Thor non mi sfidare...» risponde quindi tremando per l'ira che inesorabile continua a montargli in corpo simile ad un'inarrestabile e distruttiva marea.
«Loki smettila! Smettila di farti del male, e di fare del male anche a noi!
Perchè lo sai benissimo che ti vogliamo ancora tutti bene e che soffriamo almeno quanto te per questa situazione. Io, madre ed anche padre. Sì... anche lui, perchè non saresti qui se non fosse così. Lo sai!»
«Dovrei forse commuovermi quindi di fronte a questo vostro inesauribile, sciocco e ridicolo presunto amore nei miei confronti?» ribatte Laufeyson acido.
«Non me ne importa un accidenti va bene! Fai il sarcastico, fai il distaccato, recita pure la tua parte come al solito, provoca pure quanto ti pare, ma ascoltami! Quello che ho fatto l'ho fatto esclusivamente per tirati fuori di galera va bene? Era l'unico modo e lo sai. Preferivi restare a marcire lì dentro?»
«Sì! Sì per Hel! Sì piuttosto che questo! Magari dovrei anche esserti grato adesso! Esserti riconoscente per aver reso la mia vita un'eterna schiavitù? Vuoi anche forse che ti dica grazie?» Urla l'Ingannatore indicando con rabbia il suo petto nudo.
«Non è vero, non mentire. Ti conosco. Lo so che ti piace vivere, ed ho visto come ti sei ridotto là sotto isolato dal mondo, per cui ora tu alzi il tuo nobile culo dal pavimento, e mi ascolti!
Non pretendo certo che tu mi sia riconoscente, anzi comprendo perfettamente tutta la tua rabbia, perchè la proverei anche io, ma nella vita bisogna anche imparare a far di necessità virtù.
Sappi che io non ho nessuna intenzione di fare il re per il resto della mia vita come padre, e dedicare completamente la mia esistenza alla politica, perchè... perchè io non sono padre e non sono te... e la mia vita voglio viverla, per quanto mi è concesso, come più desidero. In questi anni non ci crederai, ma su Midgard sono stato felice, e sono stati anni che mi hanno fatto comprendere quanto sia importante per ognuno seguire la sua natura. Io voglio continuare ad essere quello che sono: mi piace combattere, lottare, andare a caccia, proteggere il mio popolo, ma non mi piace starmene seduto su un trono a dare ordini, nè mi sento all'altezza di farlo. Per cui lo farai tu per me.
Questo ho deciso e questo tu farai, e questa volta lo farai eccome, perchè altrimenti quel bel simbolo che ti decora il petto ti mangerà vivo.»
Loki ascoltando un tale discorso rimane così sorpreso da dimenticare per un momento anche tutta la rabbia ed il dolore che sta provando. Forse per la prima volta in vita sua osserva Thor interdetto ed anche un pò confuso. E' quasi senza parole, ma il Tonante prosegue imperterrito.
«Padre abdicherà presto ed io non posso dargli l'ennesimo dolore e rinunciare di nuovo al trono, inoltre nascondermi dai miei doveri non è mia intenzione. Non sono un vigliacco. Ma non intendo nemmeno rovinarmi la vita impegnandomi in un ruolo che non è fatto per me. Per cui, io mi prenderò l'onere che lui mi vuole lasciare, ma tu te lo piglierai con me, perchè sarai tu ad occuparti degli affari di stato. Non io. Io non possiedo nè l'esperienza , nè la lungimiranza, nè l'astuzia necessarie a svolgere bene tale compito, ed inoltre, te lo dico in tutta sincerità, non ne ho nemmeno nessuna voglia. A te invece piace, e ci sei decisamente portato, per cui direi che il problema è risolto.
Io mi occuperò delle faccende pratiche, dell'esercito, delle spedizioni, della difesa del regno e dei confini, e delle varie questioni militari, tutte cose che sono da sempre il mio pane quotidiano, ed è anche quello che amo fare. Per cui andrò in battaglia se ce ne sarà bisogno, comanderò le truppe, partirò per missioni esplorative in giro per i Nove Regni e continuerò a proteggere Midgard e gli altri mondi alleati come ho sempre fatto. Tu governerai, ti occuperai della politica, delle leggi, degli affari interni e di tutte le annose problematiche burocratiche che a te piacciono tanto. E lo farai anche bene, perchè se non lo farai bene, e se non agirai sempre per il supremo benessere mio e di Asgard, ti ripeto, quel bel disegnino ti consumerà le carni fino a farti uscire le ossa di fuori, e fidati che non sarà piacevole.
Quindi ora ti calmi, ti ricomponi, ed insieme tiriamo giù un bel discorso convincente da fare ad Odino. Poi appena sarà mattina andremo insieme da lui e gli comunicheremo i nostri progetti. Questione chiusa. Ora tira fuori tutte le tue belle arti dialettiche, renditi finalmente utile, ed usa la tua lingua d'argento per cose necessarie al reame!»
Loki guarda suo fratrello parlare come se avesse di fronte un alieno. Più Thor procede nella sua arringa, più il minore sgrana gli occhi sconvolto. Alla fine si alza finalmente in piedi, si tira indietro i capelli che gli erano ricaduti tutti davanti agli occhi in un groviglio sconnesso di fili corvini, e recuperando un contegno finalmente parla.
«Quindi è per questo che hai convinto Hela a maledirmi? Per legare la mia vita indissolubilmente al tuo futuro reame e per costringermi a collaborare con te?»
«Esattamente. E naturalmente per evitare che tu ci tradissi ed ingannassi ancora.»
«Ottima mossa, sono costretto ad ammetterlo. Ci sei riuscito alla fine eh, a fregarmi tu per una volta. Chissà come ti sentirai orgoglioso adesso di questa tua vittoria...» aggiunge il dio del caos amareggiato. Questa trovata di suo fratello rappresenta per lui un ennesimo smacco alla sua già provata autostima, anche se è consapevole che sarebbe stato davvero impossibile per chiunque prevedere un'azione del genere, nè, da imprigionato com'era, avrebbe potuto fare molto per evitarla. L'alternativa sarebbe stata quella di restare in galera per l'eternità... o lasciarsi davvero morire d'inedia. Adesso è proprio lui la vittima, mentre Thor, Hela ed Odino sono i carnefici, ed il signore degli inganni deve purtroppo ammettere a se stesso che si tratta di un ruolo decisamente spiacevole.
«Ti confesso che la cosa un pò mi diverte, ma credimi Loki, lo faccio anche per il tuo bene. E' per il bene di tutti. Vedrai che funzionerà e alla fine saremo tutti soddisfatti, anche tu. In fondo ti sto dando quello che hai sempre desiderato, mica ti sto mandando a pulire le stalle!»
«Ma che accidenti vai dicendo! Io desideravo essere re è vero! E governare un regno, ma tu non mi stai dando questo, tu mi stai facendo diventare il tuo segretario personale! E' lievemente diverso sai!»
«Bè... se la vuoi proprio vedere in una prospettiva negativa, come al solito del resto, e dare alla cosa l'interpretazione peggiore... liberissimo... ma adeguati, perchè è quello che farai!»
«Non è che mi restino poi molte scelte...» risponde il minore sarcastico.
«Appunto! Quindi ora una volta per tutte piantala di tormentarci con le tue instabilità emotive, che siamo tutti stanchi. E' da un secolo che ci perseguiti Loki, e siamo stufi. Adesso basta! O fai come ti dico io o crepi. A te la scelta."
Il Tonante pronuncia l'ultima frase con una tale soddisfazione che è come se si fosse tolto un enorme macigno dal petto. Erano anni che voleva cantargliene quattro a suo fratello e finalmente adesso si è potuto prendere questa bella soddisfazione.
Loki spalanca ancora di più gli occhi incredulo. E' la prima volta che Thor gli si rivolge in quel modo. Non se lo aspettava di certo e non sa se farsi prendere ulteriormente dalla rabbia, sentirsi mortalmente offeso e giurare nuovamente tremenda vendetta o semplicemente stringere la mano a suo fratello per congratularsi con lui!
«Mi hai lasciato senza parole... è la prima volta che succede! Crollasse il Valhalla adesso Thor, ma cosa ti è successo in questi anni? Ti hanno forse fatto qualche strano sortilegio in mia assenza? »
«No, sono semplicemente esasperato. Ho una pazienza quasi infinita Loki, ma tu sei riuscito incredibilmente ad esaurirla. Tutta.»
Ciò che prova Laufeyson in questo momento è un angoscioso misto di rabbia, frustrazione, impotenza e tristezza. Aveva pensato a tutto questa volta, e come sempre tutti i suoi gloriosi progetti nuovamente sono crollati in frantumi davanti ai suoi occhi. I cocci sono lì, di fronte a lui, concreta manifestazione della sua ennesima sconfitta. Ed ora non sa davvero più cosa inventarsi. Di solito è abituato a reagire prontamente davanti alle avversità ed a studiare velocemente un piano di riserva, qualcosa che possa dargli almeno la speranza di trovare una via d'usciuta e risollevarsi, ma questa situazione si presenta talmente negativa che non riesce a trovarne uno nemmeno lui, per quanto la sua mente agile stia rapidamente già studiando il caso per trovare una soluzione. E' come se fosse ancora in prigione, senza speranza come quando giaceva abbandonato in quella cella. L'Ingannatore è affranto e sconvolto, ma ha ancora una dignità, e mai si mostrerebbe sconfitto e vittima dell'angoscia di fronte a Thor, anzi ritiene che suo fratello abbia già visto abbastanza quando l'ha trovato in preda all'ira ed al dolore poco prima.
Per cui si lascia andare a peso morto su una poltrona, prende un profondo respiro e guarda il suo antagonista negli occhi.
«Bene, quindi a quanto pare in sostanza mi hai incastrato. Ne prendo atto e ti comunico che per adesso intendo ancora vivere. Anche se spero ardentemente di trovare il modo per fartela pagare, e fidati che come è vero che non sono tuo fratello, lo cercherò con tutto me stesso... per il momento non mi resta che adeguarmi.
Dunque, in parole povere, io faccio il lavoro noioso e difficile del re e tu quello divertente? Giusto? E se mi ribello sono spacciato, giusto?»
«Giusto. Ma non illuderti, non esiste nessun modo per liberarti dal sigillo, amenochè tu non voglia ammazzare Hela con le tue mani, cosa che tra l'altro ti risulterebbe comunque alquanto difficoltosa. Ho visto tua figlia, e nemmeno io mi metterei contro di lei...»
«Lascia fuori da questa storia mia figlia! Con lei me la vedrò io stanne pur certo, ma no, su una cosa puoi stare tranquillo, non torcerei nemmeno un capello al sangue del mio sangue. E' vero che in questo momento la prenderei volentieri a sberle, ma non ho mai alzato un solo dito sui miei figli nè mai lo farò.»
«Lo so Loki, ti conosco molto più di quanto immagini...»
«Ma ancora non mi è davvero chiara una cosa. Perchè ti sei fissato così su di me... capisco perfettamente che tu sia succube, come molti altri del resto, del mio innegabile fascino... ma questo è veramente esagerato! Perchè io Thor? Perchè vuoi me? Nonostante tutto? Nemmeno io mi sceglierei se fossi al tuo posto! Perchè sarò anche costretto a fare ciò che vuoi, ma per ottenere questo risultato penso che tu abbia dovuto impegnarti non poco! Anche solo convincere Odino e mia figlia ad aiutarti deve essere stata una fatica immane! Inoltre aver a che fare con me non credere che sarà piacevole! Sarò anche costretto a seguirti, ma ti renderò la cosa il più detestabile possibile, fidati!»
«Oh non ne dubito minimamente... e credimi sulla parola, non immagini nemmeno quanto creare tutto ciò sia stato faticoso!
Ma ci sono svariati motivi per cui voglio te, nonostante tutti i tuoi innumerevoli lati negativi.
Per farla breve ti dirò solo il più pratico. Chi altro se non te? Chi potrei scegliere? Fandral? Hogun? Volstagg? Qualche vecchio dell'Alto Consiglio con una mentalità aperta quanto quella di un vecchio troll? O forse quel violento di Tyr[1], che non vede l'ora di fare la guerra con qualcuno? Avrei potuto scegliere Sif se solo fosse un uomo... ma alle donne non è permesso governare se non come regine..."
«In effetti... qui non posso darti torto... anche se io sinceramente al tuo posto invece che fare tutta questa sceneggiata e maledire a morte quello che chiami ancora fratello... avrei sposato Sif... »
Thor rimane un attimo interdetto. Non aveva mai nemmeno pensato a Sif in quel modo, anche se ciò che gli ha appena fatto notare Loki in effetti non gli sembra poi una cosa nemmeno così assurda. Anzi, il dio dei tuoni per un istante non può proprio fare a meno di chiedersi mentalmente perchè non ci avesse mai pensato prima.
«Insomma... lasciando perdere i matrimoni... non avevo poi molti candidati tra cui scegliere! E non voglio che padre si affatichi fino all'estremo. Necessita di riposo, per questo ho bisogno di te. Obbiettivamente tu sei l'unico che conosco, a parte lui, che possa essere in grado di governare con un minimo di senso.»
«Oh non è necessario che cerchi di ammansirmi con i complimenti adesso. Sai, se le Norne mi hanno donato un'aspettativa di vita pressochè illimitata non vedo perchè dovrei buttarla così, e per causa tua per giunta! Sarebbe un tale spreco di talento non ne convieni? Direi quindi che possiamo anche procedere... » sentenzia infine il dio moro, non senza una smorfia di fastidio sul volto e con un tono decisamente canzonatorio. Anche nella disperazione più totale tutto si può dire dell'Ingannatore tranne che non sappia mantenere il suo spirito ironico.
Il biondo annuisce divertito, si accomoda tranquillo su un'altra poltrona e, con estremo disgusto di Loki e immensa soddisfazione di Thor, i due uomini proseguono per l'intero resto della notte a discutere le prime fondamenta di questo nuovo e singolare regno.

Libro 1 :  La meretrice di AsgardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora