Capitolo 7

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Mese 1

La pancia di June era uguale, non si vedeva niente, per il momento nessuno avrebbe detto che era incinta. Harry tutti i giorni provava a farle cambiare idea ma era tutto inutile, la ragazza lo ignorava completamente. Non voleva quel bambino, non voleva nessun ricordo di Harry, lo odiava. Più il ragazzo parlava di quella storia più lei era convinta di volerlo uccidere. Quell'essere che era nella sua pancia la faceva star male e sapeva che più sarebbe andata avanti più sarebbe stato peggio. June ora era in camera sua, stava sul letto e leggeva. Nessuno avrebbe mai immaginato che a June Jenson, l'omicida più ricercata d'Europa, piaceva leggere. I suoi preferiti erano i libri gialli, nei quali poteva conoscere e sperimentare nuove tecniche di omicidio, magari da applicare a Harry junior e al padre. In quel momento qualcuno bussò alla porta, 《Se sei Styles non puoi entrare》 alzò la voce. La porta si aprì e Jack fece il suo ingresso in camera.

《Come stai?》 Le chiese passandole un pacchetto di cracker.

《Bene più o meno》 cominciò a mangiarli, era tutto ciò che riusciva ad ingerire.

《È da quando hai saputo della gravidanza che stai chiusa in camera, non puoi continuare ad ignorarlo. Harry ormai è nella squadra》 le spiegò.

《Io non mi ci affezionerei troppo, potrei strangolarlo in qualsiasi momento》.

《Lo so e vorrei farlo anche io, ma dovresti almeno farti aiutare, è comunque il padre del bambino》.

《È un bambino morto, Jack!》 June alzò di due ottavi la voce. L'uomo sospirò e lasciò la ragazza in camera da sola. Lei riprese a leggere il libro ma poi alzò gli occhi al cielo 《Merda, devo fare un'altra volta la pipì》 soffiò. Si mise in piedi e uscì dalla stanza, andò nel bagno dello stesso piano e lasciò il liquido. Uscì e si trovò davanti Harry.

《Tutto okay?》 Le chiese il ragazzo. Lei annuì e si chiuse ancora una volta in camera. Riprese il libro ma lo mise giù, l'immagine di Harry l'aveva distratta. Capelli scompigliati, camicia aperta al secondo bottone, pantaloni stretti e una busta in mano... dov'era andato? O dove stava andando? Uscì dalla stanza e si avvicinò alla porta della camera del bruno, stava per bussare ma poi pensò che quelli non erano fatti suoi e che non gli interessava la sua vita. Tornò sul suo letto per continuare il giallo.

Harry era nella sua camera, sperava tanto che June si accorgesse di come si era combinato. Si era messo così per invitarla a cena, magari potevano tornare a essere quasi amici. La bionda era una ragazza intelligente, come aveva fatto a non accorgersi del suo aspetto? Forse era troppo arrabbiata per dare peso al suo abbigliamento. Il ragazzo si spogliò, indossando una t-shirt e una tuta. Si buttò sul letto e cominciò a disegnare sul blocchetto che si era comprato poco fa. Lui adorava disegnare, in prigione faceva disegni con dei sassi sulla parete della cella. Disegnava tutto ciò che gli passava per la testa: paesaggi, persone, animali... Prese una matita e cominciò a passarla sul foglio, stava disegnando un volto femminile, fece due grandi occhi svegli e delle labbra carnose. Fece i lunghi capelli che le cadevano sulle spalle, fin sotto in seno. Finita la base in grigio prese le matite colorate e cominciò a colorare i capelli di giallo cenere, la pelle chiara e le labbra rosee. Pian piano colorò ogni centimetro del disegno, gli occhi, i vestiti e lo sfondo. Dopo circa tre ore di lavoro lo guardò bene. Una ragazza, June, seduta sul letto della prigione, con la tuta arancione e i capelli davanti alla faccia. Si ricordava la prima volta che la vide, nel cortile del carcere. La scena che aveva disegnato era quella in cui lui la visitò nella sua cella, le mani legate e la testa bassa. Però nel suo schizzo decise di cambiare un po' la storia. June non era ammanettata e aveva lo sguardo fisso allo spettatore, sembrava quasi che sorridesse. Prese il blocco e lo ripose in un cassetto della scrivania. Doveva dimenticare ciò che provava per la ragazza e pensare a suo figlio, June non avrebbe mai capito. Uscì dalla camera e andò in soggiorno a parlare con Jack. Quest'ultimo era seduto sulla sua poltrona a guardare un film, Harry si sedette sul divano.

《Possiamo parlare?》 Gli chiese.

《Di cosa vuoi parlarmi?》 Lo guardò.

《Di June...》

《Avrei detto del bambino》 strinse gli occhi in fessure.

《E anche del bambino...》 confessò.

L'uomo fece un respiro profondo e sedette meglio sulla poltrona, spense la tv e girò la testa verso il giovane 《Ti ascolto》.

《Okay quindi, so benissimo che è passato solo un mese e so anche che domani verrà Ashley a controllare che vada tutto bene... però mi piacerebbe restare più vicino a mio figlio. Non vorrei che dopo il parto mi sentissi come se non ci fossi stato per lui》 spiegò.

《Harry, JayJay ha diciotto anni e tu l'hai messa incita. La terza regola di questa banda è "niente bambini" e tu l'hai mandata letteralmente a puttane. Ecco perché vuole togliersi quel peso, è giovane ed è una ricercata, pensa alla vita del bambino. Sempre a scappare e nascondersi, secondo te può essere una vita facile? Io non credo》 disse Jack.

《Ma io posso aiutarli, entrambi. Anche io sono giovane, so cosa ho fatto e so quali rischi corro, ma se rischiare per mettere al sicuro le due persone a cui tengo di più, allora lo farò》.

《Questo non dovevi dirlo a me, ma a JayJay》 disse calmo 《Si vede lontano un miglio che ti piace, ma io le darei un po' di tempo》.

《Peccato che il tempo non è dalla mia parte...》 riflettè Harry 《Comunque grazie》. Jack fece un gesto con la mano e riaccese la televisione. Il bruno salì le scale, passò davanti alla porta di June e si fermò. Origliava, non poteva sapere che in realtà June era attaccata alla porta come lui a cercare di sentire qualcosa della conversazione tra lui e Jack. Il ragazzo alzò le spalle e continuò, chiudendosi in camera. June uscì dalla stanza correndo in bagno a vomitare, Harry la sentì e andò da lei. Le resse i capelli ma lei lo scostò.

《Non mi toccare!》 Urlò.

《Sei davvero incredibile. Sei talmente orgogliosa che non accetti neanche una mano》 detto questo chiuse la porta del bagno lasciandola sola. La ragazza dopo essersi pulita tornò in camera sua. "Come si è permesso Harry di parlarmi così? Domani glie ne dirò di santa ragione" pensò. Si mise sotto le coperte e lentamente si abbandonò al sonno tanto desiderato.

La mattina dopo tutti e tre si ritrovarono ad aspettare Ashley in salone. Arrivò verso le 10:15 e si dedicò subito alla ragazza.

《Allora June, come è andato questo primo mese?》 Chiese alla bionda mentre le faceva segno di distendersi sul divano.

《Bene...》 si limitò a dire.

《D'accordo, non siamo in vena di parole. Rimetti spesso?》 Domandò mentre le alzava la maglietta per scoprirle solo la pancia. La ragazza annuì, poi guardò i due ragazzi che stavano assistendo attentamente alla visita della donna.

《Mmm... la reazione del tuo stomaco è normale. Hai dolori addominali?》 Domandò mentre le massaggiava la pancia ancora piatta.

《No》

《Ti viene spesso fame?》

《Quello sì, però riesco a mandare giù solo cracker e banane, come ti ho detto già un mese fa, il resto lo butto fuori》

《Sembra tutto normale, passerò fra un mese. Tu riposa e mangia solo quello che ti senti. Più avanti ti verranno altri tipi di voglie, ma poi ne riparleremo》 abbassò la maglia alla bionda.

《Senti Ashley, non capisco tutto questo interesse verso la salute del bambino, sappiamo tutti quanti che fine farà》. Dopo queste parole a Harry venne un brivido lungo la schiena, ancora non poteva credere alla spietatezza di June, era veramente senza un briciolo di amore.

《Diciamo che è anche per il tuo bene, ti mantego sana e in salute. Se si ammala il feto ti ammali anche tu, e noi non vogliamo questa fine, giusto?》 Spiegò alla ragazza. Quest'ultima annuì e si alzò dal divano.

《Jack, falla riposare. Nessun tipo di sport estremo o affaticamento, bisogna salvaguardare la sua salute, anche se è ancora presto》 Ashley si rivolse all'uomo.

《Non so come ringraziarti》 disse il grosso.

《Figurati》 poi guardò la giovane 《Fa la brava》 le disse.

《Lo sai che non lo sono》 ammiccò June alla donna prima di vederla fuori casa.

Prison || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora