'FACCI ENTRARE MALATICCIA!' gridammo io e Matteo al citofono di glo, 'Ragazzi calmatevi ora vi apro...' ci rispose con voce stanca una donna adulta, 'Oh scusa zia Mela' risposi abbassando il tono di voce... Matteo mi guardava stranito e gli spiegai perché avevo detto zia: 'Stiamo talmente tanto tempo insieme che visto non posso essere la sorella faccio la cugina e quindi i suoi genitori sono i miei "zii". Geniale no?!'. Matte continuava a guardarmi stranito ma aveva capito la meccanica. Mentre ci guardavamo sentimmo un "click", spalancai il cancello che cigolava da tre anni, dopo che io e glo ci finimmo "dentro", in due, sul mio skate, non lo dicemmo a nessuno ed a un ragazzino che ci aveva visto, per coprare il suo silenzio, gli avevamo dato dieci euro per uno e, dopo essere diventato ricco, non si era fatto più vedere.
Salimmo a gara le scale e, facendo due scalini alla volta, con le gambe lunghe che si ritrovava, aveva vinto "straordinariamente" Matte; trovammo la porta aperta e mentre riprendevo fiato entrammo: era un piccolo appartamento un pò fuori città, aveva una hall dove posare i giacchetti e girando a destra si entrava subito nel salotto vintage quasi quanto la camera della Pive, che si trovava in fondo al corridoio a sinistra.
Salutai la zia in cucina e guidai Matteo come fosse casa mia, descrivendogli nei minimi dettagli cosa avevamo fatto il ogni angolo delle stanze quando eravamo piccole, e dopo il tour ci diregemmo verso la fine del corridoio, entrai nella stanza e la riconobbi come l'avevo lasciata una settimana prima: lucine sulla testata del letto, piccola libreria, foto di noi due e tantissime citazioni o dediche scritte in due anni da quando avevamo iniziato, l'unica cosa che cambiava era il letto, infatti quest'ultimo avvolgeva tra le sue soffici e candide coperte, una personcina rannicchiata su se stessa e molto malata.
'Come ti senti oggi Pive?' Le chiesi mentra Matteo andava a darle un bacio leggero sulle labbra,era bianca come un cadavere, mi faceva venire i brividi... 'Ciao ragazzi, ho solo un po' di febbre, presto mi rimetterò... Ci sono novità nella vita di coloro che vivono fuori da questa camera?' Le sorrisi più per rassicurarla che per altro ' Bhe la solita storia... Chi tromba di là e chi piange di qua!!' Le risposi sventolando le mani a destra e a sinistra, facendola ridere di gusto, 'Ci manchi a scuola' disse con tono dolce Matteo *sempre a roinare le situazioni divertenti*, 'Anche voi ragazzi' Ci rispose glo. Poi mi guardò e capì subito cosa stavo per dire, così, come fa sempre, mi anticipò 'Dai, tira fuori sti libro, che devo studià??' mi misi a ridere e tirando fuori il libro di matematica le dissi 'è in quati momenti che vorrei vivere nella scuola di High School Musical!' 'Sera sei proprio una sfaticata!!!' Dissero in coro, e mentre ridevammo ci sdraiammo vicino a glo nel letto e ci mettemmo a studiare.
Iniziava a farsi buio e noi dovevamo andare via, allora ci alzammo e mentre ci dirigevavamo verso la porta sentimmo glo tossire, la mamma accorse i camera sua e noi la seguimmo, ci trovammo davanti un lago di sangue che usciava dalla bocca glo, per non svenire mi attaccai a Matte che a sua volta si attaccò alla porta, ero terrorizzata e pietrificata, la zia Melania continuava ad urlarmi di prendere il telefono e chiamara l'ambulaza ma io non sentivo niente ero paralizzata, Matteo continuava a smuovermi fino a quando no mi scaraventò a terra e corse a prendere il telefono, solo a quel punto mi svegliai e mi resi conto della situazione, era come un flashback...
FLASHBACK
'Sera chiama qualcuno ti prego!!' La voce di mio fratello rimbombava nelle mie orecchi, 'Fai qualcosa ti supplico!!' Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a parlare a respirare, una pietra. Subito dopo buio, apro gli occhi e mi ritrovo in ospedale con mio fratello seduto vicino al mio letto in lacrime come mi mamma che parlava fuori dalla stanza con un medico e che gli sbatteva le mani sul petto, 'Che è successo?' Furono le uniche parole che riuscii a proncuciare... 'Sera... babbo ha avuto un infarto e non ce l'ha fatta' Stava risuccedendo, immobile fino a quando non entrò mamma in stanza che mi puntava un dito contro con le lacrime agli occhi e ancora i vestiti da lavoro 'Tua! Solo colpa tua! Ti blocchi sempre! Poteva sopravvivere ma per merito tuo se ne è andato!!' A quel punto scoppiai a piangere, mi alzai dal letto e corsi via, uscii dall'ospedale, non sapevo dove andare ma avevo il cellulare in tasca, chiamai glo e rimasi da lei per un mese intero, tutto luglio fino a quando non venne mamma e si scusò come non siera mai scusata prima, dopo un mese ma ce l'aveva fatta a venire e a perdonarmi ma io da un mese non avevo più spiccicato parola e dopo un po' di terapia (due anni e tre mesi) riuscimmo a ricomportarci come una famiglia: io, lei e mio fratello, l'unico di tutta la famiglia (compresi nonni e zii) con non ce l'aveva con me e l'unico con cui riuscivo a parlare fino a quando non misero in mezzo lo psicologo e solo allora riuscii a tornare a scuola e a sembrare normale senza dire mai a nessuno cosa fosse successo davvero quella notte...
'I medici dicono che è un effetto della febbre che c'è in giro, e che presto si rimetterà' Spalancai gli chi era Melania che parlava a me e a Matteo che aveva due enormi ochiaie sotto gli occhi, 'Te come ti senti?' Si rivolse a me,e con le lacrime agli occhi le risposi 'L'ho fatto dinuovo, io non ce la faccio più e se fosse stata una situazione più grave? Non me lo sarei mai perdonato!!' Matteo non riusciva a capire e anche zia inziò a piangere e mi abbracciò, un abbraccio che non provavo da anni prima, di tutto, un abbraccio che si poteva chiamare tale, un abbraccio di una mamma...