Gerard.

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Il silenzio piombò in tutta la stanza, mentre i libri iniziarono a tornare lentamente al loro posto, uno ad uno, Harry andò verso di essi e chinandosi ne prese cinque insieme e sorridendo iniziò a metterli al loro posto.

«Non preoccuparti, sistemo io.»

Iniziò a mettere da solo i libri al loro posto, erano tanti e ci impiegò un po di tempo, circa dieci o quindici minuti. Arrivò allultimo libro, il libro che Gerard da giorni cercava di lanciargli contro. Guardò la copertina con interesse e notando che era un libro su Jeffrey Dahmer accennò un piccolo sorriso e sedendosi iniziò a leggerlo ad alta voce, in modo che anche chi era con lui nella stanza potesse ascoltarlo, passò almeno mezzora e con la coda dellocchio il ragazzo vide riflessa nella finestra la sagoma di un ragazzo, non disse nulla, accennò un altro sorriso e sorrise.

Passò poi altro tempo e dopo aver notato attraverso il riflesso che Gerard dietro di lui si era addormentato appoggiato al tavolo smise di leggere, lasciò un segnalibro sulla pagina e si alzò in piedi andando verso di lui. Lo guardò e iniziò a parlare tra sé e sé nella sua mente.

«Quindi anche voi fantasmi dormite? Non pensavo potessero essere tangibili come delle persone vere, ma credo che lui appartenga molto a questa casa, così tanto dal non voler abbandonare il suo concetto di corpo. Non ne ho idea, solo ipotesi.» Sorrise.

Andò in camera e due minuti dopo tornò con il braccio avvolto da una coperta nera e rosa, che tolse dal proprio corpo e appoggiò delicatamente sulla schiena di Gerard, era estate e sicuramente essendo un fantasma non sentiva freddo, ma voleva far capire lui che ci teneva. Andò quindi in bagno e dopo essersi svestito entrò in doccia per poi lavarsi.

Gerard si svegliò per il rumore dellacqua, non vide più Harry ma notò che addosso aveva una coperta. Non sapeva cosa dire o fare, davanti a sé aveva un biglietto e un cioccolatino, aprì il foglietto e iniziò a leggere.

«Ehi Gerard, spero non ti abbia dato fastidio, ma ti ho visto dormire e ho voluto coprirti, non so cosa un fantasma può o non può fare, in ogni caso ecco per te un cioccolatino, spero tu possa mangiarlo. In questo momento probabilmente sono ancora in doccia, se ti sveglierai vorrei parlare con te su chi sei, voglio conoscerti e magari diventare tuo amico.»

Alla fine del foglio vi era scritto ciò: <3

Gerard, che era ancora visibile, diede un calcio alla sedia dal quale si era alzato, la fece spostare di poco. Una piccola lacrima scese dal suo occhio. Sembrava innervosito e triste.

«Perchéperché lo sta facendo? Dovrebbe andarsene, non diventare mio amico.» Fu in quel momento che si accorse che in quei pochi giorni che avevano trascorso insieme, anche lui iniziò ad affezionarsi ad Harry, si asciugò quindi la lacrima e dopo aver sistemato la sedia, mangiò il cioccolatino fissando il vuoto. Con il dito continuava a battere sul legno caldo del tavolo, stava aspettando che il ragazzo uscisse dal bagno, nel mentre prese in mano la sua chitarra e dopo che si sedette sul divanetto iniziò a suonarla, sorrideva mentre lo faceva.

Passarono almeno altri cinque o dieci minuti, Harry raggiunse Gerard, era vestito con una delle sue solite camicie e i capelli bagnati, i suoi occhi verdastri sembrava riflettere il nero delle felpa di Gerard, che per la prima volta dopo più di un anno si mostrò a qualcuno di propria spontanea volontà. Aveva i capelli lunghi neri, erano folti e raggiungevano le spalle, due piercing al labbro, un septum e dellombretto nero che dava molta ombra agli occhi, per non parlare della felpa e lo smalto dello stesso identico colore e dello smalto nero che era rovinato su alcune dita.

Harry lo guardò sorridendo, in mano aveva vari asciugamani che avrebbe usato per asciugarsi i capelli, si sedette vicino a lui.

«Allinizio non credevo avessi i capelli così lunghi. Sono belli.»

Gerard lo guardò, aveva la voce calda, quasi sembrava sussurrasse.

«In realtà non li taglio da quandoinsommahai capito.»

«Quindi oltre che mangiare e dormire, il vostro corpo può anche crescere? Wow. Scusa se sembro super nerd e mi faccio i fatti tuoi ma tutto ciò mi interessa molto e attira molto la mia attenzione. Però, non pensare che io voglia sentire la tua storia solo perché sono un fan di fantasmi, voglio davvero essere tuo amico.»

«Davvero?» Lo guardò con la coda dellocchio. Harry annuì.

Passarono alcuni minuti, i due continuarono a parlarsi senza ancora toccare il discorso, ad un certo però da sotto i capelli biondi del ragazzo riapparve un sorriso. Si alzò e porgendo la mano a Gerard, riuscì a trascinarlo in bagno, dove portò una sedia davanti allo specchio, notando solo troppo tardi che il ragazzo era scappato dal bagno, rimanendo quindi in corridoio e dopo aver guardato Harry disse lui che non voleva entrare in quella stanza della casa. Lo faceva stare male.

«Capisco, vai pure in camera mia, arrivo subito.»

Così fece e dopo alcuni minuti Harry arrivò con lintero specchio del bagno nella sua camera, che appoggiò poi sulla scrivania davanti a Gerard. Si sedette dietro di lui, su unaltra sedia e sorridendo fece vedere le sue forbici di ferro attraverso il riflesso dello specchio.

«Ti va se ti sistemo io i capelli? Mio nonno era un barbiere e mi ha insegnato tutto. Tu dimmi cosa fare e io lo farò.» Sorrise e gli diede una pacca sulla spalla sorridendo unaltra volta. Gerard annuì e accennò anche lui un sorriso.

«Grazie. Non li voglio troppo corti, né troppo lunghi, e poi»

«Emo?» Gerard annuì nuovamente. «Emo sia.»

Harry iniziò a tagliare attentamente e con precisione i suoi capelli.

«Quindi Gerard, se vuoi, parlami pure di te.»

«Ohbehla mia non è stata una vita così emozionante e poi non credo sia chissà cosa da raccontare» Harry si fermò e guardando il ragazzo negli occhi disse sussurrando. «Ehi, non ti giudico, anzi facciamo così. Se tu mi parlerai di te, io ti parlerò di me, se vorrai ovviamente.»

«Voglio sapere perché piangevi, se non ti dà fastidio.»

«Certamente.» Sorrise e riprese il proprio lavoro.

«Bene, come ho dettola mia vita non è nulla da raccontare, diciamo solo che non ho mai avuto un buon rapporto con i miei genitori, solo nellultimo periodo avevo riallacciato un po di simpatia con mio padre, ma lho lasciato solo e mi dispiace non avergli detto davvero addio. Se vuoi sapere il perché lho fatto beh, dopo ti farò finalmente entrare in camera mia, sento di potermi fidare di te.»

«Grazie infinite Gerard.»

«Grazie a te.» Harry gli scompigliò i capelli, aveva finito di tagliarli, diede un leggero colpetto alla spalla del ragazzo davanti che lo guardò.

«Ti voglio bene.» Sorrise e mise le forbici a posto.

Harry [Ghosts Eat Roses And Regret Death]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora