old but loved

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Era un normalissimo pomeriggio di inverno, la voce allegra di un bambino viaggiava all'interno di una grande casa senza sosta, era seguito dal padre che ridendo continuava a inseguirlo. Giocavano così da almeno mezz'ora o più, poi però il bambino, aveva sui tre o quattro anni e mezzo, si fermò e sbadigliando andò camminando lentamente verso le gambe del padre, che lo prese in braccio e lo portò in camera da letto, lo poggiò sulle morbide coperte del materasso e guardandosi attorno iniziò a cercare qualcosa che avrebbe potuto far addormentare il bambino senza troppa fatica. Una mazza? No troppo rude, anche se efficace. Una camomilla? No gliel'avrebbe sicuramente sputata in faccia facendo la solita faccia che fanno i bambini quando bevono o mangiano qualsiasi cosa faccia loro schifo. Si sistemò gli occhiali e dopo un minuto o due passati a cercare un modo, notò che il figlio si era già addormentato senza l'aiuto di niente.

«Notte notte Felix.»

Gli accarezzò poi la testa dolcemente e dopo averlo coperto con le morbide lenzuola del letto si sedette al suo fianco e tenendo la sua mano sulla piccola testa del bambino iniziò a guardare nel vuoto, cercando chissà cosa all'interno delle mura della propria casa. Era una stanza grande, ma non troppo, era piena di poster di band e cantanti, era anche colma di strumenti musicali e una larga libreria copriva quello che era il muro dinanzi a lui. Sospirò facendo rivivere nella sua mente i ricordi di anni prima e non appena chiuse gli occhi si stese anche lui nel letto con il figlio. Fu in quel preciso momento, quando la sua testa toccò il morbido cuscino, che uno dei libri sulla libreria cadde per terra per qualche inspiegabile motivo. Harry si alzò di colpo mettendosi seduto, si guardò poi attorno, non c'era nessuno e il libro non era per terra, però dopo aver rimesso gli occhiali notò che ne mancava appunto uno alla libreria, che era piena in modo perfetto, in modo che se fosse mancato un libro si sarebbe notato. Notò la cosa e guardandosi attorno aspettò succedesse dell'altro. Un altro rumore, questa volta dalla cucina, una bottiglia era caduta e si era frantumata in migliaia di pezzetti appuntiti e taglienti, quando Harry corse in cucina però, tutto era perfettamente in ordine e per terra non vi era nemmeno l'ombra di un pezzo di vetro e nemmeno una goccia d'acqua. In quel momento Harry si sedette su una delle sedie che erano messe attorno al tavolo e chiudendo gli occhi tirò un altro sospiro, quando aprì gli occhi però trovo dinanzi a se, per terra su di un piattino, un panino con del burro di arachidi e cioccolata fondente al suo interno, era il suo preferito da adolescente e solo poche persone sapevano di questo suo speciale abbinamento, due tra quelle erano ormai morte da anni. Rimase a fissare con espressione fredda il panino, non sorrideva, non sembrava nemmeno triste o arrabbiato, in quel momento era come in un limbo in cui non sentiva niente e in cui sentiva tutto allo stesso tempo, era confuso. Una voce calda però raggiunse il suo orecchio, era familiare, era quella di un uomo, cresciuto, adulto ormai.

«Non ti sarai mica arrabbiato per la bottiglia. Posso ripagartela eh.»

Era la voce di Gerard, che in quel momento si posò seduto dinanzi a lui prendendo il piatto e mettendosi a gambe incrociate guardò dritto negli occhi dell'uomo, facendo passare il suo sguardo attraverso le lenti rotonde dei suoi occhiali. In quel preciso momento dagli occhi di Harry iniziarono a scendere lentamente delle lacrime, la sua bocca si chiuse e le sue labbra formarono un sorriso di pura gioia e felicità. Porse la mano di fronte a sé e accarezzò il viso di Gerard, quasi non ci credeva, dopo anni di nostalgia, finalmente il desiderio di poterlo rivedere divenne reale.

«Dopo tutto questo tempo...»Le lacrime iniziarono a scendere anche dagli occhi del fantasma.
«Sempre...» Rispondendo spostò il piatto e alzandosi andò verso l'uomo e lo bacio, tenendo le mani aperte sulle sue guance, era un momento dolce, che però non sarebbe potuto durare in eterno. Infatti, non appena i due si staccarono, come delle piccole luci iniziarono a comparire sul corpo di Gerard, che stava lentamente sparendo, la sua mano era piena di buchi pieni a loro volta di luce gialla.

«No ti prego...rimani...»
«Harry, mi dispiace...tantissimo, io non dovrei essere nemmeno qui...il mio posto non è su questo mondo...ma prometto che un giorno ritornerò e poi ci ricongiungeremo per sempre...»
L'uomo tirò un sospiro e guardò negli occhi il fantasma.
«Guarda qui Harry, ho un regalo per te, aprilo solo quando sarò ormai andato via.»
«Vorrei non poterlo mai aprire allora...» Fece una risatina asciugandosi le lacrime.
«Harry, promettimi che renderai felice nostro figlio e che farai di tutto per essere felice.»
«Prometto.»
Poi il fantasma diede all'uomo un oggetto lungo e stretto avvolto in un fazzoletto di stoffa, i due di colpo si baciarono e in pochi secondi Gerard scomparse in un fascio di luce gialla che illuminò la stanza come se fosse giorno. Harry aprì il fazzoletto di pezza, al suo interno c'erano delle forbici, le riconobbe, erano quelle che aveva usato per tagliare i capelli quell'estate di anni prima, si asciugò l'ennesima dannata lacrima e posandola nel suo armadio, appesa quasi come un trofeo, andò a dormire, abbracciando Felix come se con loro ci fosse una terza persona che li avvolgeva di amore come un enorme piumone invernale.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 14, 2021 ⏰

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Harry [Ghosts Eat Roses And Regret Death]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora