Memento mori

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Gerard guardò Harry, era passato altro tempo ed entrambi erano come ogni giorno sotto lombra degli alberi del giardino a fumare. Gerard si alzò in piedi e spostando il libro che Harry aveva tra le mani e che stava leggendo ad alta voce, si sedette sulle sue gambe metten-dosi comodo.

«Ehi.» Disse mettendo il suo fondoschiena sulle sue gambe.

«Sei bellissimo.»

Gerard sorrise non sapendo cosa rispondere, poi si voltò e ba-ciandolo iniziò a sorridere di più, gli accarezzò il viso e dopo essersi staccato iniziò a scompigliargli i lunghi capelli.

«Quindi domani andrò via eh.»

«Giàma ehi, come ti ho detto, è meglio così okay? Starai meglio e poi ti ricordo che alla fine tutti saremo destinati a morire, quindi ver-rò a trovarti.» Sorrise e gli strinse la guancia.

«Tu credi nelloltretomba?»

«Io credo di non credere in ciò che credo, voglio dire, questa frase non ha un minimo di senso, ma non è questo il punto, avrei potuto invertire le parole a caso, ciò che voglio dire è che non bisogna per forza credere in qualcosa, rischi sempre di essere deluso o illuso, credi in ciò che non puoi credere, limprevedibilità della vita o della morte non ti deluderà mai. Pensaci, io non ho mai pensato che mi sarei in-namorato di un fantasma, ma non ho nemmeno mai pensato il con-trario.»

«Come sei saggio oggi Mr. Harry.»

«Lo so lo so sir.» Sorrise.

Gerard si alzò in piedi e andò in casa, era seguito dallo sguardo del ragazzo che sorridendo continuava a guardarlo. Prese il libro tra le sue mani, iniziò a fissarlo in silenzio, pensava le cose che aveva detto, le pensava davvero, ma non era ciò che lo turbava, infatti, nella sua testa migliaia di pensieri continuavano a farsi spazio, la nostalgia che avreb-be provato una volta che si sarebbero separati, la solitudine e in un certo senso anche la compagnia intangibile che avrebbe ricevuto.

«Domani arriveremo allultima pagina di questo libro, del nostro li-bro. Sai Gerard, non credo che siano parole che possano descrivere quello che io provo per te, ma ciò che voglio è che tu sia felice» Sorrise.

Una lacrima scese dal suo occhio destro, tolse gli occhiali e asciu-gandola iniziò a guardare davanti a se senza di essi, non vedeva molto giustamente, ma ciò lo fece riflettere. In tutta la sua vita era andato alla cieca, come se si limitasse solo a sopravvivere, ma con Beatrice e con Gerard capì che oltre ai propri occhi ci sono mondi incomprensibili, mondi che non possono essere letti o studiati.

«Non ci posso credere»

Passarono ore. Il sole iniziò a tramontare e Gerard, che si era appi-solato sulla sedia nella propria camera, si svegliò e iniziando a gironzo-lare per casa cercava il proprio fidanzato, che era anche lui addormen-tato.

Lo vide dalla finestra della camera, seduto sulla sedia sotto lombra degli alberi, prese tra le mani una coperta pensando di mettergliela ad-dosso una volta uscito di casa. Ma sorrise e cambiando idea iniziò a scendere le scale, corse quindi da Harry e dopo averlo raggiunto si se-dette sulle sue gambe e si stese sul suo petto come se fosse lui stesso una coperta. Il ragazzo si svegliò e dopo aver capito la situazione iniziò a ridacchiare. «Sei unidiota.»

«Sorpresa! Ho visto che ti sei addormentato e quindi non volevo prendessi freddo, mi sono solo preoccupato per te. È sera.» Harry gli scompigliò i capelli sorridendo, sussurrò ridacchiando.

«Però tesoro è agosto, non fa freddo, anzi fa molto molto caldo.»

«Okay allora se vuoi mi tolgo.» Gerard lo guardò negli occhi la-sciando trasparire che in realtà sarebbe voluto rimanere su di lui anco-ra un po. Harry allora iniziò a guardare il ragazzo, come per lasciare della suspence, poi di colpo iniziò a sbottonarsi la camicia per poi to-glierla completamente, dando spazio al suo fisico perfetto. Non aveva muscoli, né addominali e forse aveva anche un po di pancetta, ma ciò a lui non importava, per Harry, infatti, un fisico sarebbe stato perfetto nel momento in cui lo si possedeva, un corpo vivo è un museo, un tempio e nessuno o niente ha il diritto per profanare con inutili pen-sieri il tuo sacro e divino corpo, che tu sia una persona muscolosa o meno, ogni corpo è bellissimo. erano le cose che continuava a dire a Gerard e a sé stesso, le pensava.

Gerard lo guardò e sorrise.

«Non voglio vada via tu, quindi si toglie di mezzo la camicia.»

«Ma tu tieni alle tue camicie.» In quel momento Harry lanciò la ca-micia nellerba. «Certo, ma non quanto io tenga al vederti qui su di me.» Sorrise.

Harry [Ghosts Eat Roses And Regret Death]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora