1. Si ricomincia

1.5K 43 9
                                    

Erano passati ormai 5 anni dalla battaglia finale in cui il mago più oscuro di tutti i tempi era stato definitivamente sconfitto dal Grande Harry Potter, il bambino-che-è-sopravvissuto, il prescelto, l'indesiderabile numero 1, o, a farla breve, l'eroe.

Un ruolo tanto onorevole quanto incredibilmente stancante. Un ruolo in cui il giovane mago si era ritrovato, addirittura prima ancora di essere abile anche semplicemente di pronunciare parole che non fossero 'Padfoot' 'Mamma' o 'Papa', dalla giovanissima età di 1 anno.

Quando quella notte, per le strade solitamente tranquille e serene di Godric's Hollow, due urla ben distinte avevano agghiacciato e caratterizzato l'atmosfera di quella notte di Halloween.

Lily e James Potter, due coniugi rispettati, da poco più di un anno neogenitori, quella notte avevano raggiunto il loro ultimo, e fatale, respiro, abbandonando nella propria culla il piccolo maghetto, sulla cui fronte brillava crudele una nuova cicatrice dalla forma molto particolare, e da allora celebre in tutto il mondo.

Esattamente 22 anni dopo, Harry sedeva sul proprio letto, esausto, osservando le stelle colorare il cielo notturno dalla finestra e vagando con la mente sui vari e dolorosi ricordi che lo avevano perseguitato per tutta la vita.

Quella notte era la fatidica festa di Halloween, e ciò non faceva che peggiorare questa sensazione mesta che appesantiva insopportabilmente lo stomaco di Harry, perché, per quanto si sforzasse, ogni qualvolta la sua mente provava a rilassarsi e dormire, come chiunque farebbe a quell'ora della notte,
quelle precise immagini gli oscuravano prepotentemente la vista, le stesse immagini in un loop infinito e doloroso che solo Halloween e i dissennatori potevano portare alla memoria.

La morte dei suoi genitori, crudele e a sangue freddo, quella risata da brividi e le urla assordanti.

Tutto per quella stupida profezia, recitata ancor prima della sua nascita dalla futura professoressa di divinazione, Sybill Cooman, ignara di star letteralmente per scrivere il destino di molte vite, prima fra tutte quella di Harry Potter.

Così il piccolo mago era stato affidato, viste le varie circostanze quali Peter Minus che manda in prigione il suo padrino legale e le condizioni evidentemente poco promettevoli di Remus Lupin, ai suoi zii biologici, ritrovandosi a dover sopportare 10 anni a Privet Drive, nella casa numero 4, dai Dursley.

Poi, finalmente, aveva trovato una vera casa ad Hogwars, incontrando quelli che sarebbero diventati i suoi compagni di vita, migliori amici, due persone che considerava come fratelli, uno dai capelli rossi e dalle lentiggini, e l'altra dai folti capelli ricci e una dedizione nello studio e nella conoscenza.

Ed ecco come ad Hogwarts arriva alle orecchie di Harry l'esistenza di questo mago oscuro che, da molto tempo prima, era apparso nella storia della sua vita, segnandola permanentemente.

E nel corso dei suoi anni alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Lord Voldemort, o anche chiamato Signore Oscuro dai suoi seguaci, aveva ripreso a perseguitare Harry, deciso a concludere il lavoro e sterminare definitivamente i Potter.

E durante quest'impresa non si era neanche lontanamente preoccupato di strappare milioni di vittime innocenti lungo la strada per arrivare al Prescelto.

Harry era stanco di fare l'eroe. Voleva vivere la vita che sentiva di meritarsi. Voleva essere Harry. Solo Harry.

Non tutti gli altri nomignoli che vi ho dettato all'inizio. No. Basta.

Ci troviamo a Grimmuld place numero 12, nel lettone di Harry e sua moglie, nonché sorella del suo migliore amico, Ginny Weasley, ora Potter.

Al centro tra i due c'è un piccolo intruso dai capelli celesti di 5 anni. Il piccolo Lupin era purtroppo rimasto orfano durante la guerra, ed era quindi stato affidato al padrino legale, Harry, e alla nonna materna.

Da allora viveva lì con loro a Grimmuld Place, la vecchia casa di Sirius, lasciata al ragazzo insieme a tutti gli altri beni della famiglia Black.

C'erano delle volte, terribili, in cui Harry guardava Teddy e non poteva che vederci riflesso se stesso da giovane, orfano e troppo piccolo per affrontare il mondo.

Quando era piccolo desiderava più di ogni altra cosa che qualcuno, andava bene chiunque, lo portasse via dai Dursley, e lo facesse sentire amato, come si sentivano quei bambini che incontrava al parco con i loro genitori, e che lui aveva sempre invidiato.

Ma per colpa di Minus non avevo potuto avere questo privilegio, che però era pronto a dare a Teddy.

Era un bambino che già a cinque anni dimostrava grande forza dell'intelletto e una determinazione invidiabile. Era abbastanza goffo e maldestro come la madre, e diventava un po' lunatico durante il periodo della luna piena, ma rimaneva comunque un tesoro, sempre gentile e altruista verso chiunque.

Harry era praticamente sicuro che se non fosse stato per Teddy non sarebbe riuscito ad andare avanti. Alla fine della seconda guerra magica Harry sarebbe potuto cadere in depressione, ma grazie al suo figlioccio e alla presenza di Ginny al suo fianco era riuscito a vivere una vita come si deve, degna di tale nome.

Teddy era l'unico che riusciva, insieme a Ginny, a calmare le acque perennemente in tempesta nelle quali Harry navigava da quando aveva solo 1 anno.

Negli ultimi giorni Ginny stava male: aveva mal di testa continui e vomitava regolarmente. Harry sperava con tutto il cuore che non si fosse ammalata di qualcosa di grave, perché non poteva sopportare anche la sua morte.

Erano passati 5 anni dalla battaglia infernale, ma ancora non riusciva a chiudere delle particolari ferite, e dubitava seriamente che si sarebbero mai chiuse del tutto.

Una era, per esempio, la morte del suo padrino, l'unico frammento che Harry poteva ancora definire famiglia. Morto a causa sua. Solo perché Harry era stato così stupido da cadere in quella trappola, dalla quale Sirius non era più uscito.

Al solo pensiero lo stomaco del ragazzo si era rivoltato spiacevolmente e una lacrima silenziosa e inevitabile gli aveva rigato la guancia.

Gli occhi gli pizzicavano e sentiva altre gocce identiche alla prima minacciare di uscire fuori. Sentì la soffocante sensazione di gelo che gli riempiva i polmoni esattamente come se all'improvviso ci fossero dentro la stanza tutti i dissennatori di quella notte, sul Lago Nero, al suo terzo anno, quando Sirius era ancora vivo...

Si impose di andare a dormire: l'argomento 'Sirius', anche dopo tanti anni, non era ancora facile da digerire, e negli ultimi tempi lavorava davvero un sacco nell'ufficio Auror, non gli serviva a nulla utilizzare le notti in cui avrebbe potuto dormire a piangere per certi ricordi, per i quali sapeva di non poter più fare niente.

Si sdraiò e chiuse gli occhi, trattenendo tutti i pensieri negativi e provando a svuotare un po' la mente.

Quando finalmente il sonno sembrava volerlo graziare, sentendosi in una botta sola la stanchezza di più di una settimana di lavoro ininterrotto appesantirgli la testa, si trovò costretto ad aprire gli occhi di scatto.

Tang

Il rumore proveniva dalla cucina. Guardó l'orario sulla sveglia babbana presente sul comodino nella sua parte del letto.

Segnava le 2:30 di notte.

Scattò seduto e si girò di scatto, vedendo sia Ginny che Teddy dormire beatamente, in una posizione adorabile.

Pensò di essersi solo immaginato il rumore, e proprio quando il suo battito cardiaco stava riprendendo il controllo, un urlo glaciale di una voce femminile lo fece scattare di impulso verso la bacchetta, sveglio come non mai.

Non poteva esserci altra spiegazione, in casa c'erano degli intrusi.

Il tempo|nemico e amico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora