2. Nel mentre: 1977

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Pov Lily:
-Evanssssss- mi richiamò James, interrompendo la mia lettura. Senza distogliere lo sguardo dal libro dissi netta -No Potter- .

Probabilmente non starete capendo, ma sono sette anni che va avanti così.

-No cosa? Non ti ho chiesto ancora nulla!- mi disse facendo il finto offeso, per poi passarsi la mano tra i capelli, come se non fossero già disordinati.

Dio, quanto odio quando fa così. -oh scusa, forse non sono stata chiara- dissi con tono finto drammatico -No, Potter, non vengo ad Hogsmede con te- aggiunsi poi, secca e forse più schifata di quanto avrei voluto far intendere.

Lui non mi rispose, semplicemente mi trapassò da parte a parte con uno sguardo, quasi sconfitto, per poi alzarsi e andarsene in silenzio.

Ok.

Strano.

Lui di solito insiste in continuazione, fino praticamente ad obbligarmi ad affatturarlo.
Mi baso sulle mie esperienze, che decisamente non si possono definire poche.

Quest'anno sembrava star maturando, ma, ovviamente, mi sono dovuta ricredere dopo neanche un mese di scuola.

Lui è sempre lì ad insistere, e questo continua a confermare il mio odio per lui e i suoi stupidi e meravi- ORRENDI CAPELLI.

Tranquilla Lily, ti sei solo confusa.

Mi girai per vedere dove fosse James, non che mi interessasse, e non lo trovai per tutta la Sala Comune.

Vidi però scendere dal dormitorio maschile  Sirius, seguito da Remus, l'unico mentalmente stabile tra i malandrini, nonché mio migliore amico. Mi alzai e corsi da lui.

-Oi Rem- dissi, ma, prima che il diretto interessato potesse anche solo aprire bocca, Black mi si avvicinò, con degli occhi color tempesta che per la prima volta vidi lanciare dei veri e propri lampi, uscendosene con -Sta lontana da noi-.

Alzai un sopracciglio, perplessa e confusa, possibile che stavolta Ja-Potter ci fosse rimasto davvero male? No, è impossibile, James-arrogante-guardatemi-mentre-mi-scompiglio-i-miei-magnifici-capelli-Potter non ci rimane male se una delle tante ragazze lo rifiuta. Neanche se io lo rifiuto, contando il fatto che sono esclusivamente una scommessa, essendo l'unica da cui non ha mai ottenuto un assenso ad un appuntamento.

Ma i problemi di Potter, alquanto incomprensibili, non significano assolutamente che io debba star lontano da quello che è diventato il mio migliore amico dal sesto anno. E se Black vuole la guerra, la guerra avrà.

-E perché mai,sentiamo, non posso parlare con il mio migliore amico?- chiesi con tono di sfida sostenendo il suo sguardo rabbioso e glaciale, che comunque mi destabilizzò non poco, visto che non l'avevo mai visto a quei livelli. Ero fin troppo abituata a quegli occhi come sempre giocosi, immaturi e pronti a scherzare nei momenti meno opportuni.

-Forse non sono stato chiaro- replicò, imitandomi utilizzando lo stesso tono sarcastico usato da me quando avevo rifiutato l'invito di Potter.

-Mio fratello sta soffrendo per te! Perché non ci provi neanche a vedere come sono veramente le  persone! Giudichi ancora prima di conoscere! Dai a James dall'arrogante quando l'unica che pensa solo a sé qui sei tu, a te non importa minimamente di come gli altri ci possano rimanere quando apri quella tua stupida bocca.- Si fermò per riprendere fiato.

Nel mentre tutta la Sala Comune si era girata a guardarci. È piuttosto imbarazzante, ma non era propriamente nella top 10 dei miei pensieri al momento.

Sirius stava per ricominciare, ma Remus lo bloccò e se lo trascinò via prima che potesse dire cose di cui si sarebbe pentito, lasciandomi tra i miei pensieri, non degnandomi di uno sguardo.

Il tempo|nemico e amico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora