e guardiamoci in faccia

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jimin sapeva di nicotina e caffè. 

le sue mani erano morbide come la sua voce, le sue dita pericolose come i suoi respiri affannati. jeongguk si sentiva mancare.

sul materasso, con le lenzuola che finivano sul pavimento un giorno, sopra di loro un altro. il viso di jeongguk contro la finestra un giorno, il petto di jimin sulla scrivania un altro. 

la voce di jimin diveniva viola, un viola scuro, avvolgente, come i segni che i suoi denti gli lasciavano sulle spalle, lungo il collo.

«perché sei scappato?»

jimin fumava dopo il sesso. accoglieva il capo di jeongguk sul petto, o posava il mento sul suo braccio e lo guardava dal basso, con le palpebre pesanti e le parole di fumo. jeongguk non fumava, gli bastava guardarlo. gli bastava sapere che avrebbe potuto sollevare o abbassare il volto, e jimin dopo un tiro profondo dal filtro, uno di quelli che avrebbe portato jeongguk a desiderare di trovarsi tra le sue labbra, l'avrebbe baciato, diventando lui stesso il suo filtrino.

«quando tae ti ha chiesto di baciare uno di noi, perché non mi hai baciato?»

una voce calda che lasciava fluire parole grige. era colorato, così colorato, jimin. pagandoli da quando aveva la paghetta, jeongguk continuava a regalargli i fiori. gli piaceva il sorriso di jimin davanti a un giglio.

«era un gioco infantile»

come taehyung, pensò, ma non lo disse. jimin stringeva fieramente la vita di jeongguk quando lui si presentava fuori da scuola. sussurrava il suo nome, si metteva in punta di piedi per poterlo baciare senza alcuna vergogna. taehyung rideva sempre in sottofondo, una volta aveva detto a jimin che sembrava voler fare l'esibizionista. quel giorno, fuori dal cancello della scuola privata più prestigiosa, jimin non aveva lasciato le labbra di jeongguk fino a perdere l'ultimo filo di fiato. 

solo quando tutti si erano girati a guardarli, e jeongguk non aveva potuto fare altro se non chinarsi, per nascondere il volto arrossato nell'incavo del suo collo, jimin aveva risposto all'amico «farei questo ogni giorno se fossi esibizionista».

«pensavo di aver frainteso il significato dei fiori» aveva il mento sul petto di jeongguk, lo guardava con ammirazione. un senso di dominio nello sguardo, la sua mano sul fianco. «che non mi volessi come io volevo te»

«questo perché io ti volevo di più».

𝐋𝐀𝐃𝐑𝐎 𝐃𝐈 𝐅𝐈𝐎𝐑𝐈 . jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora