hai detto: no-no-no-no-no-no, resta qui ancora mezz'ora

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ubriacarsi con jimin non era stata una bella idea, proprio no.

gli aveva regalato un giglio, arrivato fuori scuola di jimin con le guance rosse e il fiatone. jimin gli aveva baciato la fronte, accettando il regalo, e lo aveva invitato a una piccola festa. «c'é anche hoseok, la tua piccola cotta» aveva detto, con un sorriso.

jeongguk era certo che i liceali non giocassero più a obbligo o verità. che se avesse bevuto qualche bicchiere, affidandosi a jimin, non avrebbe dovuto rispondere ad alcuna domanda.

che jimin, con l'intento di scoprire se gli piaceva ancora hoseok, gli avrebbe domandato «ti piace qualcuno?».

scuotere la testa credeva sarebbe bastato, dire di no, inpuntarsi anche quando jimin insisteva. smettere di rispondere «verità» ma non dire che non voleva più giocare, sarebbe stato un guastafeste.

ma si ritrovò a correre via, come aveva sognato di fare durante le ripetizioni. «devo andare, non ho avvisato mamma», ma l'aveva avvisata. gli barcollavano le gambe, aveva la vista offuscata dall'alcol e gli faceva male la testa. ma correre al buio, rischiando di cadere, era meglio che completare l'obbligo di taehyung.

«so per certo che ti piace uno di noi, arrosisci tutto sempre. tieni l'obbligo, devi baciare uno di noi».

obbligo o verità, tra liceali. a jeongguk non piaceva.

𝐋𝐀𝐃𝐑𝐎 𝐃𝐈 𝐅𝐈𝐎𝐑𝐈 . jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora