restiamo qui, dai, ora che è tardi ma non vai

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dormivano sul letto di jimin da giorni, ma non si sfioravano.

jeongguk non si azzardava sfiorarlo, nonostante il suo corpo lo pregasse di farlo. jimin non mostrava alcun volere.

jeongguk ogni volta si alzava dal letto quando erano le undici. metteva le scarpe, e guardava il vaso che accumulava di volta in volta un fiore in più.

la fioraia aveva minacciato di denunciarlo, ma jeongguk non aveva abbandonato la sua condotta.

«resta, è tardi e non ho voglia di accompagnarti in macchina».

sapeva di scusa, quella di jimin. jeongguk non lo disse, non una volta.

toglieva le scarpe, si risedeva sul letto.

jimin a volte prendeva un libro dal comodino e leggeva ad alta voce. jeongguk non ascoltava le parole, sentiva solo il suono della sua voce e vedeva i suoi particolari.

quel suono borgogna vellutato, le labbra troppo rosse da sembrare truccate che si muovevano con grazia, le pupille non allineate che scorrevano sulle pagine.

la gentilezza con cui sfogliava le pagine. la stessa che sognava jeongguk.

si stendevano poi, schiena contro schiena, distanti abbastanza da non toccarsi. senza nemmeno la buonanotte. jimin si addormentava, jeongguk ascoltava il suo respiro.

𝐋𝐀𝐃𝐑𝐎 𝐃𝐈 𝐅𝐈𝐎𝐑𝐈 . jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora