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Esco dalla camera di Tony dopo essermi sistemata i capelli ed aver calamato i bollenti spiriti. Non oso immaginare fino a che punto ci saremmo spinti se non fosse arrivato Steve. Arrossisco solo all'idea.
Da una parte mi dispiace di essere stata interrotta, dall'altra però ne sono felice. Non mi fido ancora completamente di Tony, non dopo quello che ho visto in camera sua a scuola o nelle sue storie di instagram. È un playboy, e non voglio essere una delle sue conquiste da una botta e via, soprattutto perché ancora non mi sono chiari i miei sentimenti nei suoi confronti.
Delle voci provengono dal salotto, sembra ci sia in atto una discussione animata.
-Signorina Johnson- una voce profonda alle mie spalle mi fa voltare di scatto. È un uomo dalla pelle scura. Indossa solo abiti neri e dello stesso colore ha una benda sull'occhio sinistro. Sembra un pirata.
-Sono Nick Fury- dal suo viso non traspae nessuna emozione, nessun sorriso di cortesia. Sembra un robot.
Non ho bisogno di presentarmi visto che mi ha chiamata per cognome. Sembra che qui mi conoscano tutti a quanto pare.
-Sono a capo dello S.H.I.E.L.D-. Sussulto. Lo S.H.I.E.L.D è l'organizzazione di cui a quanto pare faceva parte mio padre prima di concentrarsi sul prendersi cura di me, o meglio, per proteggermi da chiunque volesse rapirmi.
Rimaniamo in silenzio, tranne per le voci provenienti dal salotto. Io non parlo e nemmeno lui, ci limitiamo a fissarci negli occhi. È una situazione strana, anzi, oserei dire imbarazzante 
Sento dei passi dietro di me, ma appena si interrompono capisco che chiunque sia non vuole intromettersi.
-Signorina Johnson, vorrei chiederle di fare parte degli Avengers- spalanco gli occhi sconvolta. Cosa? Un Avenger? Io?
Spero sia uno scherzo. Non sono capace di combattere, e non ho nemmeno un'armatura o un'arma, sono morta senza nemmeno iniziare. In più sarei d'intralcio agli altri, sarei un peso in più durante le missioni.
-Cosa? No Fury non se ne parla- mi giro e vedo Tony avvicinarsi minacciosamente e con passo pesante. Guarda male Nick. Con un movimento veloce mi afferra il polso e mi sposta dietro la sua schiena, come se fosse pronto a farmi da scudo.
-È una ragazzina, non farà parte della missione, è troppo pericoloso-.
Queste parole dovrebbero offendermi, ma forse è perchè mi sta tenendo vicina a lui e quindi riesco a sentire il suo cuore battere veloce per la preoccupazione, o forse solamente perché so che ha ragione, quindi non lo faccio, mi limito ad ascoltare in silenzio.
-Anche Parker è un ragazzino, eppure lui è uno di voi- fa notare indicando alle mie spalle.
-Sono un Avenger?- domanda Peter entusiasta. Forse qualcuno dovrebbe dirgli che non è il momento giusto di fare il bimbo felice.
-No- esordisce Tony. -Sì- dice all'unisono Nick.
Sono confusa pure io a questo punto della discussione. Come siamo arrivati a parlare di Peter?
-Ok ok, ma Parker è un cazzo di ragno. Nicole è una semplice ragazza che è finita nella situazione sbagliata per colpa mia- si accusa. Forse ha ragione. Forse se non avessi un'intelligenza artificiale ora non saremmo a questo punto, o forse se non l'avessi non sarei nemmeno viva. Non so quando e come sono stata creata, ma di una cosa so certa, non è colpa di nessuno.
Non credo nel destino, ma credo nel caso, e posso giurare che non sono la stessa cosa.
Se sono qui è perché il caso lo ha voluto. Ho incontrato per la prima volta Tony per caso, e da lì è successo tutto questo.
Lascio scivolare la mia mano sulla sua stringendola in maniera rassicurante, e come per magia lo sento ammorbidirsi al mio tocco. Le sue spalle di rilassano e piano piano fa incatenare le nostre dita.
Nick sembra notarlo, perché mi guarda da dietro la spalla di Tony e accenna un sorriso.
-Nicole è una tua creazione Tony, so che non sei stupido e quindi le avrai creato qualche tipo di potere o come lo chiamate voi scienziati pazzi. Ma lei ci serve- Poteri? Io? Ok a ogni parola di quell'uomo rimango sempre più sconcertata e confusa. Ci sono troppe cose su di me che non so.
Un sospiro abbandona le labbra del mio professore. Si sta arrendendo, e non so se è esattamente quello che voglio.
-Va bene, sarà una di noi- mi lascia la mano e si avvicina a Fury con uno sguardo fulminante e minaccioso.
Lo indica con un dito per poi sbatterglielo sul petto in maniera violenta.
-Ma se le succede qualcosa... prima ti ammazzo, e poi ti faccio risorgere per ucciderti di nuovo- ringhia a denti stretti.
Non posso non sorridere divertita e intenerita. Si sta preoccupando per me, fin troppo, ma non voglio farglielo notare, potrebbe tornare lo stronzo apatico di prima, ed è l'ultima cosa che voglio. Soprattutto dopo quello che è successo prima.
-Stark, non le succederà nulla- si allontana da Tony per poi venirmi incontro.
Cerco di assumere una posizione sicura, facendomi più alta per non sembrare intimorita, cosa che invece sono.
Tira fuori dal lungo impermeabile nero (ma non ha caldo?) il fascicolo che ho rubato dal laboratorio con Peter. Dove lo ha trovato? Non mi ricordo nemmeno dove l'ho lasciato quando sono corsa dietro a Tony.
-Leggilo, potrebbe aiutarti- lo prendo dubitante. Ho paura di leggerlo, non voglio scoprire cose di me che potrebbero rendermi un mostro, anche se potrebbero essere utili alla squadra.
Mi posa una mano sulla spalla. -Benevenuta negli Avengers- sussurra facendomi sorridere.
Mi sento come quando sono arrivata qui in America: a casa, come se questo mi appartenesse da sempre. E forse è proprio così.
Forse, forse, forse, ormai la mia vita è diventata un'incertezza unica, ma la cosa non mi dispiace così tanto come dovrebbe.




spazio autrice
Ehi, come state ratti di fogna (topini era troppo banale)?💕
vorrei ringraziarvi per i bei commenti del capitolo prima, onestamente mi è piaciuto tantissimo scriverlo (🦋🦋🦋🦋). Questo invece non mi fa impazzire, è più corto e banale, ma presto arriveranno cose più avvincenti.

Tutta colpa del caso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora